- Sam Rosenthal - Musiche
Guest:
- Athan Maroulis - Voce
- Laurie Reade - Voce
- Lucas Lanthier - Voce
- Nicki Jaine - Voce
- Brian Viglione - Batteria
1. Sailor Boy
2. Inch Worm
3. Tell Me You've Taken Another
4. The Perfect Pervert
5. Marmalade Cat
6. Love Song
7. Rotten Zurich Cafè
8. Militarhymne
9. In Dystopia
10. The Pleasure in the Pain
11. I Strike You Down
12. Caught by a Stranger
13. Curious, Yet Ashamed
14. Love of the Father
10 Neurotics
Ancora dolcemente smarrito nel proprio limbo di eros, visioni esoteriche e inquietudine esistenziale, Sam Rosenthal torna a far muovere e respirare quel suo universo che negli anni '90 ha profondamente scosso e rivoluzionato l'intero panorama dark. Pochi act come i Black Tape for a Blue Girl hanno infatti saputo rielaborare il linguaggio oscuro degli anni '80 in maniera così originale e intensa, e tutti quei capolavori composti a cavallo tra il 1991 (A Chaos of Desire) e il 1996 (l'immortale Remnants of Deeper Purity) ne sono stati l'inossidabile conferma.
Ma quando il tempo passa - com'è ovvio - i linguaggi cominciano a smussarsi, a cercare nuove vie espressive, ad evolversi verso forme diverse e distaccate da quelle che erano le glorie di un passato ormai già lontano: 10 Neurotics, conclusione di una presunta trilogia "erotica" oltre che termine ultimo di quel processo di trasformazione poetica attuata da Rosenthal a partire da As One Aflame Laid Bare by Desire (1998) e proseguita fino al nuovo corso "teatrale" ambient-gothic di The Scavenger Bride (2002) e Halo Star (2004), è un album diverso, strano, per certi versi bizzarro; in poche parole, di difficile collocazione stilistica e artistica.
Lasciati ormai (quasi) completamente da parte gli afflati cameristici e le struggenti orchestrazioni dei gioielli degli anni '90, il progetto di Rosenthal sembra prendere sempre più le sembianze di una vera e propria band: a rimanere intatto, ma con le dovute sfumature ed eccezioni del caso, è il mood decadente e sofferto del mecenate dark americano che viene qui ripreso sottoforma di un deviante cabaret in cui voci e personaggi compaiono e si dissolvono, accompagnati da un ensemble strumentale decisamente più scarno e meno "mistico" rispetto alle precedenti pubblicazioni (sentire a questo punto Tell Me You've Taken Another, cover tratta da As One Aflame Laid Bare by Desire).
Ma quando giungono brani come Marmalade Cat sembra quasi di essere tornati indietro nel tempo e di poter riabbracciare il decadente esoterismo dark del capolavoro This Lush Garden Within: l'atmosfera del brano, concentrata nel sinuoso tono vocale della singer Laurie Reade e nell'agghiacciante universo strumentale di Rosenthal, disegna infatti paesaggi interiori lontani e offuscati dal tempo, intrisi di una malinconia pesante e terribilmente gotica che col suo ieratico distendersi quasi rompe l'istrionismo da avanspettacolo del resto del disco. Dopo Marmalade Cat, 10 Neurotics si scioglie infatti in tutta la sua teatralità - ora più coinvolgente (la splendida Rotten Zurich Cafè), ora più aggressiva ma poco emozionante (l'oscuro rituale The Pleasure in the Pain) - mostrando il suo lato più estroverso ed eccitato attraverso una serie di devianti spettacoli folk-acustici: Curious, Yet Ashamed (palese è qui il richiamo di progetti quali Spiritual Front et similia) e il suo toccante slancio melodico, le più pacate cornici di Inch Worm, i toni buffonesco-grotteschi dell'opener Sailor Boy e quelli più sotterranei di In Dystopia, Caught by a Stranger e I Strike You Down (in cui l'influenza dei Dead Can Dance diviene quasi imbarazzante) contribuiscono infatti a creare questo bizzarro immaginario visivo-musicale fatto di maschere carnevelesche e improvvise pause mistiche (The Perfect Pervert), esplosioni di cabaret e silenziosi inabissamenti in un'inquietudine sottile e mai realmente percepibile (è in questo discorso che il distacco concettuale e creativo dai precedenti capolavori si sente in maniera piuttosto evidente).
Bizzarro, inaspettato e, sotto certi aspetti, deviante, 10 Neurotics è un lavoro che porta a termine l'obiettivo principale di Rosenthal - dirottare il progetto BTfaBG verso nuove tipologie espressive, scevre dalla maestosa religiosità di un Remnants o di un A Chaos of Desire - ma che d'altra parte ci dà un ritratto del progetto estremamente diverso e di non facile comprensione. Sebbene da un artista quale Sam Rosenthal (per chi non lo ricordasse è stato il mecenate del nuovo corso dark anni '90 con la fondazione dell'etichetta Projekt e la produzione - tra l'altro - di acts come i Lycia di Michael Van Portfleet) ci si aspetti sempre un capolavoro fuori dal comune, 10 Neurotics è tutto fuorchè un passo falso: basta spogliarsi delle proprie vesta, fissare la propria nudità sulla sporca superficie di uno specchio e lasciarsi assalire dai fantasmi più reconditi del proprio desiderio, carnale e sentimentale, per cominciare a comprendere il misterioso linguaggio di questa shockante creatura. Da lì in poi, in un modo o nell'altro, Rosenthal saprà farvi cadere tra le sue braccia. Come sempre.