Green Carnation
(Kjetil Nordhus)
di: 
Paolo Cazzola
06/02/2007



 

Ad un anno dalla pubblicazione del loro album acustico The Acoustic Verses, i Green Carnation tornano a parlare con RockLine.it di questo emozionante lavoro. Inoltre ci parlano del loro ultimo DVD, presto in uscita anche in Europa, tramite un disponibilissimo Kjetil Nordhus...

P.C. - Ciao Kjetil, e benvenuto su RockLine.it! Come stai?

Kjetil - Sto bene, grazie mille!

P.C. - Per iniziare l’intervista, vorrei iniziare a parlare del vostro ultimo album in studio, The Acoustic Verses. Perché avete scelto questo titolo?

Kjetil - Doveva dare l’idea di come sarebbe stato strutturato l’album, ovvero musica acustica alla maniera Green Carnation. Siamo contenti del titolo e del disco, ha fatto veramente diventare le nostre canzoni dei versi acustici.

P.C. - Perché, a questo punto della vostra carriera, avete deciso di registrare un album acustico? Per addolcire il vostro sound o altro?

Kjetil - Come molta gente probabilmente sa, i Green Carnation sono una band in evoluzione continua, e che cerca sempre nuove possibilità per rendere tutto egualmente interessante sia per noi sia per i nostri fan. L’idea di un album acustico inizialmente doveva essere usata per la pubblicazione di un disco in edizione limitata per il quindicesimo anniversario della band, ma scoprimmo presto che le sessioni acustiche erano qualcosa che ci interessava moltissimo. La risposta al nostro album fu così elevata che decidemmo di non pubblicarla più in edizione limitata, perché probabilmente sarebbe stata una cosa interessante per molto più di un paio di persone.

P.C. - Personalmente penso che The Acoustic Verses sia un album fantastico. Come lo collocate nella vostra discografia? Siete soddisfatti del risultato finale?

Kjetil - L’album è un degno membro della discografia dei Green Carnation, nonostante l’avessimo pianificato come qualcos’altro. E siamo molto soddisfatti del prodotto finito. E’ stato una nuova esperienza per i membri della band, ed è il prodotto di una sfida e di un processo interessante riguardante tutto il gruppo.

P.C. - Avete usato qualche strumento particolare durante le registrazioni? Ho sentito alcuni violini e un theremin (potrei sbagliarmi)…

Kjetil - Hai ragione in entrambi i casi. Abbiamo invitato Leif Wiese e anche un suo amico per comporre delle parti soliste. In seguito hanno potuto registrare le parti di violino nell’album, vale a dire qualcosa che avrebbe reso le canzoni soddisfacenti. Inoltre Michael Krumins voleva includere il suo theremin nell’album, e notammo che si adattava perfettamente alla seconda parte della mia canzone, Maybe. Siamo veramente felici di queste sperimentazioni, e preferiamo provare troppo che troppo poco. Fortunatamente entrambi questi progetti si sono adattati perfettamente al nostro bagaglio acustico.

P.C. - Perché avete scelto di scrivere testi così tristi e introspettivi? Mi affascinano molto…

Kjetil - Piacciono molto anche a me, sia in questo album che nei precedenti. Abbiamo diversi scrittori di testi nei Green Carnation, ed è una grande sfida per me come cantante provare ad interpretarli tutti nella maniera migliore. Inoltre, come tutte le altre persone che ascoltano le canzoni, trovo un mio significato personale di questi testi, ed è un processo importantissimo per me, specialmente per il modo in cui i nostri scrittori scrivono. Per la nostra scelta di scrivere testi tristi e introspettivi, posso dirti che non è stata una scelta fatta a monte: non ne parliamo molto prima del processo di registrazione, e credo che ognuno scriva testi che si possano adattare all’atmosfera creata dalla musica. Questo è il modo in cui è, e questo è il modo in cui, spero, sarà sempre.

P.C. - La canzone Alone ha come testo un poema di Edgar Allan Poe, giusto? Perché l’avete citato?

Kjetil - E’ stata un idea di Tchort, e penso che sia riuscita benissimo. Non conosco la sua idea iniziale riguardo alla poesia, ma si adatta moltissimo all’atmosfera dell’album. Sono stato molto felice nel comporre una melodia per il poema, e sono molto fiero del risultato alla fine.

P.C. - Cosa sta a significare il titolo 9-29-045? E perché avete diviso la suddetta canzone in tre parti?

Kjetil - Stein Roger non vuole rivelare il vero significato del titolo, ed è stata una cosa che abbiamo accettato tutti. In ogni modo, sia dal punto di vista della musica che di quello del testo essa si divide in tre parti, quindi fu naturale per lui ripartirla in questo modo anche nel disco.

P.C. - “The Burden Is Mine....Alone” è la mia canzone preferita del disco, ed è stato il primo singolo estratto da esso. Perché avete scelto questa canzone?

Kjetil - Prima di tutto e soprattutto, perché è una grande canzone. Avevamo diverse alternative, ma alla fine scegliemmo The Burden Is Mine....Alone. Stein Roger canta in quel pezzo e suona tutti gli strumenti. Tuttavia, non è la canzone che rappresenta totalmente l’album. Volevamo comunque sottolineare il fatto che questo disco è diverso dagli altri, e questo è il modo migliore per farlo.

P.C. - La copertina di The Acoustic Verses è così suggestiva…Cosa significa?

Kjetil - Si ha sempre bisogno di complementare una copertina alla musica, e abbiamo reso ciò possibile tramite moltissime alternative. Significa qualsiasi cosa ci vediate dentro.

P.C. - E a proposito del vostro DVD che uscirà a breve?

Kjetil - Abbiamo fatto un concerto nelle montagne norvegesi l’estate scorsa, producendo appieno l’album, con musicisti di supporto che contribuirono alla realizzazione del disco e con un quartetto di strumenti a corda. E’ stata la serata più magica che potessi aspettarmi, musicalmente parlando, e il tutto venne filmato con otto videocamere. Ora il prodotto è finito e pubblicato in Norvegia. Vogliamo che sia disponibile in tutto il mondo, ma non ti so dire precisamente la data di pubblicazione al momento, ma sono certo che entro pochi mesi avrete anche voi la possibilità di prender parte a quella magica notte, A Night Under the Dam.

P.C. - Come definiresti lo stile dei Green Carnation? Vi sentite più vicini al Gothic o al Progressive? O a nessuno dei due?

Kjetil - Definirei la musica dei Green Carnation come progressiva e, detto tra noi, non ho mai capito il significato del termine Gothic (specialmente accostato ai Green Carnation). Molta gente crede che sia bello dire se è un certo tipo di musica è questo o quello, ma io credo che l’unica etichetta e metro di paragone possibile per la essa sia la qualità.

P.C. - Come nasce una canzone dei Green Carnation? Cosa vi influenza maggiormente?

Kjetil - Per quanto mi riguarda, quando sono ispirato cerco di crearmi un atmosfera interiore attraverso le tonalità musicali, e il più delle volte è un processo molto lungo. Quando sono felice, con un idea di base, cerco di espanderla scrivendo testi che complementino quest’atmosfera. Parli di influenze, ed esse possono essere molte e differenti. Ma credo che i sentimenti e i momenti siano le più grandi influenze per me. Credo sia per questo che le mie canzoni risultano ambigue per molte persone.

P.C. - Il vostro stile è cambiato moltissimo durante gli anni. Cosa ci dobbiamo aspettare dal prossimo disco dei Green Carnation? Un altro disco acustico o un ritorno alle origini?

Kjetil - Non credo che ci sarà un altro disco acustico, ma nello stesso tempo non credo che ci sarà un ritorno alle origini. Come ho detto prima, siamo una band in evoluzione continua, e continueremo la nostra evoluzione anche nel prossimo album. Abbiamo discusso molto riguardo alla direzione musicale che intendiamo seguire, ma limitarci troppo prima del vero e proprio processo creativo sarebbe stupido, quindi siamo praticamente aperti a tutto. Questo è sicuramente uno degli aspetti migliori dei : non saprai mai come suoneranno le cose prima di avere l’album finito tra le mani. E questo non vale solo per i fan, ma anche per noi stessi.

P.C. - Che tipo di musica stai ascoltando in questo periodo? Vuoi suggerirci qualche album o qualche gruppo?

Kjetil - Si, mi piacerebbe. Guardando i miei ascolti questo è quello che sto ascoltando maggiormente in questo periodo: Tom Waits (Orphans: Bawlers, Brawlers and Bastards), Mastodon (Blood Mountain), Opeth (Ghost Reveries), Blackfield (Blackfield) e Beatles (Revolver).

P.C. - Grazie mile per averci concesso questa intervista! Puoi finirla come meglio preferisci. Grazie ancora, a presto!

Kjetil - Grazie mille per le tue domande. Mi raccomando, dì ciao a tutti in Italia!

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