Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Etichetta: 
Scarlet Records
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Flegias - Vocals
- Pier - Guitars
- GL - Bass, Backing Vocals
- Peso – Drums 
 

Tracklist: 



1. Mater Tenebrarum  
2. Black Magic (Slayer cover) 
3. Raise the Dead (Bathory cover) 
4. Pleasure to Kill (Kreator cover) 
5. Paranoid (Black Sabbath cover) 
6. Sodomy and Lust (Sodom cover) 
7. Bloodlust (Venom cover) 
8. Ace of Spades (Motörhead cover) 
9. Am I Evil? (Diamond Head cover) 
10. Mater Tenebrarum

Necrodeath

Old Skull

Primo album per i Necrodeath quasi completamente composto da cover di gruppi metal, Old Skull contiene dieci canzoni – rivisitazioni e due tracce dal titolo Mater Tenebrarum, di cui una versione rivisitata e l’altra tratta dal demo del 1985. A distanza di un anno dal più che buono  Phylogenesis, i nostri paladini del black/thrash ritornano sulle scene con un album che può chiaramente essere considerato come un esperimento poiché nulla del genere fu mai fatto dal gruppo in tempi passati. Così, con una copertina che ricorda tantissimo quella del demo The Shining Pentagram, ecco che Old Skull ci propone canzoni dei gruppi che servirono come influenza musicale affinché i Necrodeath potessero costruire il loro particolare sound. Da notare le numerose collaborazioni/partecipazioni di alcuni tra i personaggi più importanti della scena italiana, i quali verranno citati passo dopo passo per ogni canzone.

L’apertura del disco è affidata alla versione 2010 di Mater Tenebrarum, con special guest A.C. Wild (Bulldozer) alla voce che affianca Flegias. La violenza in fase di esecuzione sembra esattamente quella di ventitre anni fa, ma la perizia è decisamente migliorata senza perciò che la vena occulta e dissacrante venisse accantonata. Si prosegue su ritmi altissimi d’intensità con la prima cover, ovvero Black Magic degli indiscussi maestri del thrash, gli Slayer. Qui troviamo John (ex-Necrodeath, Raza de Odio, Cadaveria, Dynabite) al basso per una versione molto fedele all’originale, assoli di chitarra compresi. Raise the Dead con Claudio (ex-Necrodeath) alla chitarra, ci accoglie con le atmosfere sulfuree e doomeggianti classiche dei migliori Bathory per rallentare leggermente la velocità del disco, senza eliminare la sua atmosfera plumbea che finora ci ha accompagnato. Niente paura poiché una rullata basta ad introdurre Pleasure to Kill dei Kreator e la velocità torna a fare da padrone. Da notare come i Necrodeath in questo caso si trovino ancora di più a loro agio, siccome la musica dei nostri musicisti si avvicina molto a quella del combo tedesco.

Si va sul classico intramontabile con la grandiosa Paranoid dei Black Sabbath, la quale conserva molto della versione originale e non viene per nulla deturpata o privata del suo stile, per poi proseguire con l’ottima Sodomy and Lust, ovvero una bella mazzata di thrash veloce come solo i Sodom possono fare. Anche in questo caso non c’è nulla da dire poiché i riffs sono gli stessi ed anche la distorsione degli strumenti trovo si adatti perfettamente ad ogni composizione, mutando a comando per posizionarsi al meglio sullo stile da seguire. Alberto Penzin (ex-Schizo, Mondocane) al basso su questa composizione. La malvagità dei Venom viene tirata in ballo attraverso la storica Bloodlust e dai Motörhead viene tratta la scatenata, storica Ace of Spades con Andy Panigada (Bulldozer) alla chitarra. Ottima questa accoppiata votata ad una sorta di estremismo dell’hard rock, come nel DNA delle due band. La lunga, drammatica Am I Evil? dei Diamond Head (con Andy Bonfiglio, ex-Necrodeath, alla chitarra) trova perfettamente il suo spazio tra queste cover versions e la sua impronta malvagia non sfigura affatto. Tocca alla versione datata di Mater Tenebrarum terminare questo buon lavoro da parte dei Necrodeath, nel quale nessuna canzone sfigura e tutte hanno un filo conduttore di oscurità e pesantezza. Ottima anche la selezione delle canzoni da coverizzare e la loro disposizione su disco affinché non ci fossero cali di tensione.  

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