I Madder Mortem stanno lavorando alla pubblicazione del nuovo album e ne parlano a RockLine.it attraverso il chitarrista BP M. Kirkevaag, che si sofferma anche sul passato e sulle curiosità riguardanti la band sperimentale norvegese...
E.B. - Ciao! Grazie prima di tutto di spendere un po’ di tempo a rispondere alle nostre domande. Complimenti per l’ultimo Desiderata: come mai avete deciso di intitolarlo così?
BP M. - Grazie dei complimenti!
Ti allego prima la definizione dal dizionario:
“Desiderata, plurale di Desideratum (1652): letteratura, “qualcosa per cui si prova desiderio”, epistemologia, “avere nostalgia di” (vedi desiderare).
L’idea che si cela dietro al titolo è che tutte le canzoni riguardano, per diversi ambiti, diverse “desiderata” umane. Ci siamo anche imbattuti nella definizione “qualcosa verso cui si prova la mancanza”, che è più significativa per l’album. Riguarda infatti i sogni, le aspirazioni e la brama, che la maggior parte delle volte non è realizzata nel concreto.
E.B. - State lavorando a materiale nuovo? Quando sarà pubblicato il successore di Desiderata?
BP M. - Sì stiamo lavorando a nuovo materiale e ciò continua fin da prima della pubblicazione di Desiderata. Sono sicuro che abbiamo prodotto così tanto materiale da poter pubblicare un oppio album, ma uscirà con nove-dodici canzoni. La prossima primavera registreremo una pre-produzione di cinque canzoni che compariranno sul disco e saranno davvero coinvolgenti! Abbiamo in programma la release per il 2008, ma dovremo vedere che cosa deciderà la Peaceville riguardo la data.
E.B. - Come muterà il vostro sound da quello di Desiderata?
BP M. - Cambierà, come è sempre successo con questa band. Ci sarà un’evoluzione da Desiderata. Non c’è da preoccuparsi, sarà riconoscibile non appena lo si inserisce nel lettore cd. Penso che sarà meno incentrato sui riff di chitarra e privilegerà le armonie vocali. Il nostro metodo per scrivere pezzi è abbastanza mutato da quando tutta la band si impegna a arrangiare ogni brano. Per la prima volta tutti i membri hanno collaborato con del materiale che è stato convogliato nelle canzoni. Non penso che i nostri ascoltatori saranno insoddisfatti. Sentiamo di star facendo un ulteriore passo in avanti.
E.B. - Penso che ci siano alcuni elementi Alternative in Desiderata, oltre a quelli più tipicamente gotici. Avete preso ispirazione da acts come i Tool?
BP M. - Non direi che c’è una diretta ispirazione dai Tool, ma c’è una somma di tutti gli elementi della musica che ascoltiamo. Non c’è nessuno nella band che ha alcuna connessione con il Gothic Metal o con l’Alternative dei Tool. Credo che bands come Tool, The Mars Volta e Opeth siano un’ispirazione, nel senso che sono originali e sono dotati di un sound personale. Hanno raggiunto un grande pubblico facendo ciò che desideravano musicalmente e non conformandosi alle politiche del music business. C’è qualcosa che ci relaziona con questo tipo di realtà: sentiamo che siamo spesso confrontati con bands che non hanno nulla a che spartire con noi. Per esempio non siamo una formazione Gothic Metal e mai lo siamo stati. Ci sentiamo più vicini ai gruppi sopra citati o addirittura ai System Of A Down.
E.B. - Chi ha progettato la parte artistica della copertina di Desiderata? e qual'è il suo significato più profondo?
BP M. - Il nostro designer è lo stesso che ha fatto le copertine di All Flesh Is Grass e Deadlans, Christian Ruud. Lui suonava la chitarra nel primo album dei Madder Mortem, Mercury, ed è come un sesto membro della band con i suoi disegni per le copertine e le ideazioni dei disegni. La copertina è la sua interpretazione grafica delle canzoni e musiche di Desiderata. Lasciamo i significati più profondi all’interpretazione degli ascoltatori.
Potrebbe essere simbolo di sogni, speranze , desideri o qualcosa che si sente mancare.
Potrebbe essere lo scenario di una mente schizofrenica e malfunzionante.
Potrebbe essere un giorno del dissennato cerchio delle vita. Potrebbe essere una strana fiaba.
Potrebbe essere anche solo un bel disegno...è quello che la tua mente vuole che sia…
Penso che sia meglio che le persone usino la loro immaginazione e si facciano le proprie opinioni invece di ricevere indicazioni da altri.
E.B. - Avete pubblicato quattro album e Desiderata è molto diverso dai precedenti. Come siete arrivati a questo ?
BP M. - Innanzitutto ritengo che sia una normale reazione al più monotono e omogeneo album Deadlands. Abbiamo fatto le cose più velocemente questa volta, diventando più coraggiosi con gli arrangiamenti e le parti, diventando, in un certo senso, più pazzi. Il processo in studio è stato molto diverso rispetto alle precedenti sessioni, perché ci siamo soffermati con meno precisione sui dettagli (per esempio usando diverse chitarre, amplificatori e con uno stile che non avevamo mai realizzato prima). Abbiamo anche dedicato più tempo alle dinamiche e ai ruoli. Abbiamo tentato di creare contrasti sempre maggiori e questo è qualcosa su cui stiamo ancora premendo.
E.B. - Come descriveresti la vostra evoluzione musicale dal tuo inizio fina a Desiderata?
BP M. - Come la lenta nascita di un mostro su un sentiero irrequieto e mai ben definito. Mercury era la tranquilla, dolce introduzione e conclusione del nostro capitolo da principianti, All Flesh Is Grass aggressione, rabbia, originalità e sperimentazione, che hanno segnato un nuovo sentiero su cui siamo rimasti con Deadlands, un noioso, triste, omogeneo viaggio. E’ un album ben organizzato dove potete sentire i risultati dei live e della nuova formazione stabile. Penso tuttora che contenga alcune delle nostre migliori canzoni.
Desiderata è selvaggio, avventuroso, misterioso e magnifico. Una nuova grande formazione, nuove variazioni e una crescita come compositori, più esperimenti strumentali in studio. Credo che la musica abbia ampliato la nostra varietà ed originalità con ogni nuovo album, diventando sempre più difficile da mettere in scatola.
E.B. - Quando farete un altro tour? Verrete in Italia?
BP M. - Appena riceviamo un’offerta o quando la nostra situazione economica lo renderà possibile. Amiamo suonare live ed incontrare persone che possono interessarsi della nostra musica. Spero che l’Italia possa essere nella lista, visto che la nostra ultima esperienza è stata fantastica!
E.B. - Qual è il tuo rapporto col nostro Paese?
BP M. - Ho solo visitato qualche vostra città in tour, ma ho trovato splendido il vostro Paese. Le persone che abbiamo incontrato erano molto piacevoli. Mi sembrate persone affettuose e con molte belle tradizioni. Inoltre amo il vostro cibo e i vostri vini. La mia esperienza mi ha certamente insegnato che il cibo italiano ha un sapore superiore in Italia rispetto a qualunque altro posto, eheh. Inoltre, ovviamente, tutti i film e serie tv ambientati in Italia sono rimasti impressi nel profondo della mia mente, influenzandomi.
E.B. - Voi siete stati in tour con celebri gruppi come gli Opeth e molti critici legano il vostro nome a quello degli Opeth e viceversa. Qual è il tuo rapporto con Mikael e gli altri componenti della band?
BP M. - Il fatto di legarci a loro è comprensibile per via del tour e anche per il genere di musica che facciamo. E’ un grande riconoscimento essere considerati simili a loro. Sento che entrambi i gruppi esplorano territori comuni come sfondi musicali, ispirandosi a qualsiasi cosa. E il risultato è davvero soddisfacente. Sono passati molti anni da quando abbiamo conosciuto gli Opeth, ma li consideriamo sicuramente degli amici. Siamo ancora molto grati a Mikael e agli altri per averci preso con loro al “Deliverance European tour” e ci hanno trattato egregiamente. Abbiamo passato momenti fantastici! Nono solo sono tra le nostre band preferite e degli ottimi musicisti, ma anche persone molto piacevoli e semplici .
E.B. - Potete essere considerati come una delle più innovative band sulla nuova scena norvegese. Puoi descrivere l’ambiente musicale ad Oslo? Qual è il responso dei Norvegesi alla vostra musica?
BP M. - Grazie per l’apprezzamento! Abbiamo ben poco a che fare con la scena di Oslo e siamo sempre a realizzare i nostri progetti un po’ ai margini, qui nel nostro Paese. Diamo più attenzione alla musica e ciò la considero una buona cosa. In ogni caso l’attenzione qui non è monopolizzata dal Black Metal.
Riceviamo praticamente lo stesso responso qui e in qualsiasi altro posto. Abbiamo solo pochi ascoltatori perché le altre persone pensano che siamo troppo strani per essere anche soltanto degni di considerazione. Facciamo più concerti qui, perché è più facile entrare in contatto con i nostri ascoltatori.
E.B. - Ci parli della tua storia musicale? E come definiresti la tua musica?
BP M. - Ho iniziato come batterista, suonando Thrash/Death con la mia prima band nel 1992. Poi sono passato alla chitarra, continuando però anche la batteria. Sono un autodidatta e le prime cose che tentai di imparare furono canzoni dei Beatles. Poi cominciai ad imparare a suonare Metallica, Sepultura e Slayer. Continuai con la chitarra…And Justice For All definiva ciò che volevo fare in tutta la mia vita, eheh. Formammo i Mystery Tribe nel 1993 e qui sono tuttora, però il nome cambiò in Madder Mortem. Frequentai un liceo musicale, ma non posso dire che esso ebbe molto impatto su di me come musicista. Come considererei la nostra musica? Io non lo farei…eheh. E’ musica pesante, emozionale e sperimentale, con un fondamento nel metal. Quindi proviamo…Builder Metal…ahah.
E.B. - La Peaceville è una buona etichetta per i Madder Mortem? E cosa pensi delle altre band che hanno firmato con la Peaceville?
BP M. - Sì, fino ad ora sono stati grandi con noi e penso che la nostra musica segua bene il loro profilo. Sono ancora qualcosa di leggendario per me, per le loro pubblicazioni di Darkthrone, My Dying Bride, Paradise Lost e così via. Sono stato un grande fan dei My Dying Bride da quando ho iniziato a suonare la chitarra. Anche Turn Loose the Swans e The Angel e The Dark River furono molto ispiranti. I Katatonia e i Darkthrone sono altre leggende. Probabilmente noi siamo molto più simili ai Katatonia e penso che i loro ultimi due album siano ottimi.
E.B. - Un'ultima curiosità: chi inventò il nome Madder Mortem e cosa vuol dire?
BP M. - Credo che fosse davvero un’idea di tutta la band. Letteralmente vuol dire “morte rossa” (Madder è un colore rosso scuro). Simboleggia questo contrasto: “Rosso” per vita, passione, rabbia, amore, sangue e vitalità, dove la “morte” è silenzio, staticità e apatia, una sorta di principio yin/yang. Non è come “buono” contro “cattivo”, che sono sue estremi dello steso concetto, ma è movimento contro immobilità. Credo che questo amore per il contrasto sia molto visibile nella nostra musica. E ancora, c’è anche il fattore “pensavamo che suonasse bene”…eheh…
E.B. - Grazie per questa intervista. Ti auguro un grande successo per il futuro. Puoi terminare come preferisci, a presto da RockLine.it!
BP M. - Grazie per l’intervista! Un grande saluto va a tutti gli ascoltatori italiani! Speriamo di poter tornare in Italia presto e suonare qualche nostra canzone. Il nuovo album sta per arrivare e sarà qualcosa di diverso , ma sorprendente, lo prometto. Restate mentalmente aperti!