:
- Giovanni Vernocchi – chitarra
- Bruno Bertozzi – voce
- Gianni Lorenzini – batteria
- Davide Giagoni – basso
:
1. Sound Of The Wind
2. Easy Noise Revolution
3. F.A.D. To Kill
4. Another Perfect Slaughter
5. People To The Party
6. The Red Joy
7. Lesson One
8. Dark Stone
9. F.P. And B.
10. Pachiderm Creature
11. Wall Without Color
12. Ain’t No Place
Lesson One
Ci sono band eterne e band che hanno la storia di un attimo, ma questo è un dogma inopinabile.Esistono però anche sonorità, generi, che non hanno tempo, melodie e architetture musicali che non solo hanno il merito di entrare dentro, di implodere senza il benché minimo preavviso e produrre effetti di dipendenza cronica, ma sono al tempo stesso in grado di attecchire su generazioni così distanti tra loro, di allungarsi ed assumere una forma geometrica piatta e trasversale lunga diversi decenni.
Spesso, queste generazioni, proprio in questi schemi sonori trovano un punto di contatto, uno dei pochi, e non è un caso che genitori e figli si trovino sotto la stessa transenna ad osannare gli stessi paladini.
Insomma è proprio l’esistenza, nella forma più embrionale di genesi ed ideazione, di questa manifestazione composta di musicalità che dona all’artista o alla band l’essenza di eterno, il fluido magico che garantisce l’immortalità.
L’esempio più scontato è rappresentato dalla musica classica, in primis originata dalle menti di Mozart e Beethoven (longeva di duecento anni ed oltre ma pur sempre fonte di grandi emozioni ed illustri insegnamenti ancora oggi attuali); tuttavia in questa circostanza è bene segnalare un nome ed una concezione di musica ben più attuale ed altresì più calzante al nostro contesto: l’hard rock degli AC/DC. La band dell’(appunto) eterno scolaretto Angus Young presenta un sound coerente e potente da trenta anni e più, un incrocio di note difficilmente sconosciuto, un sound in grado di appassionare legioni di musicisti che si sono ispirati a loro: e tra questi ultimi possiamo annoverare senza ombra di dubbio gli italianissimi The Stuff.
Cos’è Lesson One? È un’occasione per rimettere insieme tutte le idee che hanno visto la luce durante anni di palco e di saletta e collezionare 12 assalti di puro hard rock squillante e graffiante, figliastro di un blues delinquente; nulla di stravagante, si potrebbe definire un tributo, composto da inediti, alla band dei fratelli Young e relativi seguaci con una parte vocale che sembra voler somigliare a Brian Johnson, ovviamente con tonalità umanamente più lecite ma pur sempre da vertigini.
Accattivante Easy Noise Revolution con la classica andatura veloce che si alterna ad un parte più sentita, più cauta, mentre F.A.D. To Kill fa da clone del genere (con un riff molto Rolling Stones di Jumpin' Jack Flash), così come People To The Party. The Red Joy invece assume le vesti stracciate nel nome del glam anni ’80 e l’assolo della bellissima Dark Stone (una pietra preziosa più che scura) ci porta indietro di almeno venti anni con il suo blues immortale. E che dire di Wall Without Color se non che il suo ritornello strizza l’occhio alla romantica Let Me Put My Love Into You?
Doveroso l’ascolto per gli instancabili appassionati dell’hard rock!