- Jonathan Davis - voce
- Fieldy - Basso
- Munky - chitarra
- David Silvera - Batteria
1. Twisted Transistor (4:12)
2. Politics (3:16)
3. Hypocrites (3:49)
4. Souvenir (3:49)
5. 10 or a 2-way (3:49)
6. Throw Me Away (4:40)
7. Love Song (4:18)
8. Open Up (6:15)
9. Coming Undone (3:19)
10. Getting Off (3:25)
11. Liar (4:14)
12. For No One (3:37)
13. Seen It All (6:18)
14. Tearjerker (5:04)
See You on the Other Side
Dimenticate i cari vecchi Korn. Eh sì ragazzi, purtroppo questa è la realtà. Già da tempo non tirava aria buona per la band e la mazzata definitiva è arrivata quando, il leggendario chitarrista Brian "Head" Welch, ha deciso di lasciare a piedi il gruppo. Il motivo? ha deciso di cambiare totalmente vita dedicandosi in tutto e per tutto alla religione. Si, avete capito bene: dall'inferno al paradiso. Nonostante questo la band ha continuato a suonare e, ahimè, ad incidere. A sostituire Welch non è arrivato nessuno quindi i Korn sono passati da 5 a 4 componenti.
Il disco può considerarsi un nuovo inizio in tutto e per tutto, a partire dai suoni fino ad arrivare all'immagine dei musicisti. I suoni sono completamente cambiati e, la presenza di una sola chitarra, rende l'impatto molto meno agressivo. Anche Jonathan Davis ha deciso di cambiare impostazione della voce e di utilizzare molto di più gli effetti che oggi la tecnologia fornisce (forse perchè non riesce più a cantare come una volta!?) piuttosto che i versi che avevano fatto della sua voce una caratteristica principale. E del basso cosa dire? Dove è finito Fieldy che si divertiva a sfogarsi a suon di pugni duettando col batterista Silvera? Il risultato di tutto questo è un suono fitto di campionature, filtri alla NIN, pattern tribali stile Depeche Mode e, cosa più deprimente, gothic di matrice Marilyn Manson. Scordate insomma il geniale mix di generi che aveva reso famoso il gruppo. Nonstante questo ci sono alcune cose (poche) interessanti che fanno pensare, come detto prima, ad un nuovo inizio. Una di queste è la scelta di utilizzare la chitarra con un suono molto più cupo e basso (l'impressione è che si siano ulteriormente scordati di una tonalità). Un altro cambiamento radicale è la voce di Jonathan che, campionandola, mixandola e alterandola elettronicamente, ha cambiato totalmente impostazione.
L'album è caratterizzato da canzoni che difficilmente rimangono in testa anche dopo svariati ascolti; le uniche degne di nota sono Twisted Transistor, Politics, Hypocrities e la bellissima For No one
dove sembra essere rimasto qualcosa del vecchio sound, soprattutto inelle ultime due citate, dove la chitarra fa quello a cui ci eravamo tanto innamorati (sound semplice ma d'impatto), il basso sleppa in distorto e soprattutto il batterista si diverte a mischiare ritmi con doppio pedale a ritmi in controtempo fino a spaziare a ritmiche terzinate.
Che dire quindi, di questo nuovo cd appena partorito? Sicuramente non sono i Korn che abbiamo sempre conosciuto. L'album sembra esser fatto per rassicurare i fans che la band esiste ancora, nonostante l'uscita del chitarrista Welch. I presupposti per iniziare un nuovo ciclo ci sono tutti, basta solo riuscire a mettere a posto le idee e buttarle giù al meglio possibile, senza però dimenticare il sound che ha fatto dei Korn uno dei pionieri del genere Crossover. Concludendo, cd consigliato a coloro che sullo scaffale hanno tutte le precedenti releases e che quindi non possono, per principio, non comprarlo. Altrimenti, se siete solo degli ascoltatori curiosi, il consiglio è di puntare sulle vecchie stampe. Speriamo sia stato solo un passo falso!