Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2009
Line-Up: 

- Dan Barret, Tim Macuga - Tutti gli strumenti, Tutte le musiche

Tracklist: 

Disc 1: Powers Of Ten
1. The Big Gloom
2. Waiting For Black Metal Records To Come In The Mail
3. The Future
4. Earthmover
5. Who Would Leave Their Son Out In The Sun

Disc 2: What Happened Next Was Worse
1. Humar Error
2. Trespassers W
3. Defenstration Song
4. Sisyphus
5. Destinos

Have a Nice Life

Voids

Nel 2008 sono stati il caso il dell'anno con un disco che di certo non verrà facilmente rimosso e dimenticato dalla musica alternativa contemporanea: Deathconsciousness ha riesumato la dark wave e il gothic come non eravamo più abituati ad ascoltarli, ha elaborato un'alchimia stilistica affascinante e di spessore. Ha, più semplicemente, spaccato in due il rock moderno unendo passato e presente in una commovente simbiosi musicale, concettuale, artistica. A un solo anno di distanza da quel gioiello, gli Have A Nice Life - questa volta senza il supporto della Enemies List - tornano sulle scene: Voids, pensato come una doppia raccolta di demo e b-sides non rilasciati all'uscita dell'esordio, presenta tutto ciò che Deathconsciousness non è stato nella realtà, ce ne mostra il lato nascosto e obliato.
Il primo disco, Powers Of Ten, è costituito dalle demo-version di alcuni brani del precedente full-lenght (The Big Gloom, Waiting For Black Metal Records..., The Future, Earthmover, Who Would Leave Their Son Out In The Sun); il secondo, What Happened Next Was Worse, è invece la ciliegina sulla torta di Voids, in quanto presenta per la prima volta dall'uscita Deathconsciousness del nuovo materiale. E che materiale!

Sebbene manchino chiaramente i riferimenti all'industrial e al drone che in Deathconsciousness fungevano da perfette valvole di sfogo atmosferico, le cornici strumentali di Voids annegano in una trascinante orgia di effetti shoegaze e melodie decadenti, rielaborando il mood del precedente capolavoro in maniera più secca e diretta ma sempre con la stessa, inossidabile tensione emotiva. Anche a livello melodico - sebbene stilisticamente questo distacco sia maggiormente percepibile - la nuova creatura firmata Have A Nice Life rifiuta le più elaborate invenzioni di Deathconsciousness oltre ad attenuarne la vena più oscura e asfissiante, preferendovi aperture meno impegnative ma comunque intrise del solito spleen e del medesimo afflato malinconico.

Come giustamente prevedibile, il primo disco Powers Of Ten scorre via senza presentare nulla di nuovo, se non versioni "artigianali" e ancora più ruvide di alcune delle migliori canzoni di Deathconsciousness: tanto The Big Gloom e Waiting For Black Metal Records To Come In The Mail (che però, anche in questa veste, continua a mantenere intatta la sua oscura forza atmosferica) quanto le restanti Who Would Leave Their Son Out In The Sun?, The Future e Earthmover si ripresentano infatti nelle loro sembianze originarie, differenziandosi dalle versioni "ufficiali" di Deathconsciousness esclusivamente per un sound ancora più marcio e polveroso.
Il discorso cambia completamente quando What Happened Next Was Worse comincia a muovere i suoi primi passi: una batteria campionata su cui si appoggia lentamente una chitarra con delay a tessere una linea melodica incalzante e avvolgente e Human Error dà il via al secondo disco nella maniera più inaspettata. Il richiamo al dark ottantiano è qui palese, come netta è l'influenza giocata sul gruppo dalle morbide atmosfere dei Cocteau Twins e dalle possenti linee ritmico-melodiche dei Joy Division (Defenstration Song, rimanendo ad ogni modo una buona canzone, ne è quasi un plagio), oltre che dallo spleen esistenziale di marchio Lycia. Tratti che la successiva Trespassers W enuclea nel migliore dei modi, sciorinando un riffing avvolgente e trascinante (che vede nella fase centrale il suo assoluto climax atmosferico) in cui quasi rivivono le suggestioni melodiche cureiane, sebbene rivisitate in un linguaggio più profondo e ricercato.

Ammorbidendo la tensione strumentale tipicamente post-punk delle precedenti canzoni, Sisyphus invece si avvolge totalmente in un rituale dream-pop dai devastanti poteri atmosferici; le chitarre, prima molto più tese, subiscono in questa canzone un notevole cambio di registro, cospargendosi di effetti sempre più dilatati e onirici che esplodono nel mesmerizzante finale in un'orgia di malinconica psichedelia. Come già accennato, lo stile di What Happened Next Was Worse abbandona le più ardite contaminazioni stilistiche di Deathconsciousness, dimostrandosi - molto più del predecessore - legato al post punk più nero per impostazione strumentale ed atmosferica. Più diretto e melodicamente accessibile, Voids rimane un lavoro non per questo privo di una sua dimensione enigmatica e sofferta che gli Have A Nice Life splendidamente racchiudono nel capolavoro conclusivo Destinos, trasportato dall'intenso contrasto chitarra acustica/pianoforte su cui successivamente si impone un flusso di laceranti cornici elettroniche che eleva la tensione emozionale del brano e lo accompagna fino al suo lento, ipnotico finale.

Ottimo nell'aver saputo elaborare un diverso punto di vista del medesimo soggetto artistico (come anche dimostra l'artwork del disco, rielaborazione del davidiano "Marat assassinato", un cui frammento a sua volta costituiva la copertina del precedente full-lenght), Voids - tralasciando le inutili demotracks - resta un buon lavoro più semplicemente perchè composto da canzoni di assoluto spessore che, nonostante manchino dell'enfasi sperimentale e della plumbea atmosfera di Deathconsciousness (oltre che di tutto il suo universo occulto e criptico), ne hanno saputo dare un'interpretazione in grado di conservarne il medesimo slancio emotivo e lo stesso vigore atmosferico, sebbene in uno stile meno personale e sicuramente più derivativo.

Dagli Have A Nice Life non potevamo ottenere nulla di meglio per sopperire all'attesa di un nuovo (e sperato) kolossal dark: da leccarsi i baffi.
 

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