- Alex Møklebust - voce
- Kim Ljung - basso, cori
- Noralf Ronthi - batteria
- Dan Heide - chitarra
- Lorry Kristiansen - tastiera, programmazione
1. Sinners International (05:02)
2. Doppelgänger I Love You (04:02)
3. My Little Tragedy (04:05)
4. It Sounds Like Love (But It Looks Like Sex) (03:22)
5. Filth Noir (04:13)
6. Fictional (04:03)
7. I'm Yours To Lose (03:19)
8. Two Skulls (04:10)
9. Imaginary Friends (04:01)
10. Ammonite (06:02)
Sinners International
Sinners International rappresenta il quarto album di studio dei norvegesi Zeromancer, attivi dal 1999 nella scena Industrial Rock europea e da poco entrati a far parte del roster della prestigiosa Trisol, indiscussa leader del settore elettronico.
Già confermato all’altrettanto celebre festival Goth-Electro M’era Luna, che festeggia la sua nona edizione, il quintetto ha avuto in questi anni un’ascesa straordinaria nella propria terra d’origine, scalando le classifiche con il suo Rock elettronico ballabile ed atmosferico.
Sebbene gli Zeromancer siano parecchio abili a plasmare canzoni dotate di una struttura da vera e propria hit, troppe sezioni del disco risultano simili o piatte, non consentendo a Sinners International di spiccare il volo a livello qualitativo. Di certo si percepisce un'intensa sensibilità nei confronti dei passaggi sospesi ed avvolgenti, ma l’apporto vocale spesso non crea un intreccio efficace ed altrettanto posato.
Ruvidi nei toni vocali, pungenti nelle note di sintetizzatore e distesi nei ritornelli, gli Zeromancer conducono gran parte dell’album senza distaccarsi dalla tradizione Industrial europea dell’ultimo decennio, puntando verso una direzione leggermente commerciale, come testimonia il binomio Fictional - I’m Yours To Lose, vero cuore Electro dell’album.
I patterns di batteria costituiscono solidi tappeti per le chitarre e soprattutto i sintetizzatori, che coprono l’intero platter adottando i timbri variegati dell’attuale scuola tedesca.
Anche il secondo singolo estratto da Sinners International, Doppelganger I Love You, che ha preceduto di oltre un anno la pubblicazione del capitolo discografico, si inscrive in quell’alone tipico dei più celebri Rammstein, unendo però tanti elementi derivati dall’Electro Goth d’oltreoceano, ultimi London After Midnight su tutti (basti accostardi a My Little Tragedy per comprenderlo).
L’essersi conformati ad alcuni cliché del genere, tra cui l’uso vestiario il vestiario Industrial o il massiccio e spesso gratuito inserimento di campionamenti elettronici, raffigura l’ennesima conferma del legame che esiste tra musica ed immagine per le bands minori del panorama Industrial.
Al di là delle critiche che possono essere avanzate ad un lavoro ad alti e bassi come Sinners International, si deve riconoscere che una simile opera potrà essere apprezzata da chi è appassionato dei lidi più soft del genere elettronico oscuro per eccellenza. La band norvegese ha ancora tanto da imparare, soprattutto se confrontata con chi ha fondato l’Industrial Rock nel passato e con chi è stato pioniere di una nuova filosofia musicale; proprio per tale motivo, la spinta verso il tratto commerciale non può lasciare indifferenti coloro che cercano una connessione tra lo stile degli Zeromancer e l'arte cacofonica dei grandi sperimentatori, europei ed americani, degli anni Ottanta.