- Napo (Matteo Palma) - voce
- Rico (Riccardo Gamondi) - basi
1. Il cinico
2. I mangiatori di patate
3. Il nonno, il bisnonno
4. Il ballerino
5. Il non-illuminato
6. L’osservatore, l’osservatore 1
7. Il ladro
8. Il piromane
9. Il claustrofilo
10. Lo spadaccino
11. Il necromante
12. La bestia
Libro Audio
« 12 tracce, 60 minuti, 36 personaggi ».
Questo lo slogan pubblicitario che annuncia l’ uscita di Libro Audio, ufficialmente la quinta (sesta se si conta l’esordio sotto un'altra sigla) raccolta di lucidi deliri e flussi di coscienza partoriti dalla mente di Napo e centrifugati dalle basi electro-noise minimali assemblate e domate da Rico.
Chi già conosce il duo proveniente dai dintorni di Alessandria e Voghera sa perfettamente cosa aspettarsi da quelli che una volta si facevano chiamare Laze Biose e si chiedevano se il dentifricio costituisce ancora uno status symbol, saprà anche che la loro follia (o genio, a dir si voglia) li ha portati, nel 2004, a pubblicare un album di 81 tracce comprendenti rumori di frullatori, motoseghe, pezzi Hardcore stile Black Flag prima maniera e, ovviamente, trucidi monologhi dalla disturbante lucidità dialettica.
Dal 2001 si fanno chiamare Uochi Toki e fino ad oggi hanno dimostrato di poter essere facilmente considerati delle mitragliatrici umane in fatto di beat e parole, personaggi che sembrano appartenere ad un mondo estraneo alla nostra realtà discografica, e che anche per questo sanno osservare e giudicare le cose che li/ci circondano in maniera straordinariamente fedele, crudele e risultando disturbanti in diversi casi.
Libro Audio suppone di essere approcciato come un libro che presenta una serie di personaggi più o meno importanti per la narrazione raccontati attraverso le parole di Napo, che come al solito è un fiume in piena, una macchina che macina soggetti e predicati a raffica invocando figure retoriche inventate e trovando nuove funzioni per ogni genere di aggettivo, elementi che posizionati tra la sua bocca ed il suo microfono non sono altro che una manciata di chiodi arroventati gettati in faccia di chi si ritrova ad ascoltare.
Un certo lavoro è stato svolto anche per quanto riguarda le basi, che divengono progressivamente più invasive e sature mentre ci si avvicina all’ultima traccia del disco: il punto di svolta è chiamato L’osservatore, l’osservatore 1, brano che introduce una batteria acustica campionata con l’incarico di costruire un adeguato tappeto strumentale sul quale srotolare kilometri di testo, mentre l’apice rumorista è chiamato La bestia, ultimo racconto della tracklist che sfrutta detriti di pezzi thrash metal per realizzare una divagazione noise che inghiotte le stesse parole di Napo.
In molti si riconosceranno nell’autobiografica Il ballerino, non tanto per la passione per la danza che evidentemente coinvolse la metà parlante del Duo durante l’adolescenza, ma per constatazioni tanto vere quanto amare come “Purtroppo è considerato più eterosessuale guardarsi fra maschi per determinare chi sta nel club dell’età puberale/ piuttosto che farsi circondare da ragazzine vestite attillate”, ed una miriade di altri paradossi snocciolati secondo dopo che secondo che non fanno altro che ribadire l’universalità di alcune situazioni prese in esame.
Punti di vista molto differenti sono considerati lungo la narrazione, la surreale Il ladro che si distingue anche per l’elettronica retro destinata ad accompagnare pixel e sprite, qui immersa nel flusso di coscienza di qualcuno che “potrebbe aver rubato”, mentre l’aspro ricordo del parentado politicizzato in Il nonno, il bisnonno si diverte a rendere noti determinati trascorsi storici raffrontandoli con il presente in cui vive colui che parla e coloro che ascoltano.
Come le precedenti uscite, anche questo disco firmato Uochi Toki non può definirsi di facile ascolto e/o di rapida assimilazione. E proprio come succedeva in passato, alcuni lo ascolteranno perché Napo dice semplicemente le cose come stanno e te le dice in faccia, senza l’aiuto di nessuna melodia, nessun arrangiamento: una crudele propaganda della quotidianità che non lascia scampo, perché tratta di qualcosa in cui tutti siamo immersi fino al collo.
Altri lo ascolteranno solo perché affini a certe realtà musicali borderline nelle quali può essere certamente iscritta anche questa band, per il semplice fatto di essere unica ed inetichettabile.
Altri ancora lo ascolteranno semplicemente per ridere. Si, perché durante l’ascolto di un disco dei Uochi Toki può capitare spesso di ritrovarsi a ridere dei personaggi e situazioni presi di mira da un paroliere tanto rapido quanto sfrontato, che mescola con fare ludico e privo di pudore tematiche che nascono nel comune per sprofondare nell’assurdamente insolito.
E’ altrettanto vero che è dannatamente difficile fare qualcos’altro mentre si ascolta questa band tanta è l’attenzione che richiede nel caso in cui ci si addentri abbastanza nella loro dimensione, si finisce per distrarsi ogni 5 secondi, cercando di stare al passo con tutto ciò che viene presentato, descritto, manipolato e deriso, senza possibilità di salvezza se non quella di abbassare a zero il volume.
Tuttavia, in Libro Audio non vengono raggiunte le cime di alienante sperimentazione che caratterizzarono i primi 2 capitoli della discografia, e la frequenza con cui parole e beat raggiungono le nostre orecchie è stata diminuita, così che la sensazione di straripamento dialettico risulti (vagamente) attenuata.
Un disco quasi impossibile da giudicare attraverso un valore numerico se non ci fosse una discografia di suoi simili con cui confrontarlo.
Un disco quasi impossibile da descrivere a parole senza rischiare di essere prolissi nello spiegare il suo tagliente cinismo.
In tre parole: ascoltatelo e capirete.