- Zhaaral - tutti gli strumenti
1. Cursed Universe (10:00)
2. Lord of Mind (08:16)
3. Fire and Thirst (08:52)
4. Ornaments (07:29)
5. Vanitas (10:02)
Skullreader
L’avvento del Duemila ha portato un vento di innovazione nella scuola Black Metal europea, diventata capace di valorizzare maggiormente certi chiaroscuri che erano risultati pressoché impercettibili negli anni Novanta; un ruolo fondamentale nell’evoluzione delle sonorità più sperimentali l’hanno sicuramente giocato acts come Arcturus, Summoning, Deathspell Omega e Shining, realtà in grado di modellare il concetto di Black Metal, trasportandolo verso lidi rispettivamente più progressivi, atmosferici, cosmici o oscuri.
Proprio quest’ultimo elemento sembra aver conferito linfa vitale alle nuove leve del genere, come testimoniato dalle spettrali pubblicazioni di Farsot, Den Saakaldte o Lifelover e dalla maggior parte delle uscite della nostrana Avantgarde Music, attenta fin dall’epoca dei primi Katatonia alle opere dense di un feeling cupo e nichilista.
Dopo aver strappato alla Haunter Of The Dark la pubblicazione del terzo capitolo discografico dei Darkspace, fautori di un Black Metal ricco di componenti Ambient e Dark, la Avantgarde Music ha dato spazio alla produzione del debutto solista di Zhaaral, voce e chitarra degli stessi Darkspace.
Il nuovo progetto del musicista originario di Friburgo, denominato Sun Of The Blind, affonda le sue radici in un Ambient carico di sfaccettature elettroniche e in un Gothic/Dark Rock che impreziosisce il tessuto Black di base.
Skullreader assume una dimensione decadente cosmica, perché le punte di elettronica conferiscono maestosità alle cinque lunghe tracce descritte prevalentemente dal binomio synth-chitarra.
Brani complessi come Fire And Thirst sono intrisi di un sound soffocante ed avvolgente, sferzato da scream o lamenti tormentati in sottofondo; l’apporto dell’influenza delle sopra citate formazioni è innegabile, ma si deve ammettere che le soluzioni compositive adottate da Zhaaral sono di ottima fattura, sebbene ogni traccia viaggi su mid-tempo caratteristici del timbro degli austriaci Summoning.
E se certi motivi orientali potranno conferire un colore assai diverso al contesto dell'album, il progetto Sun Of The Blind rimane comunque ancorato alla natura malata e avant-gardistica degli ultimi Deathspell Omega, presentando un’interessante commistione di stili e una discreta tavolozza timbrica.
Risulta doveroso anche soffermarsi sulla registrazione, volutamente non impeccabile per produrre quel sound rarefatto che mantiene un forte legame con la filosofia scandinava o le realizzazioni più underground.
In conclusione, Skullreader è un’opera che farà parlare molto di sé nell’ambiente estremo che predilige i lavori più impegnati intellettualmente (se non nella musica composta almeno nelle tematiche affrontate); le realtà evolutesi attraverso le menti dei membri dei Darkspace sembrano aver acquisito un certo prestigio, come testimonia questa one-man band, nata dalla trascrizione di una visione di Zhaaral e divenuta un valido successore del filone esistenzialista del Black europeo.