- Eliane - violino
- Marguerite - violino
- Hylgaryss - tastiera
- Dame Pandora - voce
- Sombre Cyr - basso, percussioni
- Arkdae - tastiera, chitarra
1. Ouverture (02:33)
2. Elle et l'aube (07:41)
3. Dein kalter Stein (05:56)
4. Memento Mei (06:51)
5. The garden of Jane Delawney (03:55)
6. Cristal (06:51)
7. Mon errance... (03:50)
8. A mes ennemis (08:05)
9. Sortie du cloître (05:02)
10. Des illusions (04:19)
11. Je m'en irai (07:19)
Exaudi Vocem Meam - Part I
Attivi dal 1996, con alle spalle quattro full-lenght, i francesi Dark Sanctuary costituiscono una delle realtà più durature e significative del panorama Dark Wave europeo: la musica Ambient di atmosfera, che spazia dalle sinfonie cupe e tenebrose a passaggi neo-classici di notevole bellezza può considerarsi un elemento portante di tutta la produzione gotica francese e centro-europea. Negli ultimi anni tantissime bands sono giunte ad ottenere un discreto successo perché trascinate dalla forte personalità dei Dark Sanctuary, appunto la formazione Dark per eccellenza del continente.
A dieci anni da Bruises, la prima demo-tape che introdusse l’alone avvolgente caratteristico del sestetto, due pubblicazioni vogliono celebrare l’anniversario della nascita dei Dark Sanctuary: il nuovo capitolo discografico denominato Exaudi Vocem Meam, si struttura infatti in due parti, teatrali, liriche e riflessive. Il secondo atto “vedrà la luce” nel marzo 2006 e si presume che ricalcherà il genere proposto in tutte le precedenti pubblicazioni.
Aspettando quel momento possiamo già gustarci l’episodio I, un album intriso di dolore, malinconia e dissoluzione interiore, come testimoniano i ritmi decadenti descritti dalle percussioni appena accennate, dal violino straziante e dalle dolci note di pianoforte. Romanticismo gotico inscritto in un’atmosfera per nulla originale, ma piacevole da ascoltare.
Ciascuna canzone di Exaudi Vocem Meam - Part I persevera nella sua compostezza formale, poiché raffinata negli accostamenti strumentali, elegante nella tristezza che trasmette e votata ad essere ammirata come opera sinfonica corale, a cavallo tra barocco e neo-classico.
In particolare brani come Memento Mei, semplice nell’accompagnamento ma grandiosa nei temi di pianoforte e violino, rappresentano piccole gemme preziose incastonate nella pubblicazione Dark più attesa e forse migliore di tutto il 2005.
Le voci femminili, angeliche e soavi si sovrappongono, trasportando all’interno delle sonorità dell’album: tante le connessioni con gli austriaci Dargaard, l’altra faccia della medaglia del Dark europeo, quella più inquietante e severa. In ballate acustiche quali The Garden of Jane Delawney, i Dark Sanctuary invece mostrano le loro abilità compositive, non giungendo lontani da approcci pseudo-Folk, sì appena accennati, ma di grande effetto stilistico.
Le voci maschili invece sono scarsamente impiegate e l’unica apparizione concreta è quella di Theodor Schwadorf dei The Vision Bleak nella terza Dein kalter Stein, con la sua voce possente e solida.
Le altre tracce sono abbastanza noiose se ascoltate senza lasciarsi trascinare dalle voci narranti, spesso in francese, e dalle tastiere coprenti di sottofondo. In definitiva, una buona prova di composizione da parte del sestetto, che si dimostra capace di continuare sulla scia dei lavori passati, senza scomporsi a sperimentare, ma conservando il proprio sound chiuso e ricercato, vicino a quello dei connazionali Elend.