Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Matteo Mainardi
Genere: 
Etichetta: 
Akom Prod.
Anno: 
2004
Tracklist: 

1. UN-KIND - Veil
2. NOWHERE (Ro) - Saint whore
3. MAINLINE - One by one
4. SIR PSYCHO - Take a stand
5. REDEFINE! - Buone mani
6. EIKASIA - Hello
7. FE...DUP - Last day of my life
8. MEDIA SOLUTION - Pejote
9. TIMOTHY - Louder than over
10. MUCULORDS - Brutulords/Cepli
11. ENTITY - Unfulfilled promises
12. LAST RITES - Mind's prison
13. NOWHERE (Mi) - Alone
14. JUGLAS REGIA - Freddo
15. SIN DRIVE TIDE - Back to daylight
16. GERMINALE - Disordine
17. CRUNCH MOB - Son of Sam
18. GRIV - Vuoto momento
19. ACTION MEN - If you're happy
20. PANIC ROOTS - Panic

AA. VV.

Akompilation 001

La Akom Prod. è un'etichetta che ha un gran interesse riguardo al mondo underground italiano. Questa compilation ne è la conferma. Nasce, infatti, con l'intetno di dare la maggior visibilità possibile a tutti quei gruppi che reputa tali per poter far parte di una così impegnativa scommessa, sia economicamente che musicalmente. Bisogna dire che ce l'ha fatta appieno. Ovviamente non tutti i gruppi e le canzoni possono essere azzeccate ma, la maggior parte, sono davvero ben eseguite e di grande impatto. Akompilation 001 nasce con l'idea di raggruppare brani di bands diverse sia per impostazione che per genere. Si ha così davanti un mix di sonorità che spaziano dal Punk al Death Metal,dal Crossover al Thrash fino ad arrivare al Brutal. Insomma, per chi volesse avere una panoramica generale sulle bands emergenti, questo cd fa proprio al caso suo.

Si comincia subito con Veil degli Un-kind. Una vera mazzata stile Hardcore. Notevoli la voce e l'atmosfera che tutti i componenti riescono a creare. Suoni ben delineati, per una song di grande impatto. Meglio di così non si poteva iniziare. Per gli amanti dei Korn anni '90, basta skippare alla traccia successiva per poter ascoltare Saint Whore dei Nowhere. Sonorità pesanti e ben marcate, intervallate a intermezzi surreali di cui i Korn sono i padri fondatori. Sempre di origine "korniana" sono i Mainline con One by One. Bisogna tenerli bene a mente perchè sono una band di gran rilievo e suona strano che non siano ancora riusciti a raggiungere alti livelli. Il loro sound è davvero particolare poiché la voce è molto intonata nel melodico e di una forza pazzesca nel growl. Il bassista ricorda molto le slappate che si è soliti udire nei pezzi dei Mudvayne e le chitarre sono fortemente simili a quella del mitico Darrel dei Pantera. Con i Sir Psycho si entra in ambienti più commerciali dove il punto forte è la melodia unita alla voce pulita e ben intonata che rende Take a Stand una canzone godibile all'orecchio.

Si arriva quindi alla traccia numero cinque, dove troviamo i Redefine! con la loro Buone Mani, una song inascoltabile per diversi motivi. Le ragioni principali sono una voce che è poco accopmagnata dagli strumenti, con il risultato di avere un senso di vuoto a dir poco imbarazzante; altra causa è il batterista che è totalmente incostante nel suo compito: tenere il tempo. Per fortuna arrivano in soccorso gli Eikasia che con la bella prestazione in Hello fanno dimenticare facilmente il gruppo precedente. Punta di diamante degli Eikasia è la voce femminile molto intonata nei pezzi melodici e decisa al punto giusto nelle parti più pestate. Il risultato finale è una song molto simile per melodie e struttura a quelle dei Guano Apes. Sempre di voce femminile, si parla nei Fe...dup che si presentano con Last Days. Il pezzo in sè non è dei migliori e, anzi, la voce maschile che sarebbe quella principale, pare essere un pò troppo sforzata e non adatta alle sonorità del brano. Entra, però, durante il ritornello molto melodico, una voce femminile di gran spessore che tocca tonalità talmente alte che risulta quasi difficile pensarle. Gran bel diaframma!
Pejote è la traccia dei Media Solution. Tipica song Nu Metal di stampo Mudvayne. Davvero incredibile la capacità con cui fondono pestato con melodico. Nota di merito anche al batterista e al singer che sputa fuori dal profondo dei suoi polmoni, un growl di spessore. La tiratissima Louder than Over dei Timothy, riporta l'ascoltatore in sonorità hardcore. Arriva, poi, il momento dei Muculords con Brutulords/Cepli. Inutile dire che la performance è a dir poco grandiosa, catapultando letteralmente il pubblico in un ascolto assai brutale. Si ritorna, invece, in campo death con Unfulfilled degli Entity. Alto livello tecnico, suoni perfetti, il tutto perfezionato da un growl catarroso al punto. Song di grande impatto. I Last Rites presentano Mind's Prison. Non ci sarebbe nulla da dire se non intere pagine di elogi a questo gruppo trash-death metal che dimostra ancora una volta, le grandi qualità che solo poche bands possono vantare. Si rimane sempre in ambienti trash con i Nowhere (omonimo del gruppo precedente ma non lo stesso). Si dimostrano molto preparati e ben strutturati, rendendo l'ascolto avvincente e scaraventando l'ascoltatore direttamente agli anni '80. Primo ed unico pezzo Progressive è Freddo dei Junglas Regia. Il brano sembra essere un pò vuoto; risultato che si ha se non si coprono bene tutte le frequenze dei vari strumenti. Se fosse un altro genere, non salterebbe troppo all'orecchio ma, trattandosi di progressive, non si può non notare l'errore. Lo stesso non si può dire di Back to Daylight dei Sin Driven Tide. Tutto funziona a meraviglia. Si ha così un bel pezzo di heavy metal dove la voce tiene bene raggiungendo anche tonalità abbastanza alte. Dopo questa piccola parentesi di sonorità anni '80, si passa a un crossover tirato con Disordine dei Germinale. Il pezzo è molto semplice ma d'impatto in cui la batteria alterna ritmiche trash ad altre più cadenzate, tipiche del crossover vero e proprio. Non convince molto, invece, Son of Sam dei Crunch Mob in cui sia la chitarra che la batteria sembrano essere un pò troppo fiacche per il genere proposto, ovvero il trash-metal. Discorso simile anche per i Griv con Vuoto Momento anche se il genere è crossover. Bisogna però dire che la canzone è ben strutturata e piena di idee che andrebbero, tuttavia, sviluppate meglio. If You're Happy degli Action Men è il classico brano punk-rock; tirato, voce semplice e chitarre che sguinzagliano accordoni a più non posso. Ben fatta e senza troppe pretese. Il cd si conclude con un'altra song punk-rock, Panic dei Panic Roots. Anche qui, il discorso è lo stesso degli Action Man.

Akompilation 001 risulta quindi essere un bel manifesto per il panorama underground di qualsiasi genere. Ovviamente, come in tutte le compilation, è difficile riuscire ad azzeccare tutte canzoni di rilievo ma, bisogna dire, che il risultato è molto positivo soprattutto per il fatto che presenta bands di tutto rispetto quali gli Un-kind, Mainline, Sir Psycho, Eikasia, Muculords e Last Rites su tutti.
Quindi, se si è interessati ad avere una panoramica su ciò che la nostra nazione può offire al mondo della musica, basta comprare questa compilation. Sperando, quindi, che esca Akompilation 002.

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