Voto: 
7.7 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Holocene Music/Names Records
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Alela Diane - voce, chitarra classica


Tracklist: 

1. Tired Feet (02:41)
2. The Rifle (02:43)
3. The Pirate's Gospel (02:55)
4. Foreign Tongue (03:21)
5. Can You Blame the Sky? (02:28)
6. Something's Gone Awry (01:06)
7. Pieces of String (02:51)
8. Clickity Clack (03:50)
9. Sister Self (03:25)
10. Pigeon Song (02:12)
11. Oh! My Mama (04:14)
12. Heavy Walls (bonus track) (03:29)
13. Gypsy Eyes (bonus track) (03:11)

Diane, Alela

The Pirate’s Gospel

La nuova generazione di cantautrici Folk Rock d’oltreoceano ha dato origine ad un valido panorama che recupera la grande tradizione sessantiana, arricchendola con un feeling più contemporaneo e attraverso registrazioni più trascinanti. Le poesie di Lucy Kaplansky, Mary Gauthier, Marissa Nadler e Joanna Newsom hanno ammaliato il grande pubblico del cantautorato dalla fine degli anni Novanta sino ai giorni nostri, descrivendo brani dal sapore intimo e meditativo, capaci di tratteggiare e poi dipingere l’anima dei propri compositori.
Proprio Joanna Newsom nel 2003 invitò la sua concittadina Alela Diane, già autrice di un capitolo discografico autoprodotto che raccoglieva i suoni monologhi più personali, ad esibirsi per la prima volta davanti ad un pubblico di appassionati; da quel momento la giovane Alela Diane riuscì ad attirare l’attenzione di numerosi esperti del settore, ricevendo anche diverse proposte su scala internazionale che le consentirono l’acquisizione di discreti contratti discografici.

La prima vera opera che proietta Alela nel mercato del cantautorato americano è The Pirate’s Gospel, costituito da undici episodi di squisito Folk Rock d’altri tempi, dall’atmosfera onirica e dimenticata. Le canzoni, scritte durante un viaggio in Europa, furono dapprima registrate nello studio del padre di Alela e autoprodotte nel 2004, per essere successivamente rivisitate in occasione della distribuzione su scala americana e inglese attraverso la Holocene Music e la Names Records.
I protagonisti di The Pirate’s Gospel sono raffigurati dalla calibrata ed espressiva voce di Alela e dalla sua inseparabile chitarra classica, che tesse una ragnatela di arpeggi di notevole qualità, trasmettendo sensazioni delicate attraverso una forte eco sessantiana. Dalla pubblicazione di questo lavoro di studio, la Diane ha potuto emergere nel sottobosco di cantautori della “New Weird America”, la scena elitaria che riunisce i migliori esponenti del folk psichedelico statunitense (Akron/Family, Cocorosie, Animal Collective tra i più celebri): fondamentali anche le collaborazioni con le interessanti realtà di The Decemberists e Iron & Wine del circuito indipendente d’oltreoceano, che hanno consentito alla talentuosa song-writer di esibire i suoi madrigali in tutti gli Stati Uniti.

L’incipit My Tired Feet conserva quell’alone mesto tipico delle composizioni più disilluse del genere, che trasportano l’ascoltatore verso lidi riflessivi di notevole effetto; i temi del viaggio e della natura si intrecciano con armonia, come dimostrano l‘artwork ricercato ed elegante e canzoni come Foreign Tongue, che segue da vicino la scia della stessa My Tired Feet. Evidente è l’influenza esercitata dall’amica Joanna Newsom e dal suo Folk Rock dalle profonde componenti surreali (Something’s Gone Awry), sebbene siano assenti tutti i riferimenti alla musica appalachiana e a qualsiasi forma di avanguardismo. Viene comunque conferita attenzione all’ambito ritmico, attraverso la proposizione di accompagnamenti di battiti di mani (come nella title-track) e di altri accorgimenti vocali che rievocano lo spirito della psichedelia d’autore (in particolare quella di Grace Slick e dei suoi Jefferson Airplane).

The Pirate’s Gospel simboleggia un percorso all’insegna della raffinatezza stilistica e dei timbri più caldi del cantautorato, che può essere consigliato non solo a tutti gli appassionati del genere, ma anche a coloro che desiderano estraniarsi dalla frenesia della vita, ritagliandosi un momento di quiete e meditazione. Messaggera di emozioni indescrivibili, la voce di Alela Diane si pone come una guida sospesa tra un passato di Folk e Psichedelia e il cuore della New Weird America, realtà sempre più ricca di soluzioni originali e d’avanguardia.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente