- Francesco Meo - Voce
- Luca Mosti - Chitarra
- Alessio Rossano - Chitarra
- Federico Crovetti – Basso
- Federico Cecchini – Batteria
1. Memories of Centuries 04:41
2. Cold Eternity 03:33
3. The Other Side 04:49
4. Automa X 03:40
5. Awakening in Reality 04:28
6. Alchemical 02:55
7. Predominant 04:55
8. Doomed 04:34
9. Terror Of Knowledge 06:13
Mankind's Mistakes
Che grinta questi Souldeceiver e che occhio che ha avuto la SG Records nel scovarli! Come introduzione vi voglio dare i cenni storici più importanti. Questa band si forma nel 2007 in Toscana e questo Mankind's Mistakes é il loro debutto ufficiale che annovera nove canzoni di fumante, tecnico e ispirato death/thrash. L’esperienza di questa band, seppur breve, ha portato ottimi frutti poiché le canzoni qui contenute hanno l’impatto e la maturità di una band che sembrerebbe già navigata invece che alla prime armi. La tecnica dei musicisti qui coinvolti e la loro fantasia nel creare delle strutture portanti solide come macigni mi ha stupito fin dall’inizio. Ora addentriamoci con più cura nell’album.
Già nell’opener, Memories of Centuries, possiamo notare come le partiture più tecniche vengano perfettamente miscelate ad alcune aperture melodiche soliste. La voce di Francesco è aggressiva e di recente scuola svedese, poiché classica via di mezzo tra il growl e lo scream. Le chitarre macinano riffs su riffs e la successiva Cold Eternity ne è un chiaro esempio. La vena più impulsiva del gruppo non intacca mai la struttura tecnica delle canzoni ed anche in questo caso possiamo trovare delle aperture più accessibili, come alcune clean vocals che rimandano ai recenti Darkane anche se non abusate come spesso è accaduto per il gruppo svedese. I mid-paced breaks sono carichi di una pesantezza e di un’oscurità incredibili, oltre a non essere mai pedanti e noiosi. In questo caso vi voglio segnalare la pesantissima The Other Side la quale, tra l’altro, si segnala più che positivamente per un egregio lavoro da parte delle chitarre soliste nel mezzo della struttura per dare il solito tocco melodico.
I fraseggi di chitarra che spesso troviamo in queste tracce rimandano all’ultimissima scuola Death e ad album come Symbolic e The Sound of Perseverance. A tal proposito vi consiglio Automa X e la strumentale Alchemical, la quale assieme ad Awakening Reality mostra segni di elementi leggermente prog, uniti alla base violenta di death/thrash. Forse Predominant è la traccia leggermente più fiacca e meno ispirata dell’album anche se presto Doomed ci riporta su livelli eccellenti per la vena cachy che si mescola perfettamente alla brutalità. L’atmosfera della tastiera unita al solismo delle chitarre, ricrea degli scenari macabri e sconosciuti per la finale Terror Of Knowledge, che successivamente si rivelerà una mazzata degna di nota mostrando ancora una volta cosa questa band è capace di regalarci in sei minuti di cambi di tempo, variazioni di atmosfera e livelli tecnici/brutali veramente soddisfacenti. Promossi a pieni voti e alla prossima!