RockLine.it è felice di presentare ai suoi lettori una delle band più promettenti nella scena Progressive/Death Metal italiana, gli Edenshade, reduci dall'ultima valida pubblicazione The Lesson Betrayed. A parlare dell'album è il chitarrista Stefano Wosz...
I.F. - Ciao Stefano! Cominciamo a parlare di voi per rendere più chiara la strada che vi ha portato a questo secondo full-length, The Lesson Betrayed. Come è nato il progetto Edenshade, chi lo ha formato e con quali propositi?
Stefano - Ammazza, è passato un sacco di tempo! Gli Edenshade sono nati nel 1998, allo scioglimento dei Lumen Moritur, il vecchio gruppo di Roberto e Lorenzo, ai quali nelle ultime settimane mi ero aggiunto io…la vecchia situazione ci andava un po’ stretta e volevamo formare un gruppo che potesse permetterci di esprimere a pieno le nostre passioni musicali…volevamo suonare Death Metal melodico in maniera nuova, moderna, inserendo le nostre influenze progressive…dopo qualche mese si è aggiunto a noi Matteo, il nostro vecchio tastierista, e da lì si può dire che il progetto ha preso la sua forma embrionale!
I.F. - E’ stata più impegnativa la preparazione del primo o del secondo album e quali differenze credi intercorrano fra i due lavori?
Stefano - Si è trattato di due situazioni completamente differenti: quando stavamo registrando Ceramic Placebo For A Faint Heart eravamo esaltatissimi, si trattava del nostro debutto e le cose stavano cominciando a girare in maniera interessante, avevamo la possibilità di fare uscire un album, stavamo a Roma agli Outer Sound con i nostri idoli Novembre… ovviamente il fatto ce le spese per le registrazioni erano a carico nostro ci ha causato la giusta pressione, eheh, ma alla fine tutto era fresco e intrigante! Le registrazioni di The Lesson Betrayed invece sono state effettuate in un momento davvero delicato per la band… Atrheia, la nostra vecchia etichetta, praticamente non esisteva più, avevamo avuto un avvicendamento importante in lineup, e nonostante fossimo molto più smaliziati ed esperti di prima, ci sentivamo davvero spaesati: eravamo ufficialmente “a piedi” senza contratto e senza la prospettiva concreta di far uscire il disco… solo la consapevolezza di avere per le mani qualche cosa di grande ci ha permesso di continuare a lavorare a testa bassa e portare a termine il lavoro! Le differenze fra i due dischi secondo me sono evidentissime: il nuovo album è molto più maturo, più personale e, se mi permetti l‘immodestia, più innovativo del suo predecessore… e poi semplicemente contiene dei pezzi più belli, eheh!
I.F. - Ritieni che ormai il vostro sound abbia trovato una buona stabilità o pensi che occorrano ancora delle modifiche?
Stefano - Sicuramente ci stiamo avvicinando ad un suono sempre più personale, e dove il salto fra The Lesson Betrayed e Ceramic Placebo For A Faint Heart è abbastanza evidente, onestamente non so quanto lo sarà quello tra quest’ultimo e il prossimo… sta di fatto che è nostra prerogativa creare sempre musica nuova e non ripeterci mai, ed in più sono davvero convinto che ogni nostro nuovo disco debba avere un suo tratto distintivo, un carattere unico, una specie di demone che lo animi e che lo renda “vivo” ed irripetibile! Non abbiamo praticamente scritto ancora una nota per il successore di The Lesson Betrayed, ma già ti posso garantire che sarà diverso, non tanto per il mero gusto di sperimentare, ma semplicemente perché sarà figlio di un momento storico delle nostre vite diverso da quello che ha dato ispirazione a The Lesson Betrayed.
I.F. - Immagino siate molto soddisfatti di The Lesson Betrayed…in particolare qual è la canzone meglio riuscita a vostro parere?
Stefano - Non saprei dirti davvero, adoro tutto l’album, e penso che ogni pezzo sia funzionale all’equilibrio dell’interno lavoro… se proprio dovessi scegliere una canzone, direi forse Insect in questo momento, perché è quella in cui ci siamo resi il maggior numero di rischi e che mi rende davvero orgoglioso per come è venuta, ma adoro anche Contemplate, o Tmesis… boh, davvero non saprei sceglierne una soltanto!
I.F. - Quali sono gli ascolti che preferite e in che misura hanno inciso sul vostro sound?
Stefano - Non lo so, ascolto davvero di tutto… ultimamente girano parecchio nel mio stereo, in ordine sparso, In Flames, Sadist, Subsonica, Novembre, Pain of Salvation e Korn…ah, e anche Megadeth! Riguardo l’influenza di quello che ascolto in ciò che scrivo…beh, sono/siamo influenzati da parecchie cose diverse, la cosa che ci contraddistingue forse da tantissimi altri è il fatto che cerchiamo sempre di essere personali, senza magari cercare l’originalità a tutti i costi, ma sforzandoci di dire la nostra, o di raccontare determinate emozioni a nostro modo…
I.F. - Come è nata l’idea delle tre voci più quella finale nelle liriche del vostro ultimo album?
Stefano - La cosa è nata in studio… volevamo inserire queste “voci extra” all’interno dell’album per conferire il giusto tocco di atmosfera a determinati passaggi e contribuire a dare fascino al racconto… a tutti gli effetti li consideriamo come una specie di “sample” all’interno dei pezzi, ripeto, che servono a contribuire a dare spessore al racconto, nulla di più…
I.F. - In relazione al titolo e i testi spiegaci un po’ come deve essere interpretata questa ultima release
Stefano - The Lesson Betrayed è un concept album, è un racconto che descrive la storia di uomo che, messo alle strette da una situazione che lo ha completamente svuotato e logorato, si ritrova a commettere peccato contro tutto ciò in cui credeva, macchiandosi di una colpa che lo porterà a dubitare completamente di se stesso e a realizzare che essere venuto meno ai suoi canoni morali in realtà lo ha “ucciso”. The Lesson Betrayed è a tutti gli effetti il racconto di un uomo che si ritrova solo e svuotato fra le macerie della sua vita, nell’istante esatto in cui realizza che tutto quello che aveva e in cui credeva non esiste più per colpa della sua umanità e del suo essere, in qualche modo, fallibile.
I.F. - Siete sempre dell’idea di creare un sistema lirico compatto per i prossimi lavori?
Stefano - Al momento davvero non lo so… l’esperienza del concept è davvero intrigante ma non credo che il nostro prossimo album sarà un concept album, almeno non nel senso stretto del termine… comunque è davvero troppo presto per parlarne, per il momento siamo del tutto concentrati sulla promozione di The Lesson Betrayed.
I.F. - Pensate di impegnarvi in un tour italiano al fine di farvi conoscere maggiormente al pubblico?
Stefano - E’ quello che speriamo di fare, e per il quale stiamo già lavorando con la nostra etichetta! Per il momento siamo confermati al S-Hammer Metal Fest insieme a Sodom, Sadist, Node e tanti altri il 26 Agosto!
I.F. - Avete qualcosa in mente per il futuro degli Edenshade?
Stefano - Per il momento la priorità è suonare dal vivo, crediamo davvero tanto in The Lesson Betrayed e vogliamo farlo conoscere il più possibile!
I.F. - Per concludere, mi piacerebbe sapere come avete iniziato la collaborazione con la My Kingdom Music e se vi state trovando bene.
Stefano - Per ora le cose vanno alla grande! La collaborazione è cominciata nel modo più classico possibile: avevo conosciuto Francesco qualche tempo fa quando eravamo rimasti senza etichetta (prima di registrare il disco): il nostro materiale gli era piaciuto e ci eravamo ripromessi di rimanere in contatto… una volta terminate le registrazioni gli ho fatto ascoltare il disco e si è offerto di pubblicarlo, tutto qua!
I.F. - Ok! Con questo ti ringrazio di aver risposto alle nostre domande, sono sicuro che in futuro il marchio Edenshade riscontrerà sempre maggior successo. Se vuoi puoi chiudere l’intervista come preferisci, ciao!
Stefano - Ciao Iacopo, grazie per l’intervista, ci vediamo allo S-Hammer Fest!