- Kappa - voci, chitarre acustiche ed elettriche, sintetizzatori, percussioni, pianoforti
- Ted - basso elettrico
- Manuel - batteria
Guests:
- Bob Meanza - pianoforte in
- Paola Colonbo - voce
1. La Coscienza Di Meno
2. Gagarin
3. Un Orso Minore
4. Sono Stato Anch'Io Sereno
5. Il Mio Diario
6. Non Sono Tranquillo
7. Glory Days
8. Discanto (Ivano Fossati)
9. Le Notti Difficili
10. Di Passaggio (Gli Scheletri)
11. Rochet #1
Unòrsominòre
Dietro il curioso moniker di Unòrsominòre si cela il progetto solista di Kappa, mente, cantante e chitarrista dei veronesi Lecrevisse, che nel 2003 diedero alla pubblicazione l'ottimo album (due.) sotto Jestrai Records. A distanza di sei anni da quell’opera capace di rappresentare una convincente commistione di Indie, Lo-Fi, Psichedelia e Pop, Kappa ritorna con un successore che cerca di estendere ancora quell’orizzonte musicale, includendo svariate influenze Wave ed Alternative.
Unòrsominòre appare come un lavoro ricco di sfaccettature, che spaziano dalle sezioni debitrici dei Cure di un brano come Sono Stato Anch’io Sereno sino alle aperture melodiche tipiche di un certo Indie Pop caro alla scena italiana.
Le tematiche affrontate, pur risultando intime e personali, cercando di elevarsi in una dimensione più universale, seguendo la scia di quei gruppi come i Baustelle che hanno conferito nuova linfa al genere.
La particolarità di Unòrsominòre è legata alla decisione di registrarlo completamente in analogico in un teatro in mezzo alle montagne del Trentino, ambientazione consona all’approccio meditativo che permea l’album. Questa scelta ha leggermente penalizzato l’ambito della registrazione, più ruvida di quelle classiche dell’era digitale, ma ha permesso di conservare un fascino retro’ in episodi come Un Orso Minore o Il Mio Diario.
E se la produzione analogica premia un capitolo come Sono Stato Anch’io Sereno, chiuso nella sua atmosfera tenebrosa e cupa, fa invece cadere Non Sono Tranquillo, percorso da scorrevoli ma grezzi motivi di chitarra.
Le architetture Power Pop sono quelle di maggiore interesse, come testimonia la fluida Gagarin che, se fosse stata eseguita in modo più professionale, avrebbe potuto competere con le canzoni delle più celebri realtà Indie del florido panorama nazionale.
Concludendo, il progetto solista di Kappa è sicuramente carico di soluzioni stilistiche di discreto livello, ma manca quella spinta finale verso un filo conduttore che leghi l’opera nella sua totalità. I pezzi di Unòrsominòre sembrano infatti staccati l’uno dall’altro, come se fossero stati concepiti in momenti diversi e con tradizioni musicali differenti alle spalle. Tuttavia, la qualità delle composizioni di Kappa desta sempre l’attenzione di chiunque sia appassionato di Indie Rock cantato in italiano e figlio delle sperimentazioni nel genere delle più celebri formazioni ormai giunte sotto contratti che con il concetto di Indie hanno ben poco in comune.