Poets To Their Beloved
(Marcel Schiborr)
di: 
Edoardo Baldini
10/05/2009



 

I Poets To Their Beloved rappresentano una delle realtà più interessanti del sottobosco Neo Folk europeo, con il loro timbro lontano, meditativo e tenebroso. A raccontare a RockLine.it la storia della band è il polistrumentista Marcel Schiborr, che focalizza la sua attenzione sul capitolo discografico Embrace The Fool, pubblicato per la portoghese Equilibrium Music...


E.B. - Ciao Marcel e benvenuto su RockLine.it. Ti ringraziamo prima di tutto per averci concesso quest’esclusiva. Come va?

Marcel - Ciao! Al momento mi sono appena preso il mio terzo raffreddore dell’anno. Quindi ora sono abbastanza debilitato!

E.B. - Iniziamo a parlare del tuo progetto Poets To Their Beloved, che sta gradualmente emergendo nello scenario Neo Folk, grazie alle ottime idee mostrate su Embrace The Fool. Puoi presentarci quest’album, concentrandoti sulla sua genesi?

Marcel - Embrace The Fool è una collezione di canzoni che rappresentano il periodo iniziale della band. All’epoca il progetto comprendeva solo Saskia e me, che scambiavamo le nostre idee attraverso internet. Suonavamo solo in rare esibizioni con qualche ora di sala prove alle spalle; così, quando iniziammo a registrare fu un periodo alquanto stressante per entrambi. Dopo il lavoro registravo la maggior parte delle sezioni strumentali in studio e alla fine Saskia venne in Germania a registrare le sue parti. Gran parte del tempo lo trascorreva da sola nello studio con il tecnico del suono mentre io lavoravo. Non si era trovata bene perchè non è abituata all’atmosfera fredda dello studio. Aveva infatti bisogno delle vibrazioni tipiche della musica live per star bene, ma comunque ha fatto un ottimo lavoro. Non possiamo di certo affermare che fu un’esperienza vissuta da band, ma fu un’esperienza carica di passione, portata avanti dopo le ore lavorative e con poco denaro a disposizione.
Ci era però piaciuto parecchio il risultato, sebbene ora abbiamo adottato un approccio totalmente diverso.

E.B. - Perché avete scelto Embrace The Fool come titolo del vostro full-length e qual è il significato dell’artwork?

Marcel - Mi piace l’idea di ascoltare quelli che vengono chiamati pazzi da coloro che hanno l’arroganza di affermare che detengono la verità. Sono sempre scettico quando gli uomini si autoproclamano giudici e dicono agli altri che cosa è giusto o sbagliato, sebbene anch’essi siano individui altrettanto fallibili. Quindi perché non accogliere i pazzi? Per quanto riguarda l’artwork, posso dirti che io e Saskia amiamo il colore verde della natura e quindi abbiamo deciso di dare al cd quel particolare sfondo. In una delle immagini si può intravedere una torre, che è collegata alla nostra prima canzone di sempre, Love, in cui Saskia canta di una torre davvero speciale. L’uccello sulla copertina è una scultura fatta da Sjanneke, che ha suonato il violoncello e il violino sul disco. Racconta di noi, delle nostre emozioni, relazioni, vibrazioni, della natura, del suo ritmo pulsante e delle sue melodie incantate.

E.B. - Sembrate alquanto influenzati dalle tradizioni Folk, neoclassiche e Dark...

Marcel - Assolutamente sì! Per me è più significativo l’aspetto Dark. Sono così interessato alla musica nella sua totalità che non posso dire di voler enfatizzare un certo stile. Tuttavia ciò che posso dire è che la musica mi rapisce più profondamente quando trasmette un’atmosfera oscura. Ti confesso che è raro che io ascolti canzoni composte in una tonalità maggiore! Poi so che Saskia ama il romanticismo inglese ed è davvero legata alla natura. Credo che sarebbe d’accordo con me!

E.B. - Qual è il vostro rapporto con la Equilibrium Music e le altre bands del suo roster?

Marcel - Sfortunatamente non c’è un rapporto stretto. Abbiamo incontrato i ragazzi della Equilibrium Music solo una volta. E’ stato piacevole parlare con loro ma non c’è altro. Abbiamo anche incontrato gli Hexperos, i The Moon And The Nightspirit e i Les Frasgments, ma non c’è un rapporto reale.

E.B. - Vi sentite parte di una scena Neo Folk ben definita o pensate che i Poets To Their Beloved siano una realtà distaccata?

Marcel - Gran bella domanda! A causa del fatto che noi non suoniamo e non ci incontriamo molto spesso, abbiamo la nostra realtà separata. Quando ci incontriamo e suoniamo, facciamo il nostro lavoro e non ci sentiamo connessi alla scena. Detto questo, vorrei sottolineare che io sono di mentalità aperta e progressista. Se suonassimo maggiormente e incontrassimo tanta gente e tante bands, probabilmente saremmo parte di una scena.

E.B. - Di cosa trattano i testi delle vostre canzoni?

Marcel - Di rapporti fra individui. Questo è l’elemento fondante die testi di Saskia.

E.B. - Puoi elencare e descrivere i particolari strumenti musicali che avete impiegato in Embrace The Fool?

Marcel - Beh, non ci sono così tanti strumenti particolari. Saskia ha usato il suo dulcimer, che ha un suono fantastico. Penso che l’abbia comprato in un supermercato in Olanda. Lo chiederò poi a lei... Poi abbiamo impiegato alcuni strumenti a percussione africani. Ho acquistato uno djembe davvero stupendo, fatto di legno rosso. Ha un suono suggestivo, carico di bassi. Poi c’è la mia ocean drum e la chitarra che mia madre mi regalò per il mio esame conclusivo. Questa chitarra è molto importante per me e quindi la ritengo uno strumento speciale.

E.B. - Avete viaggiato in diversi Paesi come l’Irlanda prima della composizione di Embrace The Fool. Qual è il rapporto tra questi viaggi e la musica che proponete?

Marcel - E’ stato in Irlanda che ho incontrato Saskia per la prima volta. Quei fantastici paesaggi, quel profumo dell’aria irlandese, quell’intenso colore verde delle piante, quel sapore della Guiness e quei suoni che abbiamo creato quando ci siamo seduti sotto il cielo irlandese rimarranno sempre connessi ai Poets To Their Beloved. Così quando ci incontriamo, suoniamo e componiamo, siamo accompagnati da una sensazione unica che ritorna costantemente.

E.B. - Vi sentite davvero come dei poeti che esibiscono le loro composizioni attraverso il veicolo della musica?

Marcel - Certo, se si compara un musicista ad un poeta.

E.B. - Cosa ne pensi dei Dead Can Dance? Hanno giocato un ruolo significante nella tua formazione musicale?

Marcel - Assolutamente sì. Senza di loro non ci saremmo incontrati. Mi sono seduto su un autobus da qualche parte in Irlanda e avevo strane sensazioni. Poi ho sentito una ragazza che parlava di un seminario al quale si stava recando. Era Saskia e stavamo andando entrambi al workshop di Brendan alla chiesa di Quivvy. I Dead Can Dance hanno creato il linguaggio musicale che entrambi comprendiamo e parliamo.

E.B. - Suonate una musica meditativa e carica di introspezione, ma molte altre bands Neo Folk sono più legate alle leggende e alle saghe delle loro terre. Qual è il soggetto che meglio personifica il Neo Folk secondo te?

Marcel - Mi piace davvero l’idea di cantare le nostre origini e celebrarle con la musica, finchè queste non sfociano in un ideale nazionalista. Questo è il miglior soggetto per la musica Folk.

E.B. - Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Marcel - Con i Poets To Their Beloved registreremo il nostro prossimo album in estate. Comprenderà canzoni più veloci e ritmate e vedrà la band al completo!

E.B. - Quando saremo in grado di vedere i Poets To Their Beloved in Italia?

Marcel - Appena possibile! Restiamo in contatto, in modo da potervi informare di un’eventuale nostra data nel vostro Paese!

E.B. - Grazie mille per quest’intervista e per la tua gentilezza. Vi auguriamo un futuro ricco di soddisfazione e successo musicale. Puoi concludere l’intervista come preferisci!

Marcel - Sono io a doverti ringraziare per questa intervista, mi son davvero piaciute le tue domande che mostrano che siete davvero, davvero interessati alla musica e ai musicisti! Un grande saluto a tutto il pubblico che apprezza la nostra musica e ci supporta in Italia. State connessi per ulteriori news in futuro!

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