Voto: 
6.8 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Wydawnictwo Muzyczne Psycho
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Maciej Rochaczewski - vocals
- Jakub "Kuba" Bednarski - solo guitar
- Przemyslaw "Sesyl" Cikacz - guitar
- Wlodzimierz "Wlodas" Malaszek - bass
- Jaroslavus "Yopeque" Slivkus - drums

Tracklist: 


1. Green Mile 04:13 
2. G.O.T.S. 04:26 
3. False Friend 02:47 
4. The Game 04:55 
5. Tomorrowland 04:19 
6. VS 05:48 
7. So What? 04:10 
8. Dreamer 05:55 
9. Fulfilled Dreams 04:34 
10. Empatic 03:16 
11. Enola Gay (OMD cover) 02:43     

Empatic

Gods of Thousand Souls

Debutto discografico di discreto rilievo per i Polacchi Empatic, band death/thrash formatasi nel 2005. Gods of Thousand Souls è il nome del lavoro che li fa esordire ufficialmente nel mercato musicale, dopo un demo targato 2007. Musicalmente parlando, quando si pensa ad una band proveniente dalla fredda Polonia ci si immagina subito che rifletta bene o male lo stile di bands quali Vader, Behemoth, Lost Souls o Decapitated; tuttavia qui il discorso è diverso giacché le maggiori influenze del gruppo  guardano quasi sempre al death/thrash metal a tratti più melodico. Hypocrisy e At the Gates possono essere alcuni termini di paragone anche se una buona dose di groove nel loro sound li avvicina in alcuni punti al post-thrash Statunitense dei primi anni 90.

Un artwork molto curato ed una confezione accattivante ci predispongono bene all’ascolto di un album che ci regalerà alcune sorprese. Si parte con Green Mile e le sue influenze marcatamente death nel riffing mentre un tappeto di doppia cassa sostiene il tutto. Sovente i mid-tempo nascondono un riffing che potrebbe ricordare persino i Cannibal Corpse, mentre la versatilità del cantante abbraccia anch’essa diversi stili di metal estremo, adattandosi ai vari cambiamenti stilistici del gruppo. A tal proposito vorrei citare le aperture melodiche in occasione delle fasi soliste a opera della sei corde di Kuba.  Si prosegue con l’ottimo groove death metal di G.O.T.S. (acronimo del titolo del disco) il quale, unito ad improvvisi up-tempo, crea un ottimo impatto. Il riffing si fa nuovamente molto oscuro ed in alcuni frangenti mi riporta in mente i diabolici Contempt dalla Slovacchia, anche se la furia di tale gruppo era qualcosa di indicibile.

Più veloce la corta False Friend, ci dona la giusta scarica. Il riffing cela sempre un tocco più accessibile anche se l’impatto è da applausi. The Game si destreggia ancora una volta attraverso tempi medi e tanto groove da parte delle chitarre, mentre Tomorrowland, pur compiendo lo stesso lavoro, arricchisce la struttura con linee soliste marcatamente melodiche. Tutt’altro che originali, ma pur sempre piacevoli all’ascolto. Tralasciando gli ennesimi tempi medi conditi da interludi elettronici di VS, un maggior dinamismo arriva con la successiva So What?. In questa occasione le influenze post-thrash crescono notevolmente, anche se un numero maggiore di atmosfere e tempi mantiene abbastanza viva l’attenzione. Avvicinandoci alla fine del disco, si potrebbe sorvolare tranquillamente su Dreamer se non fosse per le sporadiche velocizzazione che portano un ritrovato impatto.

Il riffing maggiormente votato al thrash metal classico di Fulfilled Dreams ci stupisce e ci aggrada affinché l’esplorazione musicale del gruppo non si fermi sullo stesso stile per troppo tempo, come stava per accadere. Sempre buone alcune trovate melodiche da parte delle chitarre, tra arpeggi e assoli. I ritmi marziali e le successiva sfuriate di doppio pedale di Empatic non oscurano ottimi fraseggi di chitarra a riportare l’attenzione sulla melodia, prima che la simpatica cover di Enola Gay ci strappi un sorriso in chiusura di un disco valido. Certo, di strada ne devono ancora fare gli Empatic ed il consiglio che mi sento di dar loro è quello di variare maggiormente la proposta musicale all’interno delle singole composizioni. Cosa che sapranno fare benissimo visto il loro buon bagaglio tecnico ed ad alcune idee vincenti che già hanno saputo mettere in mostra.  

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