Ad aprire le danze ci pensano i tedeschi Credic, per loro un death con qualche spruzzatina di metalcore e pezzi come Canal 17, Inner Dimension e Deceitful Heart, a scaldare un pubblico già abbastanza “preso” e numeroso, che incomincia a praticare lo sport preferito: l'headbanging. Alla fine una buona prestazione per i Credic e i primi applausi della giornata sono più che meritati.
Dopo una breve pausa per il cambio palco (e conseguente caccia a birre e merchandising) é la volta degli svizzeri Slippery Way; per loro un hard rock stile seventies con qualche spruzzatina Heavy Metal anni Ottanta; buona la loro esibizione e un plauso al tarantolato bassista mai fermo e dalle incredibili smorfie. Davvero divertenti alcuni loro pezzi tra cui Resurrection, I Believe e Fire, che fanno scuotere più di una testa e battere il piede in stile AC/DC.
Breve pausa e tocca ai nostrani Boarders calcare il palco della Stadthofsaal con il loro Bay Area thrash ed è headbanging sin dalle prime note di True Rebellion. Un concerto al fulmicotone che segna anche l'uscita ufficiale del loro primo lavoro The World Hates Me e CD che verrà "battezzato" tramite birra con un esilarante siparietto nel bel mezzo dello show. I nostri non si risparmiano di certo e nonostante qualche problemino tecnico (vedi la distruzione del rullante da parte di Roby), pezzi come For What It's Worth e Jump For Joy non fanno prigionieri; dulcis in fundo i nostri omaggiano i Megadeth (di cui originariamente erano cover band) con due pezzi tra cui la splendida In My Darkest Hour (peraltro inserita nel loro CD) ed alla fine arriva per loro una meritata ovazione.
Dopo l'ennesima birra é il momento di un altra band tedesca, i Sacrificium. Il loro death sembra essere ben conosciuto e apprezzato da gran parte del pubblico con pogo e scuotimenti di te sta da paura; show ad alto tasso adrenalinico con pezzi estratti dai loro Escaping The Stupor e Cold Piece Of Flesh con un'ora di sfuriate growl da parte del singer Claudio (grande presenza scenica la sua) ed alla fine Silence Dies.
Dopo alcuni minuti di attesa (e di soundcheck) è la volta degli attesissimi inglesi My Silent Wake. Per loro si tratta della prima esibizione live in carriera e nonostante alcuni cambi e aggiustamenti della line-up avvenuti negli ultimi mesi, la loro è stata un'esibizione sopra le righe. Il loro gothic/doom, con pezzi estratti dai loro due CD Shadow Of Sorrow e The Anatomy Of Melancholy, è stato come una discesa nella sofferenza dell'animo umano (vedi la lunghissima Hunting Season). Si possono ritenere, insieme ai Forsaken ed ai Virgin Black il top di questa edizione dell'Elements of Rock.
A chiudere questa prima giornata sono chiamati gli svedesi Admonish ed il loro terremotante black metal sparato a mille provoca nel folto pubblico ancora presente (nonostante sia ormai notte) l'ennesimo headbanging grazie a pezzi come Tower Of Strength e Journey Into Afterlife (dal loro Insnarjd) e Epiphany e Den yttersta Tiden (dall'omonimo MCD); alla fine anche per loro ovazione finale e do po un ultimo giro di birra e saluti agli amici, dopo una giornata intensissima, si va finalmente a riposare.
(21/04/2007) - DAY TWO
Per molti dei convenuti al festival la giornata inizia presto,nella location del concerto si tengono varie attivita' collaterali al festival, tra cui un Worship (sorta di testimonianza della propria fede e preghiera) in musica (rock, ovviamente) e tra i vari personaggi presenti vanno segnalati Jim La Verde dei Barren Cross e Pastor Bob Beeman, vero prime mover e tuttofare della scena christian metal americana fin da primi anni ‘80. In seguito ci sarà (in una chiesa con tanto di batteria e amplificazione), a due passi dalla sala, una tavola rotonda ai componenti di alcune delle band e per finire due seminari sulle origini del metal cristiano e del black metal cristiano.
Ma é giunta l'ora, "Let the music do the talking": a salire per primi sul palco per la seconda giornata del festival sono gli svedesi Incrave (che hanno appena cambiato nome da Evergrace per evitare possibili confusioni con gli Evergrey); il loro Power di stampo europeo non ha subito un grande impatto sull'audience (peraltro ancora un po' scarsa al momento), ma man mano i pezzi tratti dal loro The Escape incominciano a far presa e a far agitare qualche testa (cito tra le altre I'm Sorry For You) ed anche loro alla fine ottengono la loro fetta di applausi.
Una delle band piu' attese (ed un gradito ritorno a questo festival) é quella dei Pantokrator (anch'essi svedesi) e stavolta il coinvolgimento del pubblico è totale,grazie al loro death tiratissimo, come una locomotiva lanciata a piena velocità in faccia a tutti. I cinque, sullo stage, non si risparmiano e pur eseguendo una scaletta "anomala" (hanno preferito pezzi inediti e vecchi demo), per loro é stato un trionfo.
La sala è ormai piena ed è la volta dei maltesi Forsaken; il loro show è stato semplicemente entusiasmante e, trascinati da un autentico folletto qual è Leo Stivala, i nostri non hanno fatto prigionieri sin dall'iniziale Dominaeon (non si suona per caso a festival come il Keep It True o il Doom Shall Rise) per poi proseguire con il loro epic/doom per oltre un'ora e mezza tra le ovazioni e i cori del pubblico passando per song quali A Martyr's Prayer, The Healer, fino allo spettacolare trittico conclusivo Via Crucis (di un epicità immensa e con i cori di tutta la sala ad elevarla a vetta del loro show), Carpe Diem e Resurgam e la sorpresa finale Symptom Of The Universe di sabbathiana memoria. Apoteosi finale per una band che inoltre si rivelerà di una simpatia e umiltà eccezionale nei confronti di tutti.
Nella sala calano le luci e dopo una breve introduzione,in esclusiva per l'Elements of Rock ed unica data europea, dall'Australia ecco la band più attesa dell'intero festival: i Virgin Black.
Una performance semplicemente mostruosa, catartica con il cantante/tastierista Rowan London semplicemente superbo, capace di passare senza sforzo apparente dal growl ad una voce da cantante d'opera e pezzi come Walk Without Limbs, Velvet Tongue e Our Wings Are Burning che hanno lasciato senza fiato tutti quanti ed un'atmosfera quasi teatrale più che da concerto rock, con i musicisti apparentemente distaccati (hanno interagito molto poco con il pubblico, ma si ritiene la cosa voluta, visto la disponibilità after show), una band di caratura superiore ed un'ora abbondante di musica che alla fine lascia tutti senza fiato, e molti, svuotati non seguiranno le altre band.
Dopo tale evento la sala si svuota: tutti a caccia di birre e CD ed al momento dell'entrata in scena dei Balance Of Power ci sarà meno della metà del pubblico prima presente; tutto ciò però non impedisce ai rodati inglesi di tenere il loro show basato su pezzi con grandi melodie, il loro class metal arioso e ben suonato fa breccia nei presenti e il nuovo singer Corey Brown si dimostra all'altezza di un repertorio che pesca a piene mani in dischi come Book Of Secrets e Perfect Balance, donando un po' di equilibrio ad un evento dove le band "estreme" erano in netta maggioranza.
Altro breve break e siamo alla fine: a chiudere ci pensano i polacchi Illuminandi. La loro mistura sonora, dove le influenze folk, gothic, death e doom la fanno da padrone, si riversa su di noi e i pezzi come Is qui est, 40 Doba ed Illumina tenebras meas dove eccelle la sezione d'archi con Patrycia Pyzinska (violino) e Antonina Kraszkiewicz (violoncello), raccolgono gli ultimi applausi di un pubblico che ha ancora energie da spendere dopo una 2 giorni sfiancante ma eccellente sotto ogni punto di vista.
Un ringraziamento particolare va agli organizzatori dell'Elements of Rock per l'ottima accoglienza ed organizzazione, a tutte le band sempre disponibili ed al pubblico sempre caldo ma mai sopra le righe. See you next year!
Report - Marco Gulino
Foto - Leonardo "Crusader" Cammi