- Jason Marks - voce
- Deddy Andler - chitarra, tastiera
- Alex Hlousek - batteria
- Ursula “Ouzo” Raschke - basso (3,4,6,8,10)
- Wolfgang Frank - chitarra, tastiera, basso
1. Nail It To The Wall
2. One Small Voice
3. It’s Forever
4. Walk Away
5. Fight For My Life
6. The Reason
7. Johnny’s Running
8. Nightwinds
9. For Getting Over Us
10. Winding Road
Equilibrium
Dopo il debutto del 2003 intitolato Somehwere Into Nowhere la band dei S.I.N. torna con una nuovo cd pronta a rilanciare la propria proposta musicale che affonda le radici nell’AOR di classe per allargarsi, per questa nuova uscita ad un hard rock molto pomp che non disdegna alcuni passaggi quasi power metal, grazie alle accelerazioni imposte dal batterista, l’energico Alex Hlousek; questo gioco però non riesce in pieno e spesso il tortura-pelli non riesce a rimanere all’altezza della situazione con passaggi troppo sostenuti e “fuori dal coro”.
L’album parte discretamente con Nail To The Wall e migliora nettamente con One Small Voice e l’iper correttone della bellissima It’s Forever, in cui la voce carezzevole dell’ospite Michael Voss dei Casanova duetta con la voce “nera” del singer dei S.I.N. Jason Marks (ex Tempest e Forever); il risultato è notevole ed il pezzo, arricchito anche da uno stupendo assolo di chitarra della coppia Frank/Andler, risulta uno dei migliori del lotto.
Il sound dei nostri, nelle prime battute, si attesta in un class hard rock che richiama fra gli altri i Tyketto ed i Queensryche di Empire.
Altri momenti interessanti sono legati alla song in stile Bon Jovi/Gotthard intitolata Fight For My Life, caratterizzata da una meravigliosa sleazy guitar e da un coro ottimamente confezionato ed accompagnato dal solito bellissimo assolo della coppia di axe hero.
Purtroppo però il livello del songwriting non è sempre alto e la seconda parte del platter non riesce a convincere quanto la prima, complice una serie di soluzioni melodiche di scarso impatto e la voce troppo hard rockkeggiante e monotona di Jason Marks.
Il disco si perde un po’ in riffing piatti e cori poco riusciti, come quello bruttissimo di The Reason.
In definitiva Equilibrium è un disco sufficiente ma nulla più, che può esser consigliato giusto a i patiti del genere proposto.