- Trent Reznor - musiche, programming, chitarra, produzione
- Atticus Ross - musiche, programming, produzione
1. Hand Covers Bruise
2.In Motion
3. A Familiar Taste
4. It Catches Up With You
5. Intriguing Possibilities
6. Painted Sun In Abstract
7. 3:14 Every Night
8. Pieces Form The Whole
9. Carbon Prevails
10. Eventually We Find Our Way
11. Penetration
12. In The Hall Of The Mountain King
13. On We March
14. Magnetic
15. Almost Home
16. Hand Covers Bruise, Reprise
17. Complication With Optimistic Outcome
18. The Gentle Hum Of Anxiety
19. Soft Trees Break The Fall
The Social Network OST
E' da un bel pò di tempo, ancor prima di mettere in stand-by la vita dei Nine Inch Nails, che Trent Reznor sembra un uomo nuovo rispetto al proprio angosciante passato, come se avesse risolto tutti gli enigmi che ne influenzarono scelte e creazioni per quasi vent'anni. Lacerazioni interiori ormai curate, ferite col tempo sanate, dissidi e tormenti coperti da un sottile velo di speranza e serenità: una risalita esistenziale accompagnata nel frattempo da una carriera come sempre di qualità e, specie in termini di visibilità, in continua ascesa.
Non è un caso che proprio a Reznor il regista David Fincher abbia affidato la colonna sonora del suo ultimo film The Social Network (tra i casi cinematografici dell'anno), come non fu un caso lo stesso avvicendamento che l'ex NIN ebbe con David Lynch per l'OST di Lost Highway. Un'ex rockstar maledetta ambita da registi di fama mondiale: chi l'avrebbe mai detto?
Per questo ultimo ambizioso lavoro, Reznor richiama al suo fianco quell'Atticus Ross che già avevamo potuto apprezzare in veste di arrangiatore e co-produttore su Ghosts I-IV dei Nine Inch Nails (2008). Il risultato di questa collaborazione è ancora una volta convincente, non solo perchè le musiche scritte dai due si sposano perfettamente (e in maniera anche abbastanza ricercata) alle immagini del film, ma perchè si tratta effettivamente di un lavoro di qualità, scritto con acume e precisione, dotato di un sound accattivante ma allo stesso tempo capace di cullare ed emozionare.
Una colonna sonora che oscilla tra rombanti pad (In Motion, la più ariosa Intriguing Possibilities), coinvolgenti discese elettroniche (l'acida A Familiar Taste, il delirio sintetico di Carbon Prevails) e cullanti aperture atmosferiche (la splendida Hand Covers Bruise che apre la pellicola, la più oscura It Catches Up With You, il toccante sciogliersi di The Gentle Hum of Anxiety). Nel mezzo, brevissimi ma angoscianti immaginari dark ambient dal retrogusto industriale che frammentano e spezzano l'atmosfera della soundtrack (3:14 Every Night, il sottofondo di Magnetic), dando inoltre al lavoro un tocco ancora più sotterraneo e decisamente meno 'respirabile'. A brillare è inoltre la coraggiosa (anche se tutt'altro che eccessiva) rivisitazione elettronica della suite In the Hall of the Mountain King tratta dal Peer Gynt Op. 46 (1867) di Edward Grieg, di cui - al di là dell'evidente cambio di sound - rimane comunque conservata la travolgente carica espressiva.
Trent Reznor si riconferma così (dopo le convincenti prove di Year Zero e Ghosts) anche lontano dal semplice prodotto discografico, il classico studio album per intenderci, avvicinandosi nuovamente con successo al mondo della musica per il cinema e donando al regista David Fincher una colonna sonora di tutto rispetto oltre che molto coraggiosa, proprio perchè creata per un film che farà non poco discutere e che, anzi, è già da tempo al centro di numerosi dibattiti. Reznor e Ross, in ogni caso, se la sono cavata alla grande.