Il pogo è assicurato e sotto il palco la massa del pubblico si scontra e si dimena non appena la band comincia a suonare. Non potrebbe essere altrimenti perchè le canzoni dell'ultimo Horror Vacui presentano una carica strumentale ancora più vigorosa, e anche se il songwriting non eccede nel penetrare emotivamente l'ascoltatore, non si tira mai indietro di fronte all'impegnativo obbligo di accendere una sala terribilmente scalmanata per la musica dei quattro torinesi.
Il Mostro, Penelope, Overload e Grotesque incendiano letteralmente il Circolo degli Artisti riassumendo al meglio il processo di evoluzione che i Linea hanno affrontato nel nuovo disco: mancando momenti melodici devastanti come quelli che caratterizzavano le canzoni di Numb, il gruppo si è concentrato su un riffing più elaborato ma soprattutto più compatto, massiccio e accattivante, passando da sponde di violentissimo hardcore/punk fino alle solite cavalcate crossover evocate dalla bizzarra La Nuova Musica Italiana e Sempre Meglio, il brano più intenso e coinvolgente dell'intero disco.
Le canzoni di Horror Vacui trascinano e scatenano il pubblico in un pogo sempre più intenso, anche grazie alla perfetta performance del gruppo (una vera e propria macchina da palco), ma fatica nel coinvolgere emotivamente: diventa così inevitabile ritirare fuori i brani del passato, naturalmente i migliori, i più belli, i più intensi e coinvolgenti.
I momenti migliori si hanno infatti proprio quando il vecchio repertorio riprende vita e si espande prima attraverso i violenti refrain di Moka e Ketchup Suicide (due dei maggiori successi del gruppo), poi con Diabolous In Musica (senza Samuel dei Subsonica ovviamente) e infine col capolavoro Fantasma, cantato a squarciagola da tutto il pubblico, completamente in estasi di fronte ad uno dei più emozionanti episodi crossover/alternative di questi ultimi anni.
Il fatto che i Linea 77 siano ricorsi al repertorio del passato più conosciuto spiega tutto e si pone come emblema dell'intero concerto: le canzoni di Horror Vacui prendono e scatenano il pogo del pubblico, ma risultano inefficaci nella presa emotiva, costringendo, quasi per una radicata necessità, il gruppo a scavare nei successi degli anni passati che se da una parte emozionano e alzano notevolmente il livello dell'esibizione, dall'altra lasciano in qualche modo l'amaro in bocca perchè denotano la scarna vena creativa totalmente esaurita nella composizione dell'ultimo album. Non ci fossero state Moka, Fantasma e Ketchup Suicide il discorso sarebbe stato completamente diverso: i Linea 77 si dimostrano ancora una volta un gruppo impeccabile dal vivo che trova nel palco l'elevazione alla potenza della propria musica ma che, a livello compositivo, comincia a mostrare qualche calo che di certo non giova, nè a loro nè a un pubblico comunque impazzito per l'esibizione, anche se all'ucita dal Circolo degli Artisti, un pò di amaro in bocca qualcuno se lo sentiva.
Paolo "Crimson" Bellipanni