Voto: 
6.3 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Rising Records
Anno: 
2009
Line-Up: 

- Sidh - voce
- Cromm - chitarra acustica ed elettrica
- Arawn - basso
- Cernunnos - chitarra
- Gwynfyd - tastiera

Guests:
- Lorenzo Castellarin - arrangiamenti orchestrali
- Tamara Basile - voce
- Lyuba Petrenko - recitativo in Black Wind Vengeance


Tracklist: 


1. Aisling (Speir-Bhean Calling) [Orchestral version]       
2. Stone Of Light       
3. The Life's Mirror       
4. Whispers From The Circle Tress [Orchestral Russian version]       
5. Percedol       
6. Where Immortality Lies Part 1       
7. Where Immortality Lies Part 2       
8. To Be Born Again       
9. Black Wind Vengeance [Orchestral Russian version]       
10. Bora

Aisling

Stone of Light

Gli Aisling rappresentano una delle realtà più caratteristiche del panorama Pagan Metal italiano, che negli ultimi anni si è arricchito attraverso le pubblicazioni di diversi gruppi capaci di riscuotere un discreto successo in ambito internazionale tra i cultori del genere.
Giunto al suo secondo full-length e maturato a livello di song-writing rispetto al debutto omonimo, il sestetto originario di Trieste ritorna dopo sei anni di silenzio a livello di uscite discografiche: ispirandosi ancora alla mitologia celtica, gli Aisling propongono in Stone Of Light dieci brani che vanno a ripercorrere i meandri più epici del Black Metal scandinavo, mantenendo però una certa connessione con la scuola nordica più atmosferica.

Un punto a sfavore per la formazione friulana è costituito dalla registrazione abbastanza sottotono, soprattutto relativamente al registro di chitarre, voce e batteria, permettendo solo alle sezioni acustiche e alle avvolgenti tastiere di emergere con chiarezza da un tessuto a volte leggermente confuso. Sono questi ultimi i fraseggi in cui la band trova una maggior freschezza compositiva, grazie anche ad arrangiamenti orchestrali e all’intervento di una soave voce femminile.
Gli ordinari riff Black Metal di tracce come Stone Of Light o Life’s Mirror si iscrivono all’interno dei classici stilemi del genere, risultando decisamente retrogradi rispetto agli intervalli acustici o ai dialoghi di pianoforte che si intrecciano con disinvoltura ed efficacia.
Di certo le orchestrazioni di capitoli come Percedol derivano dal sound di acts sinfonici come i Dimmu Borgir, sebbene il contesto sviluppato dagli Aisling sia nettamente opposto, di matrice più pagana e folcloristica.
Tralasciando gli episodi meno degni di nota, si possono invece considerare discrete prove di composizione, come il binomio Where Immortality Lies, Part I e II, fulcro dell’album dotato di un grande fascino, dal sapore antico e ancestrale; l’uso di vari timbri di tastiera impreziosisce poi gli aloni mistici di alcuni pezzi, consentendo agli Aisling di equilibrare le cadute di stile dovute agli antiquati patterns Black Metal.
Non manca neppure un intermezzo, Black Wind Vengeance, condotto da una voce narrante, che esibisce un recitativo in lingua russa, in grado di rievocare insieme alla conclusiva Bora la dimensione epica e pagana dei Tvangeste.

Il secondo album di studio degli Aisling è un lavoro che si colloca in modo abbastanza innovativo nella scena italiana, proponendo elementi che le formazioni della Penisola hanno spesso trascurato; tuttavia è necessario sottolineare che un lavoro come Stone Of Light, se confrontato con le decine di uscite del genere nel panorama internazionale, sia abbastanza in ritardo con le soluzioni proposte, già sviluppate da anni anche con molteplici sfaccettature.
Gli Aisling stanno percorrendo una strada che li porterà gradualmente ad acquisire una maggior maturità e sicurezza, ma solo l’abbandono dei cliché del Black Metal della tradizione norvegese consentirà la realizzazione di ottimi prodotti discografici.

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