Raveonettes, The
12/02/2008 - Circolo degli Artisti - Roma
Due giorni dopo la data di Milano i Raveonettes giungono al Circolo degli Artisti di Roma per incantare il pubblico capitolino attraverso le atmosfere dell'ultimo lavoro Lust, Lust, Lust, che sottolinea e dimostra l'incredibile carica evocativa dell'act danese di Sune Rose Wagner e Sharin Foo.




Ci si aspettava un'atmosfera fin da subito pacata e avvolgente per preludere alla musica dei Raveonettes, ma i The Last Wanks, giovane trio indie/garage della penisola a stivale, hanno aperto il concerto del duo danese in maniera decisamente differente: vestiti in maniera oscena e accompagnati da una "ballerina" con tanto di parrucca bionda e ciambella da spiaggia, i tre italiani si sono presentati sul palco completamente ubriachi, suonando poco (e male), ma almeno divertendo il pubblico del Circolo con sarcasmo e molta autoironia. Una musica scarna e diretta la loro, filtrata attraverso atteggiamenti e scenate da cabaret di periferia: mezz'ora di risate e niente più.

Quando poi i Raveonettes fanno finalmente ingresso, il pubblico si azzittisce per prepararsi al vero concerto dopo la nauseante esibizione dei Last Wanks: nemmeno il tempo di una presentazione o di un saluto che i due danesi partono in quarta attraverso le dolci melodie di Hallucinations. Chitarre distorte e voci soffici come la tradizione shoegaze insegna, tanta atmosfera e melodie penetranti che per tutta la performance continueranno ad uscire dalle chitarre dei due frontman scandinavi, sempre rigidi e freddi ma altamente concentrati sull'esibizione che, infatti, si è rivelata sotto tutti gli effetti impeccabile.
Non importa infatti se l'incantevole Sharin Foo lasci intravedere anche un piccolo sorriso solo per qualche frazione di secondo, ne tantomeno se il suo partner maschile si presenti come un congelato ibrido tra il Robert Smith dei bei tempi, un qualsiasi cantautore silenzioso e introverso e un dandy moderno, perchè la musica dei Raveonettes ricopre ogni centimetro cubo della sala ipnotizzando un pubblico affascinato da questa ricercata commistione di psych/rock alla Velvet Underground e dello shoegaze più avvolgente di Jesus And Mary Chain. Le canzoni scorrono così l'una dopo l'altra producendo un caleidoscopico senso di continuità e fluidità espressiva, dapprima con Lust, perla dell'ultimo album con i suoi toni poetici e disorientanti, poi con le ritmiche ballabili e gli avvolgenti refrain di Dead Sound e Blitzed che mettono perfettamente in luce l'influenza giocata dallo storico gruppo di Lou Reed e John Cale, per finire con le pacate correnti melodiche di Black Satin e le lancinanti distorsioni dell'accattivante Aly Walk With Me, l'episodio più violento e sperimentale di un'esibizione cui va ad aggiungersi anche la ripresa di brani del passato (Twilight e Attack Of The Ghostriders su tutti) che vanno così a mostrare lo sfaccettato e peculiare repertorio compositivo dei due freddi danesi.

Concerto impeccabile e terribilmente atmosferico: i suoni perfetti sia nelle aperture melodiche sia nelle trame discorsive più fitte e distorte (il Circolo degli Artisti si è rivelato ottimo sotto quest'aspetto) e la particolare attenzione mostrata nei riguardi di una sfera emotiva sempre compatta e penetrante sono stati i punti di forza di un'esibizione eccellente, anche se spesso fin troppo sobria. Per questo i Raveonettes si sono dimostrati come tra i più affascinanti e peculiari progetti europei di questi ultimi anni, non soltanto per ciò che la loro musica evoca, ma soprattutto per il modo in cui tutto questo bollente calderone di contrastanti ondate cromatiche e atmosferiche viene espresso, e la performance al Circolo degli Artisti di Roma non fa altro che sottolineare i meriti e le capacità di questo interessantissimo act danese che ha saputo amalgamare il rock sperimentale dei Velvet Underground e le ricerche sonore dello shoegaze d'inizio anni '90 in maniera assolutamente personale.

Paolo "Crimson" Bellipanni

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