- Lore – Voce, Cornamuse, Bombarde, Bouzouki, Chitarra
- Teo – Cornamuse, Bombarde, Cori
- Ferro – Basso, Cori
- Andreas – Cornamuse, Percussioni, Cori
- Lucas – Chitarre, Cori
- Fore – Batteria
- Roby – Cornamuse, Bombarde, Voce femminile
- Clara – Arpa, Sonagli
01. Ol bal di òss
02. Longobardia
03. Aufstand!
04. Anime dannate
05. Frerì
06. Un'altra volta ancora
07. Luppulus in fabula
08. Terra Santa
09. Senza certezze
10. Vortici scuri
11. Dall'alto cadrò
12. Vanità di vanità
13. Rocce Nere
Damnati Ad Metalla
Secondo disco per i bergamaschi Folkstone, oramai divenuti il gruppo di punta della scena Folk Metal nostrana grazie al buon riscontro ottenuto sia dal disco di debutto omonimo (Fuel Records, 2008) sia dai numerosissimi concerti in giro per il Nord Italia e l'Europa Centrale negli ultimi tre anni, in formazione acustica od elettrica.
Sostituita la seconda chitarra (Lucas subentra a Ghera) e l'arpista (Clara al posto di Becky), l'ottetto orobico si ripresenta al pubblico forte dell'esperienza maturata in questi anni passati “tra palco e realtà” (i lettori metallari mi perdoneranno l'ardire d'aver infilato una citazione di Ligabue in una recensione a loro destinata): “Damnati ad Metalla” risulta in generale un disco più maturo a livello compositivo e meglio rifinito come suono rispetto al disco di debutto, assestandosi comunque su un valore qualitativo similare per quanto riguarda l'efficacia delle varie canzoni.
Il suono, difatti, è ora più organico e meglio bilanciato: bombarde e cornamuse, pur rimanendo il marchio di fabbrica e il tratto distintivo del gruppo, sono meno preponderanti a livello di mixing e risultano meglio integrate alle poderose chitarre ed alla potente e forzatamente epica voce del singer Lore.
Confermate, per il resto, le caratteristiche sonore del gruppo: riffing compatto di matrice Heavy e una batteria solida formano l'impianto ritmico del gruppo, mentre la voce, le bombarde e le cornamuse si occupano dei momenti solisti e melodici, duettando e duellando; come accompagnamento, al posto dell'inflazionata tastiera, i Folkstone confermano la scelta di utilizzare un'arpa (“Vortici Scuri”).
A livello di bontà dei singoli pezzi “Damnati ad Metalla” riesce a mantenere un'ottima qualità lungo tutta la propria durata, cedendo solo ogni tanto in momenti meno incisivi (“Frerì”, penalizzata da un refrain claudicante, è uno di questi). Assolutamente meritevole, comunque, la maggior parte della tracklist, che ricalca quella del disco precedente nella scelta di inserire sia un brano strumentale d'ispirazione medioevale (il tambureggiante “Luppulus in Fabula”) che un momento alcolico e festaiolo (“Un'altra volta ancora”, trascinata da un guizzante tin whistle celticheggiante).
Più consoni alla già delineata proposta del gruppo gli altri brani, tra cui emergono la bella “Anime Dannate”, giustamente scelta come singolo di lancio per via del convincente ritornello, la battagliera “Aufstand!”, sostenuta dal bouzouki oltre che da bordate elettriche, e l'orientaleggiante e cadenzatissima “Terra Santa”.
Chiudono il disco due brani anomali: la cover di “Vanità di Vanità”, classico di Branduardi trasformato in un buffo e roccioso Folk-Metal, e la versione per solo coro alpino di “Rocce Nere”, una delle migliori hit del disco omonimo.
Valutazione numericamente simile a quella del debutto, tutto considerato, per “Damnati ad Metalla”, un disco valido che quindi non mancherà di piacere agli appassionati di Folk Metal, specialmente se amanti delle diramazioni più rustiche, tedesche ed Heavy del genere, e non a quelle più patinate, scandinave e Power Metal-oriented. Tutte le canzoni inoltre danno l'impressione di poter rendere ancora meglio durante uno spettacolo dal vivo, situazione che probabilmente rimane l'occasione migliore d'approcciare la musica dei Folkstone da parte del pubblico Metal con un'inclinazione per questi suoni.
LINKS PER L'ASCOLTO
- Sample mp3 e testi @ Folkstone.it
- Video in HD di "Anime Dannate" @ Youtube.com