Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Metal Blade Records/Audioglobe
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Karl Willetts - Voce
- Jo-Anne Bench - Basso
- Martin Kearns - Batteria
- Barry Thompson - Chitarra
- Gavin Ward - Chitarra


Tracklist: 

1. At First Light (04:39)
2. Entrenched (03:42)
3. The Killchain (04:41)
4. Granite Wall (04:04)
5. Those Once Loyal (04:15)
6. Anti-Tank (Dead Armour) (04:15)
7. Last Stand Of Humanity (03:11)
8. Salvo (05:19)
9. When Cannons Fade (05:27)

Bolt Thrower

Those Once Loyal

Finalmente, dopo quattro lunghi anni dalla creazione dell'ultimo disco Honour Valour Pride, possiamo assistere al ritorno in campo dei Bolt Thrower, paladini del death metal guerrafondiao, una delle band più seminali e che sono state maggiormente in grado di influenzare gran parte dell'odierna scena estrema statunitense. Tutto questo però viene in qualche modo messo a tacere per il fatto che i Bolt Thrower siano stati estremamente sottovalutati lungo il corso della loro carriera, una carriera tutt'altro che sottovalutabile, piena di ottimi lavori anche se intervallata da troppe pause di riflessione che hanno leggermente compromesso la loro presenza costante nel panorama death metal a stelle e strisce.

Lo stile dei Bolt Thrower, a distanza di anni, rimane comunque sempre lo stesso, e questo Those Once Loyal ne è un perfetto esempio. Non si cambia mai, ancora una volta i Bolt Thrower ci stupiscono con le loro inconfondibili sfuriate, le loro macinate ritmiche (ottimo il lavoro di Martin Kears) e il solito granitico, massiccio songwriting. L'album inizia con At First Light, aperta in maniera straziante da sonorità taglienti ma profonde, che poi esplodono in un refrain meraviglioso, che ritorna nel corso della canzone ad esaltarne splendidamente l'atmosfera. Suoni più duri e crudi vengono ripresi invece nella seguente Entrenched che porta il nostro apparato acustico alla brutalità degli inizi degli anni '90 grazie ai soliti violentissimi riff da headbanging che la band statunitense ostenta ad ogni occasione. Ma ciò non può far altro che farci piacere, i Bolt Thrower sono sempre i Bolt Thrower, ed infatti nel corso dell'album si comportano come tali, aggiungendo in ogni composizione quella cattiveria che aveva reso Warmaster un capolavoro senza tempo.

Si continua sulla stessa strada con Killchain, quasi thrash nei suoi arrangiamenti, e con Granite Wall, lenta e furiosa nei suoi suoni che ci portano all'interno di una vera e propria guerra sonora nella quale la band continua a stupirci con la bellissima e omonima Those Once Loyal. Oltrepassando Anti-Tank e Last Stand Of Humanity, che non cambiano minimamente il corso dell'album non lasciando nulla al loro passaggio, si arriva alla lentissima ma equilibrata Salvo, che apre infine le porte alla conclusiva violenza di When Commons Fade.

Those Once Loyal rimane perciò un buon disco, forse troppo scontato e ripetitivo, ma comunque abile nel mostrarci per l'ennesima volta una band ancora in grado di entusiasmare ed emozionare, nonostante le primavere che ormai gravano sulle spalle di Willets e soci. Niente a che vedere con Warmaster o The IV Crusuade, per carità, ma si tratta in ogni caso di un album che si lascia ascoltare, senza grandi invenzioni, ma anche senza troppi cali di tensione, come invece spesso accade per altre band appartenenti allo stesso filone musicale.


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