Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Paul Murphy - Voce, Chitarra, Banjo, Musiche
- Mike Murphy - Chitarra

LINE UP:
1. Lazarus
2. In Chemicals
3. Tracers
4. Paranoid Clusters
5. Eclipse
6. Tobias Grey
7. Warning
8. Drift
9. The Coroner

Tracklist: 
Postdata

Postdata

Postdata è il nuovo progetto che fa capo alla mente del canadese Paul Murphy, frontman degli Wintersleep, e di suo fratello Mike. Il tutto all'insegna di un cantautorato che più intimo, dolce e fragile non si può.
L'omonimo esordio del sodalizio fraterno tra i due musicisti vede luce ad inizio 2010, nel nome di una confessione musicale estremamente introspettiva e legata in maniera indissolubile alle loro vicende familiari (su tutte la morte della madre): i fratelli Murphy scompongono così la propria esistenza e ne raffigurano con incredibile semplicità i segmenti più intimi e profondi, dando vita ad un disco così 'piccolo' e intimo da trasmettere quasi la paura di rovinarlo con gli ascolti.
Nulla di maestoso nè di ricercato, niente che possa far pensare ad un progetto cantautorale sperimentale o contaminato: Postdata è un album da assaporare lentamente in tutta la sua profonda sincerità, espressa tramite nove brevissime introspezioni acustiche interamente giocate su un soave abbraccio di chitarra e di una voce, quella di Paul, perfetta nel simboleggiare nella maniera più diretta possibile il fragile nucleo emotivo del progetto.

Postdata scava così nelle emozioni più semplici e umane della vita, rifiutando categoricamente qualsiasi velleità intellettualistica e crogiolandosi in uno spazio purissimo e intimo, in cui la musica fa da intenso veicolo espressivo per una timida carovana di ricordi, amori perduti e fragili situazioni emotive. L'andamento è sempre lento e funge da (a tratti funereo) metronomo per le toccanti litanie chitarristico-vocali dei fratelli Murphy; il sound - per via dell'autoproduzione (il disco è stato registrato in pochi giorni su un portatile col semplice supporto di due microfoni) - è estremamente caldo e accogliente nelle sue imperfezioni che ne vanno a delineare la sottile essenza lo-fi; le melodie, infine, esprimono al meglio l'intera atmosfera di profonda confessione dell'album, variandone toni e colori ad ogni episodio.
Ciò che ne viene fuori è una soffusa mini-opera che, nelle sue miniature emozionali, abbraccia tanto il cantautorato più folk-oriented (le più solari schitarrate di Tracers e Warning) quanto quello più tipicamente indie/lo-fi. Così, in poco più di venti minuti, ballate dylaniane (In Chemicals) si affiancano a introspezioni più dense (su cui splende la luce soffusa delle memorie cantautorali di Conor Oberst, meglio conosciuto sotto il nome Bright Eyes) e ad altre decisamente più cupe e sotterranee, che a tratti ricordano le mesmerizzanti litanie in bassa fedeltà del progetto Smog di Bill Callahan (in special modo quello del capolavoro del 1995 Wild Love). A fare da padrona è quindi una chiarezza espressiva pop facilmente ascoltabile per la sua purezza acustica (il songwriting estremamente diretto nella voce e negli arrangiamenti di Lazarus, The Coroner e della toccante Paranoid Clusters) ma che d'altra parte non si risparmia per quanto riguarda interventi più sommessi ed emotivamente impegnativi, come dimostrano i due gioielli Eclipse e Tobias Grey che corrispondono ai momenti più tesi e sofferti dell'intero album.

In un periodo come questo, in cui la maggior parte degli sforzi musicali vengono prodotti in ottica commerciale e di successo, dischi come quello dei Postdata non possono far altro che portare alla mente una riflessione che col tempo è andata via via perdendosi: l'importanza e, per certi versi, la necessità di comporre della musica 'propria' nel vero senso della parola, una musica in cui rigettare se stessi senza sovrastrutture, plasmandola a propria immagine e somiglianza e lasciando da parte i richiami del mercato e del contesto esterno. D'altronde ai fratelli Murphy fregherà ben poco se Postdata non verrà ascoltato da nessuno, visto che l'avevano progettato e composto quasi in segreto, come se si trattasse di un lavoro autodedicato. Ma se c'è qualcuno in questo mondo che ogni tanto sente il bisogno di abbandonarsi ad una musica come questa, così semplice e pura, non farebbe male a dare una possibilità ai Postdata.

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