Keijo Niinimaa (G) – Vocals
Mika Aalto (Q) – Guitars
Sami Latva – Drums
Kristian Toivainen – Bass
1. Mindkill - 01:31
2. Dead Remains - 02:16
3. Brainload - 01:16
4. The Kill - 00:17
5. Missing Link - 02:12
6. Suffer The Children - 03:41
Napalm
Domandone da 10.000 euro: a voi amanti del grindcore, cosa ricorda la copertina di questa nuova fatica dei Rotten Sound? Il titolo di questo nuovo EP, Napalm, riprende i caratteri di quale famosa realtà della scena? Penso che dopo una neanche troppo accurata analisi, molti di voi abbiano già indovinato e così è! Tutto rimanda ai mitici Napalm Death e, più precisamente, all’album Scum del 1987. Infatti, oltre alle tre inedite tracce ad opera del combo Finlandese, troviamo anche tre cover del mitico gruppo di Birmingham.
L’EP in questione segue di due anni l’album Cycles e ne riprende gli aspetti salienti, ovvero ritmi serratissimi, componente hardcore ben presente nel riffing, batteria triggerata e poca propensione nel ricreare canzoni che possiano in qualche modo avere un riff che si distingua dall’altro. L’impatto del gruppo rispecchia esattamente lo stile dei capiscuola di metà anni 80 ma con il supporto di una produzione più moderna, seppur dotata sempre di suoni impastati ed abbastanza confusi, mentre la voce di Keijo Niinimaa è roca come al solito e non affonda le radici nel classico growl.
Si inizia con il botto attraverso i blast beats prolungati di MindKill ed i classici riffs in tremolo che poi mutano leggermente durante alcuni passaggi di batteria, semplici up tempo inclusi. Meglio gli stop and go e la maggior “varietà” stilistica di Dead Remains la quale acquisisce tanta potenza anche solo attraverso semplici up tempo. Sicuramente le ripartenze in blast beats traggono molto giovamento in termini di potenza ed impatto grazie e questi stacchi maggiormente costruiti. Per finire la parte dedicata ai pezzi inediti da parte del gruppo troviamo la total-blast beats Brainload che sinceramente, lascia il tempo che trova.
La seconda parte del disco è, come ho detto, dedicata ai precursori del grind, ovvero i Napalm Death. Si inizia col rifacimento di The Kill, tratta dal seminale Scum (1987). La canzone in questione, se già allora annoverata come una delle più veloci mai composte nel metal, anche qui non cambia di una virgola, e non potevamo aspettarci altro proprio ora che i Rotten Sound ci mettono il loro zampino. Con Missing Link (tratta dallo storico EP Mentally Murdered, 1989) le strutture si fanno leggermente più mature (i Napalm Death di allora stavano crescendo musicalmente parlando e stavano anche abbracciando alcune influenze del classico death metal) e ciò è un bene. È certo che la differenza di songwriting tra i due gruppi è abissale. Per intenderci, i Napalm Death di allora riuscivano ad essere più estremi dei nostri odierni Rotten Sound pur suonando un genere che concedeva ancora spazio a qualche momento su tempi medi. Stesso discorso lo si potrebbe fare con la mitica Suffer the Children, tratta dal loro capolavoro Harmony Corruption (1990). Una perfetta fusione di death e grind che ha pochi paragoni ai giorni d’oggi.
Ad ogni modo, i Rotten Sound coverizzano bene i Napalm Death e la ferocia originale rimane immutata, seppur vecchia di quasi trent’anni. Ciò che mi lascia dubbioso è la qualità dei brani scritti dal gruppo stesso, i quali ancora una volta, puntano troppo sul mero attacco frontale senza che vi siano momenti realmente esaltanti. Questo è il loro stile, prendere o lasciare.