- Teo Bonassi - batteria
- Chris Gorla - chitarra
- Daniele Granella - basso
- Mauro Gilardi - voce
1. Thuesday
2. Beautiful
3. Acustic
4. 1224
5. Eve
6. Yellow Head
7. Black Machine
8. You Found Me
9. Aria (Bonus Track)
Uncut
Originario di Milano e attivo dal 2006, il quartetto riunito sotto il nome di Beatrix Boulevard giunge alla prima pubblicazione autoprodotta con il full-length Uncut, costituito da nove tracce che traggono ispirazione dalla tradizione alternativa d’oltreoceano. Profondamente influenzati dal registro stilistico di Deftones e Smashing Pumpkins, i Beatrix Boulevard cercano di fondere riffs graffianti alle canoniche aperture melodiche dei ritornelli.
Sebbene i suoni esibiti soprattutto a livello di chitarra e voce non si adattino bene al contesto del disco a causa di una registrazione non impeccabile, i brani sembrano conferire all’intera opera una patina omogenea, senza introdurre elementi estranei alla direzione tracciata.
Degna di nota non risulta tanto l’opener Thuesday, quanto la successiva Beautiful, in grado di equilibrare le tendenze più impetuose con un andamento più sommesso e convincente: il gruppo lombardo riesce a tessere strutture efficaci nelle proprie canzoni, ma è l’ambito dell’esecuzione che appare sottotono.
Le sezioni in cui i Beatrix Boulevard raggiungono l’apice qualitativo sono rappresentate dai pezzi più distesi e poco distorti, come testimonia l’ottima Acustic, sospesa appunto tra le magie riflessive degli Smashig Pumpkins e i lamenti meno irruenti dei Deftones. La chitarra in clean costruisce architetture di pregevole effetto, correndo parallelamente a una sezione ritmica elaborata ed alquanto varia per tutta la lunghezza del platter.
Trascurando l’inefficace 1224, si giunge così all’episodio più inusuale, Eve, immerso in un’atmosfera più tenebrosa e affascinante; gli effetti di chitarra divengono più calibrati, abbandonando quei suoni taglienti che non avevano stregato l’ascoltatore negli istanti iniziali di Uncut.
Anche il binomio Black Machine-You Found Me strumentalmente risulta discreto, pur iscrivendosi nei canoni tipici del genere; è questo l’unico elemento che non consente a Uncut di spiccare a livello qualitativo, poiché i Beatrix Boulevard non introducono sfaccettature innovative all’interno del filone dell’Alternative Rock, ma rimangono inscritti in un’aura già plasmata da decine e decine di epigoni della sensibilità americana.
In definitiva, questa prima prova dei Beatrix Boulevard può essere considerata come un discreto avvio del percorso discografico della band, nonostante sia poco presente la cura dei particolari e della registrazione. Tuttavia, il cammino che la band milanese affronterà dovrà prevedere cambiamenti stilistici, sia per distanziarsi da quel vasto panorama di formazioni italiane già debitrici del sound americano, sia per far emergere la propria personalità.