GPS
(John Payne)
di: 
Edoardo Baldini
30/10/2006



 

Intervista esclusiva a John Payne, ex front-man degli Asia e ora mente dei GPS. Ad affiancarlo in questa sua nuova fatica è intervenuto anche Ryo Okumoto degli Spock's Beard, che ha garantito originalità a Window To The Soul, debutto del 2006 sotto Inside Out...


E.B. - Ciao John, grazie mille per il tempo e per l’attenzione che ci riservi. Prima di tutto congratulazioni per l’album e per la band in generale! E’ stupendo vedere John Payne così in forma.

John - Grazie mille! Dopo una caduta devi alzare il tiro e prenderla come una sfida! Chi disse che la vita è onesta e facile?

E.B. - Dopo l’abbandono di Geoff Downes per poter lavorare di nuovo con John Wetton, sembrò che i GPS volessero tornare insieme velocemente. Probabilmente sapevi che quella situazione poteva presentarsi un giorno…

John - Mi è sempre passato per la mente che questo potesse accadere. Quando Geoff Downes tornò a lavorare con John Wetton un paio d’anni fa vidi una scritta sul muro. Realizzai che non facevo altro che prendermi in giro pensando che la fedeltà potesse vincere sul denaro. E’ stato un forte shock per tutti. I GPS sono quello che Geoff ci ha lasciato, e tre ragazzi molto determinati.

E.B. - Una delle cose sorprendenti dei GPS è che sono stati messi insieme musicisti in forte sintonia, e con i quali tu avevi già lavorato in precedenza. Come è potuto succedere che i pezzi si siano incastonati così bene? Sembrava quasi che tutti fossero pronti e desiderosi di iniziare!

John - Nessuno aveva dubbi sul da farsi: dovevamo andare avanti. C’era molta chimica ed empatia tra noi. Questo e l’abbandono di Geoff ci rese liberi di esplorare al di fuori dei confini degli Asia. Eravamo determinati ad andare avanti già due giorni il suo abbandono.

E.B. - Avevi già in mente dall’inizio il tipo di musica che intendevate fare o è venuta fuori non appena avete iniziato a lavorare insieme?

John - Decidemmo che sarei stato io a produrre l’album, e perciò io volevo che ognuno rimanesse se stesso, cercando di evitare dittature. La musica che ne venne fuori era libera, e rispecchiava le emozioni di ognuno.

E.B. - Una leggenda dell’industria discografica come John Kalodner fa parte del team per Window To The Soul. Come e in che modo è stato coinvolto?

John - Volevo avere Leonardo Da Vinci sulla copertina. Dissi la mia idea a tutti rigurdo John Kalodner, e mi dissero che ero pazzo! Gli spedì una mail e mi rispose accettando. Non l’aveva mai fatto prima, lo misi in Karma!

E.B. - I GPS sono nati per rimanere sulla scena o sono un progetto parallelo?

John - I GPS sono una band, non un progetto, siamo fermamente convinti di ciò.

E.B. - Parlaci di Ryo Okumoto. E’ solo un collaboratore o è un membro effettivo della band? Specialmente tenendo presente la sua grande e distintiva performance nell’album.

John - La sua parte nel sound dei GPS è molto importante. Questa band è veramente tanto per gente che ha gli stessi obiettivi. Ryo è un quarto dei GPS.

E.B. - Window To The Soul è stato prodotto da te. Ho notato un approccio più aggressivo e “in-your-face” nel modo in cui la tua voce è stata proposta. Il basso ha un posto più rilevante nel mixaggio finale, e in generale l’album ha un suono più naturale rispetto al precedente lavoro degli Asia. Credo sia proprio quello che volevi ottenere…Come mai hai pensato che questo fosse il suono migliore per gli Asia?

John - Questo è sintomo di attenzione! E’ difficile nascondere un delay o un reverbero in quest’album. Volevo un suono più contemporaneo, non molto legato a quello degli anni ’80. Volevo che ogni nota della mia voce potesse apparire come il mio ultimo respiro. Volevo, come hai giustamente detto, un disco “in-your-face” con pochi punti deboli.

E.B. - C’è un miscuglio molto ben bilanciato di progressive rock e di rock più “classico” nelle canzoni. E’ il vostro definitivo marchio di fabbrica? Sembra che tu ami band come Yes o Genesis allo stesso modo dei Journey o degli Eagles.

John - Sì, la melodia viene come prima cosa per me, quindi ho messo dei motivi prog. Scrivo quello che è lo scheletro della canzone con la chitarra acustica e poi lo porto dagli altri. Il suond della band è influenzato in definitiva da moltissime band, ma cerchiamo sempre e comunque di portare qualcosa di nuovo nella composizione.

E.B. - Ascoltando i GPS, mi è sembrato chiarissimo che tu non eri solamente “il collega” di Geoff Downes, e la prova della tua personalità passa dagli Asia per arrivare ai GPS, appunto. Da questo punto di vista, Window To The Soul è un modo di inquadrarti come musicista? Un modo per dire “Ehi, lo so fare da solo!”?

John - Credo che tu abbia ragione. Mi sentivo frustrato in passato quando la gente presumeva che Geoff si occupasse della maggior parte della composizione e della produzione. Sono stato fortunato ad unirmi ad una band come gli Asia, ma credo di essere cresciuto in tutti questi anni.

E.B. - Sulla cover dell’album c’è un ragazzo vestito da prete, o qualcosa di simile, mentre guarda la TV con una finestra alle sue spalle, dalla quale si vede un paesaggio misterioso. Da qui il titolo Window To The Soul. Ovviamente c’è un significato profondo dietro questa copertina. Potresti spiegarcielo?

John - L’immagine raffigura questo Leonardo Da Vinci che sogna un futuro dominato dalla tecnologia seduto davanti alla TV tra un centinaio di anni, solo per vedere gli orrori del mondo e non quello utopico che desidera.

E.B. - Dopo aver lavorato per così tanti anni con Geoff, come ti senti ora ad essere affiancato da musicisti diversi?

John - Il processo di song-writing è avvenuto come al solito negli ultimi anni. Di solito mi vengono delle idee riguardo le strofe o i chorus, gli accordi o le melodie, i testi. La band poi li trasforma nel sound GPS. Facevo lo stesso con gli Asia.

E.B. - Sei diventato famoso per essere un abile paroliere, molto interessato ad indagare la natura, la società, il mondo. In questi termini, Window To The Soul può essere considerato il tuo lavoro più critico riguardo tali tematiche?

John - Non saprei, mi sono solo sforzato a disegnare un quadro con le parole per evocare sentimento nell’ascoltatore. I testi sono veramente importanti e abbiamo lavorato tutti molto duramente per realizzare questo album. E’ stato come intraprendere un viaggio delle passioni.

E.B. - L’ultimo album degli Asia, Silent Nation è stato uno degli album più appassionanti, nonché più di successo della vostra storia. Dev’essere stato difficile per te lasciare la band in quel momento, proprio quando molti sforzi erano stati ripagati…

John - Sì è stato un grosso dispiacere che Geoff ci abbia delusi. Avevamo fatto di recente un tour in Europa ed aveva riscosso enorme successo. La Spagna era poi stata una sorpresa. Quello a Barcellona è stato probabilmente uno dei concerti migliori della mia vita. Tuttavia, proprio per questo motivo sono nati i GPS.

E.B. - E’ ovvio che tu sei stato un membro chiave per gli Asia per gran parte della loro storia…alla luce di ciò, ti sei sentito in qualche modo tradito da Geoff?

John - Sì, totalmente. Era uno dei miei migliori amici e ora, dopo la reunion, stanno cercando di cancellare ogni traccia del mio nome. Avevo lavorato anche duramente per ricostruire la band…

E.B. - Hai sentito che cosa sta facendo con John Wetton?

John - Non mi interessa. Preferirei andare avanti per la mia strada. Comunque ho sentito Icon e l’ho trovato molto squallido…

E.B. - Tornando al tuo album, i GPS sono già stati acclamati dal pubblico e dalla critica e avete iniziato a suonare in giro. Hai riscontrato grande coesione tra i vari membri della band? Quali sono le tue impressioni per il futuro?

John - La coesione è incredibile e gli spettacoli sono stati favolosi. Abbiamo deciso che la via da seguire è quella di fare tour su tour e quindi saremo di ritorno in Europa il prossimo anno!

E.B. - Che tipo di setlist avete preparato? Penso che ci siano anche canzoni degli Asia…o anche qualche cover?

John - Come supporto o come co-headliner o nei festivals suoneremo solo le canzoni dell’album dei GPS ma vi potrete aspettare qualche canzone degli Asia o degli Spock’s Beard nei nostri shows di due ore!

E.B. - Per concludere l’intervista, una domanda finale. Data la situazione, i GPS possono essere considerati la tua band definitiva? Torneresti negli Asia se Geoff te lo chiedesse?

John - Non lavorerò proprio più con Geoff ancora. Ora sono debitore di questi ragazzi. Non voglio essere parte di un giro di soldi sul nome della mia band. I GPS sono la band migliore in cui sono mai stato e in cui sarò sempre.

E.B. - Grazie davvero per il tuo tempo John, puoi chiudere come preferisci. Saluti da RockLine.it e buona fortuna con il tuo progetto!

John - Grazie mille per questa fantastica intervista. Mi sono veramente divertito a rispondere alle tue domande! Ciao!

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente