- Franz Di Cioccio - voce e percussioni
- Franco Mussida - chitarra e voce
- Patrick Djivas - basso e programmazione
- Flavio Premoli - pianoforte, organo, sinth, voce
1. Ouverture (05:08)
2. Il Confine dell'Amore (01:13)
3. Non è un Incubo è Realtà (05:38)
4. Il Mio Nome è Dracula (07:16)
5. Il Castello dei Perchè (04:03)
6. Non Guardarmi (04:11)
7. Ho Mangiato gli Uccelli (03:57)
8. Terra Madre (06:16)
9. Male d'Amore (03:59)
10. La Morte Non Muore (02:53)
11. Un Destino di Rondine (11:07)
Dracula - Opera Rock
Si percepiva già nell’aria un ritorno della Premiata Forneria Marconi davanti al grande pubblico italiano ed estero, ritorno preannunciato dall’uscita del Live Dvd in piazza del Campo con la partecipazione dello storico Mario Pagani. Dracula - Opera Rock, nuovo album di studio del quartetto delle meraviglie del Progressive italiano ci giunge a metà ottobre 2005, presentando un lato inedito della band, più oscuro e allo stesso tempo aperto alla moderna innovazione.
Un concept album basato sul celebre racconto di Bram Stoker, che si articola in undici tracce, curate nei minimi particolari sia nella stesura delle parte sinfoniche, sia nel ruolo che ogni capitolo riveste all’interno del disco: la PFM in tutta la sua carriera non aveva mai proposto un’opera rock, un episodio discografico che permettesse di prendere un respiro dai soliti full-lenght di studio, proprio come fu il famoso Tommy per gli Who. Non si può certo parlare di musical, poiché solitamente in un musical il tessuto musicale è alquanto scarno, per conferire maggiore libertà e spazio alle sezioni vocali. Invece il gruppo italiano dà lo stesso peso ad entrambi i registri, musicale e lirico, dimostrando ottime capacità a livello di song-writing.
L’Ouverture strumentale crea, come l’intermezzo Il Confine dell’Amore, pregevoli effetti di luce ed ombra che rendono il nuovo sound della PFM allo stesso tempo piacevole e misterioso: i cambiamenti di tempo repentini e le parti operistiche disegnate dalle tastiere di Flavio Premoli e dal supporto orchestrale regalano originalità all’avvio dell’album.
Non E’ Incubo E’ Realtà punta parecchio sull’approccio diretto iniziale e sugli intervalli introspettivi, in cui strumenti a fiato ed archi si accostano elegantemente alla parte portante, mentre le voci si presentano come sempre fresche e ben modulate nei giochi espressivi.
Più sommesso e chiuso in se stesso è Il Mio Nome E’ Dracula, dal sapore meno progressivo e più votato a sonorità atmosferiche di riempimento: gradevole certamente, quest’episodio, seppur non desti particolare attenzione, rimane un buon esempio di unione tra sinfonia e reminescenze Rock che vanno a scavare non solo nella tradizione settantiana ma soprattutto nel feeling Pop che guida le voci.
Completamente Progressive è la bella e varia Il Castello dei Perché, meditativo passaggio all’insegna degli organi e di interludi acustici che rendono onirico e carico di passione tutto il pezzo. Dopo aver percorso l’oscuro Non Guardarmi, ecco giunge un altro capitolo Progressive, Ho Mangiato gli Uccelli, leggermente sconnesso nella sua struttura, sebbene trasmetta melodie ricercate e non banali. Strano ed inaspettato è Terra Madre, dove un accompagnamento elettronico si mischia ai timbri Rock della chitarra elettrica e del pianoforte e ad una calda voce che non pare granché azzeccata. Da questo punto l’album subisce un calo, attraverso Male d’Amore e La Morte Non Muore, per riprendersi nel finale con la lunga suite Un Destino di Rondine, della durata di undici minuti, un po’ statica, ma prova convincente dal punto di vista vocale, con l’inserimento della voce femminile e di cori, che concludono liricamente l’opera, appoggiati dalla chitarra e dalla tastiera virtuose.
In definitiva, per chi non si aspettava che i grandi musicisti della Premiata Forneria Marconi potessero tornare alla ribalta con il nuovo album, si consiglia l’ascolto di Dracula, perché originale alternativa a tutto ciò che è stato prodotto negli ultimi anni dal quartetto italiano. Non è sicuramente paragonabile ai celebri capolavori degli anni ’70 come Storia di un Minuto o Per un Amico, anche perché sono dischi di matrice diversa, non opere Rock: tuttavia, anche Dracula costituisce una soluzione insolita e per questo degna di essere ascoltata e, se ritenuta interessante, apprezzata.