Il talentuoso e giovanissimo chitarrista Simone Fiorletta ha appena pubblicato il suo secondo album solista, chiamato Parallel Worlds, uscito per la Lion Music. Simone spiega a RockLine.it quali sono state le tappe per giungere alla realizzazione dell'album e ci racconta qualcosa della sua carriera da musicista...
E.B. - Ciao Simone! Come và? Complimenti per Parallel Worlds, veramente una rivelazione del Rock nazionale, paragonabile secondo me alle grandi opere di Satriani. Spiegaci prima di tutto come hai fatto a concepire l’album e quanto tempo hai impiegato.
Simone - Ciao Edoardo, lasciati prima ringraziare per il modo in cui hai recensito il mio album e per la tua gentilezza nell’intervistarmi. Parallel Worlds è nato in pochissimo tempo, nell’arco di sei / sette mesi è stato creato, arrangiato e registrato. Con questo lavoro ho voluto musicare me stesso, la mia vita, le mie esperienze e soprattutto i miei sentimenti. Puoi capire che quando si compone musica facendo riferimento a se stessi, il lavoro diventa semplice dato che sai già cosa dire, ma invece di comunicare con parole, usi le note che la dea musica ci ha regalato.
E.B. - Perché hai deciso di continuare l’esperienza solista, pur continuando a suonare nei Moonlight Comedy? E’ già il secondo album solista…
Simone - Ho scelto di fare il musicista nella vita e di conseguenza più cose riesco a portare avanti e meglio è per me per il mio presente e futuro. Una cosa in più che ha questo “lavoro” è che è nato prima di tutto come hobby, passione e quindi non ti tiri mai indietro davanti nuovi impegni e responsabilità. Preferisco avere ogni secondo della mia vita occupato a suonare piuttosto che avere periodi morti davanti una stupida televisione o quant’altro ci sia di poco istruttivo al mondo. Per ora riesco con tranquillità a gestire i due “Mondi Paralleli”, Moonlight Comedy / Simone Fiorletta, e ne sono contentissimo di ciò…mi auguro che non arrivi mai il giorno in cui debba proseguire solo per una strada.
E.B. - In cosa è diverso Parallel Worlds dal tuo disco di debutto?
Simone - In tutto…nella composizione delle songs, negli arrangiamenti, nella riuscita sonora, nella distribuzione. Ai miei occhi, il mio primo lavoro è Parallel Worlds dato che mi soddisfa da tutti i fronti. Se qualcuno mi chiedesse di fargli ascoltare qualche mia creazione, di sicuro opto per una dei brani presenti in quest’album senza andare a scavare nel passato…
E.B. - Sei approdato alla Lion Music, avendo così una distribuzione mondiale…dico bene? Come sei giunto al contratto con questa casa discografica e qual è il tuo attuale rapporto?
Simone - Giusto, con la Lion Music la mia musica è approdata in ben 26 nazioni, sono tante vero?! Questa è anche un’altra grossa differenza con il predecessore, dato che è stato distribuito solo in alcune province italiane in quanto prodotto da un’etichetta indipendente milanese. Firmare con la Lion non è stato difficile…nel Settembre del 2004 la stessa Lion ha pubblicato il debutto dei miei Moonlight Comedy. In seguito a questa release, la grande maggioranza delle recensioni esaltavano il mio operato all’interno della band, prendendo ciò a mio favore, mi sono proposto al caro Lars Eric Mattsson come chitarrista solista e da parte sua e di tutto lo staff della Lion ho trovato subito le porte aperte…ed il futuro è Parallel Worlds.
E.B. - Ci puoi presentare i musicisti che hanno collaborato con te nell’album?
Simone - Con molto piacere…inizio dal mio caro amico Andrea Scala (batterista anche dei Moonlight Comedy). Con Andrea ho un rapporto particolare, siamo cresciuti insieme sia come musicisti sia come amici. L’ho conosciuto quando avevamo entrambi 12 anni e sin d’allora abbiamo iniziato a suonare insieme in una cover band di Metallica, Megadeth ed altro…ma tu te li immagini cinque ragazzini dodicenni a “strimpellare” metal su un palco?! Che spettacolo!!!! Con lui ho avuto tutte le mie esperienze musicali, almeno fin’ora…come non potevo non farlo suonare su questo lavoro? Come hai avuto modo di sentire, quest’ album è abbastanza multi stilistico, pur non uscendo troppo dai canoni del Rock. Di conseguenza ho avuto bisogno di musicisti molto versatili ed è per questo che al basso ho contattato Mario Mazzenga, una grande persona e musicista che ha saputo dare quel tocco in più alle composizioni. Comunque in passato Mario si era già affacciato sul mondo, così definito, “Guitar Heroes” dato che aveva già avuto modo di collaborare con artisti del calibro di William Stravato. Per quanto riguarda Valerio D’Anna, mago delle tastiere, non lo conoscevo personalmente ma più di una volta avevo avuto modo di apprezzare i suoi lavori con la sua band ManoVega sia live che di studio. Nel periodo in cui stavo ultimando la line-up ho fondato, insieme ad altri musicisti ed il caso volle che ci fosse anche Valerio, una scuola di musica (Music Station - Sora)…fu allora che ebbi il piacere di fare la sua conoscenza e così non esitai neanche per un istante di trascinarlo in questa mia produzione.
E.B. - La stesura delle canzoni è stata soltanto tua o anche gli altri strumentisti hanno contribuito con le loro idee?
Simone - Quando compongo brani da solista, mi metto di santa pazienza, butto giù le prime chitarre ritmiche per poi sovra incidere le solista…una volta che bene o male gli arrangiamenti di chitarra sono ultimati, programmo gli altri strumenti (batteria, basso…) per sentire la riuscita della song al completo. Diciamo che io sono l’unico compositore delle mie “fatiche” però collaborare con musicisti come quelli in questione, di sicuro il lavoro cresce di qualità perché ognuno di loro, nelle proprie parti, ha detto la sua.
E.B. - Hai unito brani particolarmente diretti e potenti ad altri splendidi e raffinati, quali For You e Blue Eyes. Ho apprezzato alquanto questa scelta. Quali emozioni vuoi trasmettere in ciascuna canzone?
Simone - Innanzi tutto tengo a precisare che l’unire brani fondamentalmente diversi tra loro non è stata una scelta fatta a priori. Come ti anticipavo prima, quando compongo musica voglio esprimere i miei sentimenti, descrivere con la musica fatti realmente accaduti oppure emozioni realmente provate, per questo in base a ciò che ho da dire nascono canzoni più o meno lente o più o meno dure. Se posso farti qualche esempio, con For You voglio esprimere il rapporto che ho con mia madre, Blue Eyes è “semplicemente” la mia forma d’amore per la mia ragazza (prova ad indovinare di che colore sono i suoi occhi?!…) e potrei proseguire in questo modo per l’intera tracklist. Con le mie canzoni voglio solo comunicarvi i miei sentimenti, tutto qui…
E.B. - Come detto prima, Parallel Worlds mi rammenta le composizioni di Joe Satriani. Come lo classificheresti come genere? Ho notato una certa attitudine Progressive Rock in molti pezzi ed un’altra più potente e tipicamente Hard Rock / Heavy Metal…
Simone - Se devo essere sincero, non mi piace catalogare la mia musica, e quella di qualsiasi altro artista, in un genere perché poi la maggior parte delle persone saranno portate a paragonarmi ad artisti che si esprimono nello stesso filone ma che in fondo sono completamente diversi da me. Non mi interessa se qualcuno mi definisca Rock - Melodico o Rock - Sentimentale o Heavy - Metal…ciò che mi sta a cuore è riuscire ad emozionare.
E.B. - Quando hai iniziato a suonare la chitarra? Raccontaci la tua evoluzione…
Simone - All’età di sette anni ho iniziato lo studio del pianoforte e con esso ho avuto modo di analizzare le svariate opere di autori del passato classico del tipo Bach, Beethoven ecc. ecc. Quando ho iniziato ad ascoltare i primi dischi Rock – Metal mi sono accorto che la mia passione era si la musica, ma non quella classica e quanto meno il pianoforte…allora ho acquistato, ti parlo di quando avevo 12 anni, la mia prima chitarra con le mie prime tablature dei Metallica. Con la chitarra in mano ho iniziato tutto da zero lasciandomi alle spalle i quattro anni di studi classici che avevo fatto…non a caso oggi come oggi nella mia musica non c’è assolutamente la presenza di influenze di quegli studi. Da allora mi sono legato sempre più a questo strumento a sei corde per non lasciarlo più.
E.B. - Quali sono stati i chitarristi che ti hanno maggiormente ispirato?
Simone - Amo molto tutti coloro che utilizzano la musica come forma di espressione della propria anima piuttosto che mezzo dimostrativo della propria tecnica. Nomi che porterò sempre con me sono Satriani (non a caso…), Neil Zaza e Neil Schon. Ora come ora se dovessi dare priorità a qualcuno, credo che Neil Zaza rispecchi maggiormente l’idea che ho della musica strumentale. Secondo me l’artista in questione è stato davvero in grado di fondere perfettamente tecnica e melodia…ovviamente nulla togliendo al grande Joe ed a tutti gli altri!!!
E.B. - Cosa ami ascoltare di solito oltre i Guitar Heroes?
Simone - Io sono un grande sostenitore della scena italiana…per questo ti dico che un disco dei Labyrinth al giorno appaga la mia voglia di ascoltare musica. Ovviamente ascolto anche gruppi provenienti dall’estero, ma da italiano, a differenza di molti italiani stessi, supporto maggiormente le grandi band che la nostra nazione ci offre!!!
E.B. - Che tipo di chitarre hai impiegato in studio e quali di solito usi nei live?
Simone - In Parallel Worlds ho utilizzato un telecaster per le ritmiche e la mia compagna di vita e di live (Prestige Ibanez - Serie S) per la maggior parte delle soliste.
E.B. - Parliamo del futuro. Hai intenzione di esibirti in un mini-tour italiano oppure preferisci rimanere attivo solo in ambito studio?
Simone - Per quanto riguarda Parallel Worlds sin dall’inizio è stato pensato come un lavoro studio e credo che resti tale…anche per altri motivi ti spiegherò nelle prossime domande…
E.B. - Continuerà l’esperienza solista? Se si, stai lavorando già a nuovi pezzi oppure preferisci aspettare un po’?
Simone - La mia intenzione era quella di aspettare il responso della critica e del pubblico per poi prendere la decisione di iniziare la stesura di un nuovo disco oppure no. Visto come sta andando l’album, ho deciso di iniziare a lavorare al seguito di Parallel Worlds…e questo punto ti anticipo, dato che sarà reso noto a partire da Gennaio / Febbraio, che sto lavorando con una band da favola. Il mio prossimo disco vedrà coinvolto il grande Andrea De Paoli alle tastiere (Labyrinth), Pasko al basso (Sigma) e Tony Liotta alla batteria (Tina Turner, Chick Corea ed altri)…bei nomi no?!
E.B. - Stai attualmente collaborando con qualche altro artista? E invece per i Moonlight Comedy, quando uscirà il secondo lavoro?
Simone - Come detto prima, sto avendo il piacere di lavorare al mio nuovo disco con questi artisti eccezionali!!! Dal fronte Moonlight Comedy posso dirti che abbiamo ultimato la tracklist del nostro secondo album. Stando secondo i piani, dovremmo entrare in studio per la metà di Gennaio al massimo per dare luce al lavoro per prima dell’estate…salvo imprevisti. Ti anticipo che l’album suonerà più duro rispetto al predecessore The Life Inside, ma allo stesso tempo più tecnico, più studiato…credo che siamo stati in grado di fondere tecnica, grinta, melodia e chi più ne ha più ne metta!!!
E.B. - Puoi darci un parere sullo stato della scena underground italiana? Ci sono bands emergenti che meritano di essere notati dalle case discografiche? Qual è il responso del pubblico nazionale, riferendoti alla tua esperienza?
Simone - Se devo essere sincero, non ho molta stima non delle bands italiane ma degli italiani in quanto ascoltatori di musica. Credo che la maggior parte dei nostri compatrioti siano portati, forse inconsciamente, ad elogiare solo ed esclusivamente gruppi provenienti dall’estero, siano essi validi e non, piuttosto che spingere i gruppi italiani. Non ti parlo della mia esperienza, ma non puoi negarmi che abbiamo bands che magari all’estero hanno un seguito invidiabile mentre in Italia se ne sente appena parlare. Mi dispiace dirlo, ma ho l’impressione che l’italiano apprezzi la musica italiana solo quando essa, dopo aver avuto successo all’estero, ritorni in Italia come prodotto d’importazione. Nel mio caso posso dirti che le critiche più stupide (definisco critiche stupide quelle negative non costruttive, quando si vuole a tutti i costi scrivere un qualcosa di negativo ed aggrapparsi così anche a particolari non molto influenti nella riuscita di un album) l’ ho ricevute in alcune recensioni italiane. Ciò nonostante, però, posso dirti che il mio album sta riscotendo successo anche nella nostra nazione…e per questo ringrazio anche te che l’ hai apprezzato.
E.B. - Una curiosità: cosa rappresenta la copertina di Parallel Worlds?
Simone - Sai?!…sei il primo a chiedermelo, di sicuro sarà contento il mio grafico, nonché bassista dei Moonlight Comedy. La copertina rappresenta me stesso in vari punti, in vari spazi, come se vivessi vite parallele nello stesso momento ed il tutto è visto dall’esterno da diversi punti di vista, per questo l’illustrazione non è unitaria ma sembra essere frammentata. Comunque il tutto, ovviamente, fa riferimento al titolo dell’album.
E.B. - Grazie mille per la tua disponibilità! Ti aspettiamo su RockLine.it e ti auguriamo un ottimo futuro musicale, che possa portarti soddisfazioni e successo. Puoi concludere l’intervista come preferisci.
Simone - Grazie a te. A questo punto saluto te e tutti i cari lettori di RockLine.it ringraziandovi per aver speso parte del vostro tempo nel leggere ciò che avevo da dire. Con la speranza che avrete modo di ascoltare la mia musica, auguro a tutti voi ed al caro Edoardo un grande in bocca al lupo per tutti i vostri progetti, siano essi musicali e non.