- Marco Paddeu - voce, chitarra
- Stefano Costa - basso
- Marcello Fattore - batteria
1. Alarm
2. Instability
3. Polydrome
4. Diametralis
5. Ethik
6. Dilemma
Demetra Sine Die
Una proposta inusuale per il panorama Alternative italiano è rappresentata dai Demetra Sine Die, terzetto genovese che riunisce sotto questo primo demo del 2004, sonorità strettamente legate ai Porcupine Tree di Steven Wilson oppure ai Tool e agli A Perfect Circle di Maynard James Keenan.
Stupisce la lunghezza del demo, formato da sei tracce che riescono a coprire ben 40 minuti di musica a cavallo tra feeling oscuro e basi alternative.
Punto a sfavore per il lavoro dei Demetra Sine Die è la qualità con cui è stato registrato (e cioè in sede live, ad eccezione della voce), decisamente non soddisfacente.
Nella loro struttura interna le canzoni risultano ben concepite, pur essendo interpretate da una sola chitarra, un basso e una batteria; Alarm subisce numerosi cambiamenti durante il suo incedere, creando dei giochi interessanti di basso e sfruttando efficacemente gli effetti elettronici della chitarra. Instability non entusiasma durante i suoi tre minuti di lunghezza costituendo un passaggio statico seppur sperimentale.
Polydrome è sicuramente l’episodio meglio riuscito di tutto il demo, con il suo sound tipicamente Tooliano, complesso nei fraseggi, elaborato nelle percussioni e tenebroso nei riff. Altrettanto sperimentale e cupa è Diametralis, ma la sua registrazione è pesante all’ascolto e il risultato finale non è favorito da tale elemento di analisi.
Alternative molto particolare viene espresso dalla quinta Ethik, chiusa e sommessa in se stessa, che strizza un occhio ad Ænima e a Lateralus dei Tool, soprattutto per l’accompagnamento tribale proposto, su cui si delineano ben presto motivi di chitarra validi ed echeggianti.
Non mancano riferimenti alle strutture degli ultimi Katatonia di Viva Emptiness, ma gli aspetti positivi faticano ad uscire, come accade nell’ultima Dilemma, deludente perché mal costruita.
Perciò le idee non mancano di certo al terzetto genovese, ma queste devono essere meglio sviluppate, dato che il demo autoprodotto è il frutto di due anni di lavoro dalla nascita della band. Non è poi una bella premessa ascoltare un live registrato con poca cura, proprio perché il fascino della musica suonata va dissolvendosi: se la produzione fosse stata di qualità superiore, anche i pezzi avrebbero attratto maggiormente l’ascoltatore, valorizzando così il buon song-writing esibito dalla formazione ligure.