Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Damiano Cembali
Genere: 
Etichetta: 
Relapse Records
Anno: 
2009
Line-Up: 

:
- Sean Ingram – vocals
- Jes Steineger – guitar
- Nathan Ellis – bass
- Nathan Jr. Richardson – drums

Tracklist: 

:
1. Oxe To Ore
2. The Blind Eye
3. Joyless In Life
4. To My Ruin
5. Absent In Death
6. Though Sparrows I Rest
7. Ore To Earth

Coalesce

OxEP

Neanche 6 mesi dopo il fragoroso ritorno di Ox, con i quali si riconciliavano coi loro affamati fan addirittura 10 anni dopo la loro ultima uscita discografica, i Coalesce pubblicano questo sorprendente EP dal titolo conciso ma estremamente significativo: OxEP costituisce infatti il più azzeccato e compiuto completamento al già citato full length, presentandosi come un’opera asciutta e sintetica ma dagli spunti davvero superlativi che contribuiscono ad approfondire ed esaltare il meritato successo del predecessore.

OxEp
, così come il fratello maggiore Ox, ribadisce la natura fieramente post-hardcore della formazione originaria del Missouri, rinnovandone le innate ambizioni con estrema concretezza, grazie alla quale persino i passaggi strumentali più leggeri e sofisticati assumono un’importanza tutt’altro che trascurabile: l’introduttiva Oxe To Ore, un minuto e mezzo di inquietanti percussioni tribali, così come l’ammaliante Joyless In Life, dagli intriganti richiami southern e folk, o l’evocativa Absent In Death, dal mood smaccatamente western che esplode in un finale dalle fosche tinte sludge, sono passaggi a dir poco essenziali all’interno della discografia dei Coalesce, che aprono loro orizzonti ancora inesplorati e proprio per questo ulteriormente forieri di curiosità e aspettative per noi che saremo lì ad ammirarne le più inedite evoluzioni. Da sottolineare, inoltre, come la presenza di questi deliziosi intermezzi dia sollievo ai nostri timpani, a dir poco affaticati dalla consueta staticità vocale di Sean Ingram, forse l’aspetto tecnico che più penalizza il risultato complessivo della band.

Tutto il resto, comunque, è esattamente quanto possiamo aspettarci da questi 4 musicisti provenienti da Kansas City, o forse persino di più: cadenze strascicate dal sound sporco e sanguinante (la lunga To My Ruin), vocals drammatiche al confine tra il growl più tetro e lo scream più vendicativo, passaggi strumentali di una delicatezza cheta e minacciosa allo stesso tempo (The Blind Eye), soprattutto un riffing sempre in primo piano che, di quando in quando, non disdegna arpeggi tipicamente stoner (Through Sparrows I Rest). La cupa disperazione dello sludge, le strutture canore volutamente disorganiche del mathcore, quella produzione così piacevolmente abrasiva tanto cara al noisecore: i Coalesce mescolano tutto questo con disinvolta semplicità, cucendosi addosso un vestito pesante e leggiadro allo stesso tempo, addomesticando la tracklist in maniera tale che la natura più primitiva della loro proposta musicale introduca e concluda questo pregevole EP.

Mentre moltissime altre formazioni ricorrono alla pubblicazione di Ep per raggranellare i pochi denari dei collezionisti più sfegatati, pubblicando accozzaglie di registrazioni live e remixes di dubbio gusto, confezionando prodotti commercialmente poco appetibili e musicalmente del tutto privi di qualunque significato, i Coalesce ci offrono la possibilità di ascoltare 7 tracce inedite e nuove di zecca, tra le quali 3 strumentali, è vero, ma ugualmente rappresentative di una precisa direzione artistica e, prese singolarmente, ben più che soddisfacenti. Complimenti a loro, per una scelta così coraggiosa e ammirevole e per un disco così meritevole, e complimenti anche a questo folle 2009, che ci ha restituito finalmente una delle formazioni più propositive ed ispirate di un panorama, quello ‘core, spesso inaridito da produzioni letteralmente inutili.  
    
Link per l'ascolto in streaming integrale: http://www.lambgoat.com/news/view.aspx?id=13534

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