- Abbath - Guitars, vocals
- Horgh - Drums
- Apollyon – Bass
1. Intro
2. The Sun No Longer Rises 05:05
3. Withstand the Fall of Time 08:59
4. Sons of Northern Darkness 04:48
5. Tyrants 07:32
6. One by One 05:25
7. Wrath From Above 05:36
8. Unholy Forces of Evil 06:56
9. Unsilent Storms in the North Abyss 03:12
10. At the Heart of Winter 08:10
11. Battles in the North 05:22
12. Blashyrk (Mighty Ravendark) 06:15
The Seventh Date of Blashyrkh
Gli Immortal, dopo la reunion, non potevano ricalcare la scena in modo migliore! L’album del ritorno All Shall Fall e questo grandioso DVD, The Seventh Date of Blashyrh, sono due prodotti decisamente validi che sicuramente verranno notati dai molti fan che rimasero con l’amaro in bocca dopo uno scioglimento tanto inaspettato quanto ingiusto. Il 2003 fu un anno di profonda delusione per i fan del gruppo ed ora, ritrovata la line up stabile e la voglia di andare avanti, Abbath e soci ripagano cotanta attesa con un prodotto stupefacente nella sua essenzialità. Questa nuova uscita da parte dei padroni del gelo nordico immortala (scusate il gioco di parole) il gruppo sull’ampio palco del Wacken Festival 2007, in concomitanza con il loro ritorno ufficiale sulle scene. Niente bonus material, ma solo undici tracce dal fascino eterno, accompagnate dalla versione audio su CD.
Ormai è sera inoltrata nelle cittadina di Wacken, l’area sottostante al palco è gremitissima di una folla che si estende persino all’entrata della zona Stage. La gente urla, chiama ed il gruppo che non si fa attendere. Ecco che attraverso il fumo, la sagoma imponente di Horgh prende il posto dietro la batteria. Le luci blu a ricreare una sensazione visiva di gelo fungono da ottima atmosfera. Una rullata ed il suono della chitarra di Abbath esplode sul palco, accompagnando l’entrata sua e quella di Apollyon al basso. I fan sono in visibilio e basta la frase di Abbath al microfono: Welcome to the Seventh Date of Blashyrkh. We are Immortal and The Sun no Longer Rises per scatenare il putiferio. Il fatto che questa composizione, tratta da Pure Holocaust, sia piazzata in apertura stupisce tutti ma sicuramente dà modo al pubblico di riscaldarsi. I blast beats sono precisi, imponenti ed Abbath alla chitarra non sbaglia una nota, eseguendo il pezzo con l’ormai noto taglio thrash che il gruppo ha adottato da At The Heart of Winter. Tutto funziona alla perfezione, acquista potenza ed è stupendo vedere ancora una volta Abbath con le sue facce, le linguacce e le pose che hanno reso questo personaggio veramente unico.
Senza sosta segue la possente, epica Withstand the Fall of Time tratta dal capolavoro succitato del 1999. I Bathory vengono evocati per una traccia complessa, piena di cambi di tempo ma anche travolgente e piena di quel feeling tipico degli Immortal. Sons of Northern Darkness, Tyrants e One by One seguono in un trittico da infarto tratto dall’allora ultimo album datato 2002. Anche questa volta, essendo tracce recenti, le influenze thrash metal ed epic hanno il sopravvento, arricchendo strutture variegate e fantasiose. Sempre divertenti i breaks in cui Abbath zittisce la sua sei corde per incitare il pubblico in una sorta di “ola” collettiva, con tanto di risposta decisa da parte dei fan. Wrath from Above dall’album Damned in Black ci viene presentata con il solito massiccio lavoro di doppia cassa da parte di un Horgh che sicuramente non si risparmia, mentre la veloce ripartenza in blast beats fa esplodere i fuochi artificiali sul palco. La traccia più “vecchia” del lotto è la mitica Unholy Forces of Evil, introdotta da una base con voci lugubri e tastiere. L’esibizione è qualcosa di emozionante ed ecco che Abbath è pronto a fare i suoi giochi da mangiafuoco sul palco.
Unsilent Storms in the North Abyss ed i suoi arpeggi gelati riescono a trasformare una serata d’estate in Germania in puro inverno, per poi non parlare della magnificenza di At The Heart of Winter che fa venire i brividi anche solamente per l’introduzione. Il pubblico è scatenato come raramente lo si può vedere ad un concerto black metal ma si sa che gli Immortal non deludono mai ed ecco che anche Battles in the North viene eseguita in modo perfetto, lasciando inalterata la velocità e la sensazione di trovarsi nel bel mezzo di una bufera di neve. Purtroppo, troppo in fretta si arriva alla fine dell’esibizione con Blashyrk (Mighty Ravendark) a suggellare un’esibizione a dir poco incedibile e fatevelo dire da uno che c’era quell’anno a Wacken e che grazie a questa reunion ha visto esaudirsi uno tra i suoi più grandi desideri dai metallaro. The Kings are back.