1. Now You're Gone
2. Ninety Nine and a Half
3. What Kinda Qoman is This
4. Somebody's Been Sleeping in my Bed
5. I Put a Spell on You (with Carlos Santana)
6. On a Saturday Night
7. Ain't No Sunshine
8. I've Got Dreams to Remember (with John Mayer)
9. Lay Lady Lay (with Anthony Hamilton)
10. Cheaper to Keep Her/Blues in the Night
11. Cut You Loose
12. Price You Gotta Pay
13. Do You Thing
Bring 'Em In
Nonostante la venerabile età, Buddy Guy continua a sfornare album e a girare per il mondo suonando a più non posso. Quest'ultimo lavoro, Bring'em in, sembra quasi essere più la release di un nuovo artista, che di un pilastro della musica Blues; questo perchè non c'è una canzone uguale all'altra per sound, impostazione della voce e addiritura di distorsione della chitarra. C'è da dire che, solitamente, un bluesman lo si riconosce proprio per il tocco che ha e ogni brano ruota attorno alle diverse sfaccettature che il suo suono può avere. Qui, invece, Buddy Guy si diverte a spiazzare l'ascoltatore, dandogli canzoni che toccano generi diversi (sempre di Blues però si parla) e, a sua volta, cambiando modo di suonare. Così facendo, abbiamo canzoni lente, ritmate e pseudo gospel facendo delle chiare ed esplicite citazioni ad artisti del mondo blues (Stevie Ray Vaughn, Robben Ford, B.B. King sono solo alcuni degli artisti che il cd ricorda tantissimo). Quindi non aspettatevi un album lineare ed identificabile con un unico sound, ma un mix di sonorità blues.
Vi è anche la presenza di altri artisti e, più specificatamente, abbiamo: Carlos Santana in I Put a Spell on You, John Mayer in I've Got Dreams to Remember e Anthony Hamilton in Lay Lady Lay. Questi brani meritano un discorso a parte, perchè danno l'impressione che chi vi ha partecipato, non siano loro ma Buddy Guy. Prendiamo per esempio, I Put a Spell on You; qui si ha la netta sensazione che si stia ascoltando una canzone di Santana, con qualche accenno dell'amico Buddy. Il risultato è quindi, una canzone dai ritmi sudamericani, con chitarre distorte e wha wha. Lo stesso vale per I've Got Dreams to Remember, dove il sound è molto ovattato, il ritmo è lento e in sottofondo si hanno voci gospel, creando così un bellissimo lento che proietta il pubblico nei primi anni '60. Lay Lady Lay è chiaramente una black song, dove la batteria sforna ritmiche R&B e le voci duettano insieme per creare un'atmosfera soffusa ma potente allo stesso tempo. Il disco, però, presenta anche pezzi tipicamente blues come la opener Now You're Gone, in cui Buddy Guy sfodera le sue armi migliori, ovverro semplicità e ricercatezza, caratteristiche che lo hanno contraddistinto tra le migliaia di altri artisti presenti sul mercato. Si diverte ad usare anche il wha wha, passando così da una distorsione della chitarra più morbida a una molto più acida e stridula che richiama le sonorità di Jimi Hendrix. Bellissima è la canzone Cut You Loose, un brano very smooth dove, per chi è un pò praticato, non potrà non notare i rimandi al sound di Robben Ford. Price You've Gotta Pay ricorda tantissimo i paesaggi rurali e sarebbe la canzone ideale da scoltare mentre si sta guidando il proprio pick up, lungo una di quelle lunghissime strade desrte di cui l'America ne è piena.
L'album è avvincente e denota una grande capacità di Buddy Guy nel cambiare continuamente stile e mettersi in gioco. Questo lo possono fare solo persone con un grosso bagaglio di esperienza e di capacità, che pochi hanno. Anche a livello vocale, riesce ancora a stupire perchè passa da intonazioni alla James Brown ad altre più tipicamente accostabili a gente del calibro di Tom Jones, fino ad arrivare a quelle tipiche da bluesman dei campi di cotone. Per quanto riguarda la chitarra, il cd è sconsigliato a tutti coloro che amano un blues veloce e pieno di assoli ad alto livello tecnico, perchè questo è invece caratterizzato dalla ricercatezza del suono che una nota può dare, più che al mostrare la propria destrezza con lo strumento.
Unica pecca, sono proprio i pezzi fatti con artisti esterni (in particolar modo quello con Santana) perchè, nonostante siano dei bei pezzi, viene a mancare Buddy Guy stesso che si lascia sovrastare dai suoi collaboratori, finendo con l'essere lui il partecipante a quella che, in teoria, doveva essere una sua canzone. Nonostante tutto, però, è piacevole sapere che un bluesman con tantissimi anni di carriera alle spalle, voglia continuamente mettersi alla prova e non oziare su quello che già si è fatto.