- Bart Smits - vocals, backing vocals
- Jelmer Wiersma - electric and 12 string acoustic guitars
- René Rutten - electric and acoustic guitars
- Hans Rutten - drums, wind chimes
- Frank Boeijen - keyboards, grand piano
- Hugo Prinsen Geerligs - bass, flute, triangle
Guests:
- Marike Groot - female vocals
- Henk van Koeverden - electronics, Korg MS-10
1. The Mirror Waters
2. Subzero
3. In Sickness and Health
4. King For a Day
5. Second Sunrise
6. Stonegarden
7. Always...
8. Gaya's Dream
Always...
Gli olandesi The Gathering vengono formati nel 1989 dai fratelli Hans e René Rutten (rispettivamente batterista e chitarrista) assieme al cantante Bart Smits, a cui si aggiungono ben presto Hugo Prinsen Geerligs (basso), Jelmer Wiersma (chitarra) e Frank Boeijen (tastiere).
Interessati e ispirati da gruppi come Paradise Lost e Celtic Frost ma anche dalle particolari sonorità del movimento goth anni '80, e quindi da gruppi come Sisters of Mercy, Dead Can Dance e Christian Death, i sei rilasciano due primi EP abbastanza grezzi e primordiali (An Imaginary Symphony nel 1990 e Moonlight Archer nel 1991) per poi pubblicare il debutto ufficiale, Always, nel 1992. Nel frattempo s'erano aggiunti Henk van Koeverden al sintetizzatore e Marike Groot come voce femminile.
Se al giorno d'oggi i Gathering del periodo metal sono più noti e rinomati per pubblicazioni successive come Mandylion o Nighttime Birds, pulite e rifinite, nel loro periodo iniziale il gruppo è invece ben diverso, molto più vicino al death-doom più macabro e oltretombale come quello dei Tiamat di The Astral Sleep e soprattutto a quello seminale di Gothic dei Paradise Lost, ma anche agli esperimenti dei Type 0 Negative; non mancano anche riff, immersi in tappeti di tastiera angoscianti, che ricordano la bay area, come nel thrash/doom dell'iniziale The Mirror Waters.
Ma pur nel suo essere maggiormente tetro, duro (soprattutto dal punto di vista ritmico) e marcio, il full-lenght d'esordio Always presenta già diverse aperture melodiche e riflessive, sia come distensioni del riffing roccioso (svettano in particolare Second Sunrise con chitarre acustiche e pianoforti o il finale di Subzero), sia come contorno tastieristico ed atmosferico. Le tastiere svolgono una funzione d'accompagnamento rilevante e partecipe, spesso sfociando quasi in un mesmerizzante death sinfonico (es. In Sickness and Health, Gaia's Dream), comunque l'unico momento in cui sono esclusivamente la base del brano è nella parentesi atmosferica della titletrack.
Anche i testi si orientano verso tematiche più romanticizzate e decadenti, "gotiche".
Ma in generale il death/goth metal del disco si mantiene su coordinate più ruvide già collaudate aggiungendoci del loro giusto nell'ispirata propensione ad arricchire le canzoni con pregevoli e ricercati contorni di tastiera, intermezzi melodici e digressioni d'atmosfera, elementi influenzati molto dalla dark-wave ottantiana ed in parte anche da Slow, Deep & Hard dei Type 0 Negative.
La principale novità è la presenza del duetto fra la voce maschile di Bart, impegnata principalmente in un canto in growling basso e cavernoso, e quella più lirica di Marike Groot, binomio simbolicamente introdotto dai Paradise Lost e proprio dai Gathering tre/quattro anni prima che i norvegesi Theatre of Tragedy ufficialmente lo "inventassero" (e che avrebbe dato il La al concetto cosiddetto del "the Beauty and the Beast's vocals", cioè del contrasto fra una voce maschile oscura e ruggita ed una voce femminile soave ed eterea). Tuttavia in questo stadio iniziale il ruolo della cantante è ancora molto marginale, a condurre le redini per la maggior parte del disco è piuttosto Smits, così come la sua voce è predominante anche nelle canzoni in cui compare Marike, come King for a Day o l'ottantiana e malinconica Stonegarden.
Se il suo growl riesce ad essere a suo modo abbastanza ok seppur banalotto, purtroppo lo sporadico aspetto canoro pulito lascia a desiderare, risultando poco espressivo.
La produzione ovviamente è sporca, data l'epoca e le risorse disponibili, ma migliore di quanto ci si potrebbe aspettare.
Nonostante un songwriting ancora acerbo ed in alcuni punti ancora derivativo non mancano spunti originali che consentono di includere i Gathering fra i pionieri del gothic metal, genere che vede la luce proprio in questo periodo ed anche con dischi come Always, fra i primi ad essere un po' meno death-doom ed un po' più gothic.
Successivamente alla sua pubblicazione i Gathering allontanano Groot e Smits perché non soddisfatti del loro operato.