- Marco Manzella - chitarra acustica, voce
- Alessandro Marchetti - basso
- Luca Schiuma - pianoforte
- Emanuele Sarri - chitarra
- Vinicio Vinago - batteria
Guests:
- Elena Diana - violoncello in Il Colore Del Vetro, L'Idiota, La Mia Fetta, L'Astronauta, Quella Sensazione di Comodità e Piume di Cristallo.
- Enrico Allavena (Blue Beaters) - trombone in Infezione e La Mia Fetta
- Paolo Benvegnù - voce in Quella Sensazione di Comodità
- Tommaso Cerasuolo (Perturbazione) - voce in Lacrime e Fango e Il Pittore Del Mondo
- Cecilia "Syria" Cipressi - voce in Infezione
- Gigi Giancursi (Perturbazione) - chitarra in Il Colore Del Vetro, Muscoli di Carta, Il Pittore Del Mondo e Piume di Cristallo
- Max Grilli - violino in Il Colore Del Vetro, L'Idiota, La Mia Fetta e L'Astronauta
- Cristiano Lo Mele (Perturbazione) - chitarra in Il Colore Del Vetro e Muscoli di Carta
- Naif - voce in L'Altra Metà Di Me Stesso
- Luigi Giotto Napolitano - tromba in Sottile Ipocrisia
- Marco Notari - voce in Muscoli di Carta
- Carmelo Pipitone (Marta Sui Tubi) - chitarra in L'Altra Metà Di Me Stesso, Il Pittore Del Mondo e Sottile Ipocrisia
- Marcello Testa (La Crus) - contrabbasso in Sottile Ipocrisia
1. Il Colore Del Vetro
2. L'Altra Metà Di Me Stesso
3. Don Giovanni
4. L'Idiota
5. Muscoli Di Carta
6. Infezione
7. La Mia Fetta
8. Lacrime E Fango
9. L'Astronauta
10. Il Pittore Del Mondo
11. Quella Sensazione Di Comodità
12. Piume Di Cristallo
13. Sottile Ipocrisia
14. Non Sono Io, Sono Gli Altri
Il Disordine Delle Cose
Dalle molteplici esperienze musicali nel panorama indipendente degli ultimi vent'anni nasce, nel 2008, Il Disordine Delle Cose, band piemontese che sta gradualmente attirando l'attenzione dei cultori della scena italiana.
Distribuiti da Venus, i Disordine Delle Cose giungono alla pubblicazione del primo album di studio omonimo all'inizio di ottobre 2009, sotto l'etichetta indipendente Tamburi Usati; nella registrazione dell'esordio i cinque musicisti si sono avvalsi della collaborazione di celebri artisti della scena nazionale, come Cecilia Cipressi (in arte Syria), Tommaso Cerasuolo, Gigi Giancursi e Cristiano Lo Mele dei Perturbazione, Enrico Allavena dei Blue Beaters, Carmelo Pipitone dei Marta Sui Tubi, Paolo Benvegnù, Marco Notari e molti altri.
Nella stesura del platter, la formazione si è focalizzata in particolare sui colori prodotti dal magico intreccio degli strumenti impiegati: l'indiscutibile capacità tecnica dei componenti della band permette al progetto Il Disordine Delle Cose di districarsi in un genere fin troppo abusato ultimamente, trovando comunque soluzioni abbastanza originali: significativo risulta infatti l'apporto del pianoforte di Luca Schiuma, così come la presenza dell'evocativa voce di Marco Manzella; nonostante la notevole somiglianza con i primi lavori dei Perturbazione, il full-length cerca di mostrarsi quasi come una piacevole e fresca novità del circuito emergente.
Il colore bianco che permea la grafica minimalista della copertina proietta l'ascoltatore nella vena malinconia, sentimentale e raffinata che il disco presenta sin dal primo approccio: tra i capitoli più memorabili spiccano I Colori Del Vetro e L'Astronauta, così come gli episodi dedicati a percorrere tematiche più contemporanee come Don Giovanni o L'Idiota, capaci di far trasparire una sottile e critica ironia.
L'opener del cd, I Colori Del Vetro, è indubbiamente uno dei brani più delicati di tutto l'album, poiché il violino, il violoncello e la chitarra fanno da padroni su un tappeto di batteria appena accennato, che va a rendersi più vivo con il trascorrere del tempo; rilevanti anche il testo e la melodia vocale della canzone, perché rammentano le sfumature di una malinconia ninnananna.
Da Muscoli Di Carta, i Disordine Delle Cose rendono l'atmosfera dell'opera più movimentata: il ritmo di tale traccia si avvicina ai lidi di Se Mi Scrivi dei Perturbazione, che hanno preso parte all'esecuzione del pezzo mediante l'interpretazione Gigi Giancursi e Cristiano Lo Mele.
Sebbene L'Astronauta, singolo presentato dalla band per l'intero lavoro discografico, sia un brano molto più semplice e meno ricco di raffinatezze musicali rispetto agli altri episodi, esso costituisce comunque un altro momento di grande interesse: la sua particolarità è insita nella semplicità del testo e del timbro impiegato, capaci di trasformare l'esecuzione in una sorta di nenia Pop.
In conclusione, il progetto Il Disordine delle Cose ha esordito con un lavoro valido e curato sotto ogni punto di vista: estetico, poiché il cd è caratterizzato da un'insolita confezione decisamente apprezzabile, ma anche musicale e tecnico, grazie ad una professionale registrazione e ad un attento studio dei brani. L'unica pecca è forse da ricercarsi nella non eccessiva originalità del full-length che, sebbene si discosti parzialmente dagli ultimi prodotti del genere, rimane ancora ancorato agli stereotipi troppo abusati del panorama indipendente italiano.