- Charles Bullen - voce, chitarra, clarinetto, batteria, tapes
- Charles Hayward - voce, batteria, tastiera, chitarra, basso, tapes
- Gareth Williams - voce, basso, tastiera, tapes
1. Testcard (00:47)
2. Horizontal Hold (06:56)
3. Not Waving (07:26)
4. Water (03:10)
5. Twilight Furniture (05:06)
6. 24 Track Loop (05:57)
7. Diet of Worms (03:09)
8. Music Like Escaping Gas (03:40)
9. Rainforest (02:55)
10. The Fall of Saigon (05:10)
11. Testcard (03:11)
This Heat
Durante la storica diatriba tra Progressive Rock e Post Punk avvenuta nell’Inghilterra pre-ottantiana, l’anello mancante tra le due correnti fu raffigurato dai This Heat, trio sperimentale londinese che cercò di isolarsi dai movimenti stilistici del periodo, per condurre una ricerca compositiva unica ed inedita. Quella dei This Heat rappresentava una prima sorta di avanguardia che conciliava la decadenza del Post Punk e l’ambito tecnico del Progressive, senza trascurare l’approccio cacofonico dei nascenti Noise e Industrial: purtroppo però un disco meritevole come il debutto discografico omonimo rimarrà sempre in ombra rispetto ai grandi classici prodotti dalle formazioni di punta della scena britannica
Peculiare è anche la storia dei primi anni della band di Brixton, nata nel 1975 e giunta alla prima comparsa radiofonica solo due anni più tardi, dopo aver inviato al celebre giornalista e DJ John Peel una traccia registrata nel mattatoio dismesso che il gruppo sfruttava come sala prove personale. L’esordio, registrato tra il febbraio 1976 e il settembre 1978, fu pubblicato solo nel 1979 e costituì il punto di partenza per tutte le sperimentazioni future dei tre polistrumentisti che avevano preso parte al progetto: in un’atmosfera opprimente e gelida si ergono i primi vagiti di una musica elettronica carica di loop e di effetti malati e capace di creare un filo conduttore con i primi folli esperimenti dei connazionali Throbbing Gristle.
L’agghiacciante silenzio dei 47 secondi di Testcard spiazza l’ascoltatore, prima che questo venga immerso nell’alone soffocante di Horizontal Hold, una spettrale traccia che non disdegna la direzione assunta da un certo Kraut tedesco di Can, Neu! e Faust. Uno dei piccoli gioielli incastonati in This Heat è Twilight Furniture, ancorata ad un’aura mesta ed intrisa di un minimalismo noir di notevole profilo; il brano sembra tendere costantemente ad un’esplosione liberatoria, ma il monologo dissonante di chitarra si scioglie in un’avvolgente coda di archi. 24 Track Loop fa poi immergere in un contesto robotico e cibernetico attraverso la proposizione di un primordiale ed arcano fraseggio elettronico che continua a ripetersi in modo caotico ed estenuante.
Titoli come Diet Of Worms, Music Like Escaping Gas e The Fall Of Saigon si adattano con efficacia alla dimensione plasmata dai This Heat, pionieri di un timbro che sarà precursore di tutti gli sviluppi ottanti ani più malati ed acidi.
In definitiva, sebbene il mercato internazionale della musica d’avanguardia non abbia mai reso onore ai This Heat, scioltisi dopo la realizzazione del successore del primo episodio di studio, si deve riconoscere che il loro apporto è stato fondamentale per comprendere le origini del calderone musicale inglese degli anni Ottanta. Deceit del 1981, carico di influenze più marcate dal Punk Rock e meno legato agli stilemi tecnici del Progressive, negli anni Novanta verrà infatti riscoperto da parte della critica inglese e reputato un valido cugino dell’immenso Closer di Ian Curtis.