Tony Foresta – vocals
Ryan Waste – guitar
Andy Harris – bass
Brandon Ferrel – drums
1. Executioner (Intro)
2. Sweet Attack
3. Mutants of War
4. Knife Fight
5. Drunk as Shit
6. Death Prank
7. Substitute Creature
8. Waste 'Em All
9. Toxic Revolution
10. I Want to Kill the President
11. Thrash?! Don't Mind If I Do
12. Dropped Out
13. Blood Hunger
14. Jock Pit
15. The Mountain Wizard
16. Untitled (Hidden Track)
Waste ‘Em All
Municipal Waste = Thrashcore.
Questa è una delle equazioni su cui si potrebbe scommettere un bel gruzzoletto sicuri che negli anni non ci siano rischi di correzione. E siccome thrashcore = estremo e veloce, possiamo affermare secondo la proprietà transitiva che i Municipal Waste sono una band estrema e veloce.
Fin qui tutto quadra, ma il gusto della scoperta dei MW nasce quando ci si addentra nella loro storia cercando di individuare il lavoro più estremo di tutti, un qualcosa che seppur non ai massimi livelli per innovazione si sia distinto grazie ad un’attitudine singolare ed audace, uno di quei lavori che diviene indelebile segno del sound della band. La risposta è Waste ‘Em All primo full-lenght dei Nostri, partorito dopo un EP omonimo e due split album.
L’album inizialmente non è esente da critiche riguardo l’originalità: non solo dal titolo ma anche dall’opener Executioner sono riconoscibili i primi sintomi che i Metallica hanno prodotto sull’adolescenza degli autori di queste sedici tracce e la stessa Mutants Of War sgorga thrash slayeriano da tutti i pori, ma l’obiettivo degli americani è ben più sagace: velocità allo stato puro, unica arma a disposizione rappresentata egregiamente in copertina, musica spietata e diretta, per pochi, solo per quelli che riescono a digerire i pensieri senza fronzoli, pensieri sputati in faccia lasciando poca possibilità di replica; niente bridge, zero arrangiamenti, assoli e arpeggi lasciati a casa, nessun passaggio d’atmosfera nemmeno a ricoprirli d’oro e la durata totale di soli 17 minuti che rappresenta già di per sé un indicatore delle intenzioni della band.
Per apprezzare qualcosa di non eccessivamente veloce (definire “lento” sarebbe un eufemismo) bisogna attendere la quinta traccia, Drunk as Shit, che comunque non oltrepassa il minuto di durata, mentre un buon esercizio di alternanza tra ritmi grind-core e cadenze thrash spaccacollo è dato da Substitute Creature. A parte piccole differenze, l’emblema di questo album potrebbe essere individuato in I Want to Kill the President con i suoi diciassette secondi, brano che non vuol farsi prendere sul serio e non vuole restate nella storia per i suoi valori di fondo, tuttavia traccia che non intende nemmeno rappresentare con superficialità uno sfogo infantile ma sottendere delle idee di critica (politica?!) ben mimetizzate tra le poche parole scelte. Questa è la filosofia targata MW band che non a caso sposa il concept dei rifiuti urbani come proprio segno distintivo. Niente è lasciato al caso.