La storica band Progressive inglese, fondata nei lontani anni '80 è tornata con la sua nuova opera Believe. A parlarne telefonicamente è Nick Barrett, cantante e chitarrista della band, nonché leader di uno dei gruppi-leggenda del Progressive contemporaneo...
J.A. - Ciao Nick! Come va? Prima di tutto vorrei ringraziarti per averci concesso così gentilmente l’intervista. Sono veramente orgoglioso di poter parlare con te, amo voi Pendragon e la vostra musica…
Nick - Ciao Jacopo! Tutto bene, tu? Grazie mille per i complimenti!
J.A. - Bene, potremmo iniziare l’intervista parlando del vostro ultimo lavoro, Believe. L’avete pubblicato quest’anno e ha già ottenuto buoni responsi da tutto il mondo del Progressive. Ho apprezzato molto l’attenzione con cui avete ideato i testi delle canzoni, cosa fondamentale per la riuscita di un album Progressive. Possiamo considerare Believe un concept? Se sì, di cosa tratta?
Nick - Believe è un concept, tutto basato sulla manipolazione del mondo. Sto leggendo alcuni libri scritti da David Icke, e questo autore sostiene che il mondo è stato manipolato verso un’unica via. Questa trattazione non ci è mai stata insegnata a scuola…e, come sai, mi interesso molto della psicologia umana, della teologia, di come l’uomo perde la sua fede e di tutto ciò che è di matrice spirituale. Così questo libro mi ha attratto enormemente poiché ero interessato a capire come il mondo possa assumere un nuovo ordine e come esso possa essere retto dalle persone che credono nel governo. Mi è subito sembrato interessante e così ho scelto Believe come titolo dell’album, proprio perché il suo messaggio è “non credere!”. Poi, Wisdom of Solomon è tutta incentrata sulla correttezza politica, poiché ritengo che la saggezza di Salomone sia necessaria per affrontare alcuni gravi problemi dell’umanità: penso che la razza umana sia stata spinta come in una specie di baratro per aver procurato offese ad ogni tipo di minoranza. Il resto dell’album riguarda il progresso dell’umanità: in Wishing Well l’umanità è paragonata ad una nave nel mare e noi dobbiamo guidarla nella giusta direzione.
J.A. - Benissimo, ora una domanda riguardo l’artwork di Believe, in cui è ritratto un uomo tatuato e un simbolo dietro la sua figura: cosa rappresentano e significano?
Nick - L’uomo volante è immaginato come qualcuno che sta viaggiando attraverso la vita. Nella canzone Wishing Well si parla, come detto, di una nave nell’oceano, nello spazio…e la nave è l’umanità. La copertina è come se raffigurasse un individuo che sta viaggiando sul suo sentiero…non c’è nulla attorno a lui ed è nudo; non è preoccupato dai problemi che affliggono il mondo, è completamente libero e sta volando in caduta libera in questo viaggio. I tatuaggi rappresentano alcuni elementi delle canzoni, ognuno è specifico per un argomento trattato nei testi, come se la vita fosse già stata stampata con un inchiostro blu su ognuno di noi. Questo vasto tatuaggio che ricopre il corpo è una specie di mappa della vita.
J.A. - Spostiamoci a parlare del vostro stile in Believe: ho notato alcune influenze che non si erano mai registrate nei vostri lavori precedenti, come la musica latina, sulla scia di Santana. Sei d’accordo? Puoi spiegarci brevemente?
Nick - Certamente! Spesso ascolto musicisti come Al DiMeola, Carlos Satana, ecc., perché amo moltissimo la musica latina. E ho voluto provare ad inserire queste influenze nella musica dei Pendragon, come elementi latin e flamenco che possono far provare emozioni con i loro timbri. Inoltre siamo stati profondamente colpiti dalla scena Nu metal moderna, che amo particolarmente: penso che l’album possa essere considerato estremo, se visto in una certa ottica.
J.A. - Un’altra breve considerazione su Believe riguardo la strana, atmosferica introduzione celtica. Come avete pensato ad un tale avvio per l’album?
Nick - Sono delle tracce campionate, legate tra loro per creare la melodia e formare questo tipo di sentiero. Insomma tracce come voci provenienti da tutto il mondo, cori, gospel: amo questo tipo di voci, perché mi ha colpito la musica prodotta da Hans Zimmer per il film Il Gladiatore e da John William per Schlinder’s List. Quest’ultima era dotata delle sonorità tipiche della popolazione ebraica, con delle scale particolari e estranee al mio stile musicale. Perciò mi è piaciuto quest’approccio così diverso dal solito…
J.A. - Vi ho comunque trovati meno influenzati dalla musica dei Pink Floyd rispetto agli altri lavori precedenti. Cosa ne pensi?
Nick - Sì, credo che le influenze dei Pink Floyd siano minori. Negli scorsi album abbiamo impiegato sperimentazioni vocali e suoni strani e differenti, proprio per sorprendere il pubblico; i prodotti sarebbero stati piatti e poco convincenti in caso contrario.
J.A. - E in generale da cosa deriva il tuo sound personale? Ti senti legato alle band Progressive inglesi del passato (i tuoi anni ’80) e del presente?
Nick - Più che quelle degli anni ’80, preferisco le band classiche dei ’70, come Mike Oldfield con le sue splendide opere, i Pink Floyd, che furono il mio primo passo nel Progressive, con The Dark Side of the Moon. Poi i Genesis, di cui ho una grandissima passione e anche i Camel hanno contribuito a formare il mio stile. Queste sono le mie tre formazioni Progressive preferite.
J.A. - Non riconosci una certa connessione con la musica dei Marillion nei primi anni della tua carriera nei Pendragon?
Nick - E’ molto strana la faccenda…perché conoscemmo i Marillion prima di vederli dal vivo. Avevano un sound che ricalcava totalmente quello dei Genesis e non potevo concepire che ci fosse un altro gruppo che suonasse lo stesso tipo di musica. Fish era un incredibile personaggio all’interno della band; la sua attitudine era quasi da Punk, ma la musica era simile ai Genesis. Questo costituisce una splendida fusione di idee. Poi li abbiamo visti dal vivo, ed è stato emozionante. Rimanemmo con loro durante alcuni show a Londra ed essi riuscirono a portare 5000 persone ai concerti. Stentavamo a credere che così tanti fans si stessero interessando di questo tipo di musica…sono stati momenti emozionanti.
J.A. - Parliamo dell’avvio della carriera dei Pendragon. Inizialmente avevate problemi di line up: avevate cambiato il bassista, il chitarrista e per due volte il tastierista. Quali sono state le ragioni di questi mutamenti di line up?
Nick - Penso che nei primissimi giorni di una band si abbiano sempre questi tipi di problemi; poi, come un bambino cresce, anche i componenti della band mutano le loro attitudini musicali. I componenti devono suonare ciò che devono e non che vogliono suonare; nei Pendragon quei musicisti non riuscirono a rimanere saldi a questo compito e presto abbandonarono la band. Avevano solamente perso le speranze di vedere i loro desideri realizzati.
J.A. - Bene…ora ti chiederei cosa significa il nome Pendragon perché credo possa interessare ai lettori.
Nick - Pendragon è il nome del padre di re Artù. Sai che in Inghilterra noi abbiamo la leggenda di re Artù, che è ricca di mistero e interessantissima dal punto di vista storico per il nostro Paese. Esattamente il nome del padre di re Artù era Uther Pendragon…e da lì proviene il nostro nome.
J.A. - Quindi un re…e perché avete deciso di eliminare la parola Zeus dal vostro nome originale, Zeus Pendragon?
Nick - Sì un re…ahahah, essenzialmente perché era banale Zeus Pendragon. Una notte eravamo rimasti insieme per decidere il nome. E ci dicevamo: “Come ci chiamiamo?” “Pendragon!” “Yeah!” “No, chiamiamoci Zeus” “Yeah!”. Alla fine decidemmo per Zeus Pendragon. Eravamo ubriachi, avevamo sedici anni. Il nome però non rendeva per niente e quindi stabilimmo di escludere una delle due parole e mantenemmo solo Pendragon.
J.A. - Torniamo a parlare del vostro sound. Ho apprezzato particolarmente le parti di tastiera. Come compone Clive e quali sono le sue principali influenze?
Nick - Non so veramente come compone…dovresti chiederlo a lui se ne hai l’occasione. Penso che usi Pro Tool o Cubase, ma dovresti rivolgerti a lui in persona. Riguardo le sue influenze…o Dio…penso che gli piacciano molto gli ultimi Queen…è tutto ciò che ti so dire su di lui dal punto di vista musicale.
J.A. - Vorrei ora parlare del progetto ProgAID. So che voi Pendragon siete presenti in questo progetto…qual è il vostro ruolo?
Nick - Bene, siamo solamente stati chiamati dagli organizzatori per partecipare…ah no! Li abbiamo chiamati noi! Avevamo sentito di questo progetto per aiutare le popolazioni colpite dallo tsunami. Ci avevano chiesto se avessimo voluto partecipare e quindi, dopo aver accettato la proposta, ci siamo recati allo studio per registrare alcune parti di chitarra e delle tracce vocali.
J.A. - Ora una domanda un po’ delicata. Cosa ne pensi del file-sharing?
Nick - Penso che le persone che scaricano gli album non capiscano realmente cosa stanno facendo, perché credono che molte band stiano vivendo di guadagni con la musica, che hanno molti soldi…ma ti posso dire che questo fenomeno riguarda i gruppi musicali più importanti. Noi non riusciremmo a vivere di musica perché non abbiamo molto tempo da spendere a registrare, a organizzare un tour e a promuovere l’album. Gestire una band non significa solo suonare gli strumenti; si devono organizzare molte cose: contattare le agenzie per programmare i concerti, essere disponibili con la stampa, pianificare la promozione, essere sicuri che tutti i lavori siano consegnati in tempo…mille cose…e se non si vende nessuna copia dopo tutto questo lavoro, si deve smettere di fare tale professione. Il problema legato al file-sharing è che determina l’arresto delle vendite degli album. Di certo non voglio essere duro con le persone, ma il comportamento di alcuni mi infastidisce enormemente: se si dice alle persone che, scaricando gli album l’artista non avrà i suoi diritti d’autore, queste risponderanno: “Perché dovrebbe importarmi? Intanto ottengo gratuitamente l’album”. Vorrei spiegare a tutti questi che i musicisti hanno una vita, la musica è il loro lavoro, con il guadagno delle vendite devono sfamare i loro figli, pagare la benzina, spendere per registrare negli studio e avere rapporti con la stampa. Il file-sharing è una parte della cultura di internet e costituisce un grave problema.
J.A. - Perfetto, torniamo a parlare della vostra musica. Sul vostro sito ho letto che amate parecchio la scena Nu metal. Quali sono le vostre band preferite?
Nick - Le mie band preferite sono quelle che ama mio figlio, cioè quelle dei suoi video musicali…per esempio i Lost Prophets, i Jurassic 5 e i Riverside (dalla Polonia). Queste formazioni uniscono uno stile legato ai Pink Floyd con un approccio alla Nickleback, creando sonorità emozionanti. Hanno una direzione molto melodica e progressiva; alcuni, come i Lost Prophets e i Jurassic 5 sono abbastanza Progressive, alternando momenti pesanti ad aperture melodiche oniriche; altri, come i Pure Reason Revolution (che ho scoperto due giorni fa), proprongono una musica molto trasandata e, pur essendo solo dei ragazzi, hanno una voce fortemente Progressive. Un’altra band che ho potuto sentire in sede studio sono i Dragonforce. Il loro sound è convincente perché melodico e ben suonato.
J.A. - Siamo giunti all’ultima domanda, una piccola curiosità: quali sono le tue canzoni preferite dei Pendragon e quale l’album migliore?
Nick - Il mio album preferito è sempre l’ultimo che ho appena composto, Believe e le mie canzoni preferite sono Dance Of The Seven Veils of Not Of This World, I like The Shadow from The Masquerade Overture. Mi piacciono ancora tantissimo i lavori vecchi Voyager from The World e Circus from The Jewels.
J.A. - Grazie mille per la splendida intervista e per la tua disponibilità. Se ho dimenticato di chiederti qualcosa che volevi dire, ora è il momento. Puoi concludere l’intervista come vuoi! A presto!
Nick - Sì, vorrei segnalare che inizieremo il tour da maggio 2006 e suoneremo anche in Italia! Ciao a tutti!