- Jesper Binzer - voce, chitarra
- Jacob Binzer - chitarra
- Stig Pedersen - basso
- Laust Sonne - batteria
1. Revolution
2. Nightmares In The Daytime
3. Too Deep For Me
4. Beautiful Together
5. Monster Philosophy
6. Milk And Honey
7. You Wont Change
8. If You Had A Head
9. I Am The River
10. Chainsaw
11. Money Always Takes The Place Of Life
12. Nightstalker
13. If I Succeed
14. House Of Fun
Monster Philosophy
Una band di sicuro non emergente i D-A-D, una band con alle spalle già una decennale carriera musicale fatta di 12 album di cui 3 lavori live, una band che nasceva negli anni Ottanta con il nome di Disneyland After Dark, nome che fu presto cambiato onde evitare di impelagarsi in una causa con la Walt Disney Company.
Dopo anni di carriera in cui comunque la band non è mai stata un vero e proprio fenomeno di massa restando invece più legata ad un pubblico di nicchia, nasce nel 2008 il lavoro Monster Philosophy, una carrellata di pezzi varissimi e di influenze diverse che si susseguono piacevolmente. Ma partiamo dal principio.
L’album inizia con Revolution, carico brano in cui si sente l’influenza del rock classico; nel terzo pezzo Too Deep For Me, invece sembra di respirare il sound di alcuni lavori degli Audioslave. Tale atmosfera muta immediatamente con Beautiful Together, pezzo veloce, immediato, in cui il sound Punk troneggia: probabilmente il sound appare un po’ scontato, già sentito, ma il brano non disturba e ben si inserisce tra gli altri. La title track è anch’essa tipica figlia del Rock classico, così come il pezzo successivo Milk And Honey, con le chitarre che si lasciano dolcemente andare e regalano alcuni minuti di un Rock soft e sognante. Per quanto riguarda la struttura dei brani, in generale questa riprende sempre la semplice composizione strofa-ritornello-strofa-ritornello, nulla di più e nulla di nuovo o sorprendente; nota positiva però dei D-A-D è la capacità di comporre brani di piacevole ascolto, brani che in media non durano così tanto da stancare l’ascoltatore, con il risultato di un album che scorre fluidamente fino alla fine, proprio come dolcemente scorre il fiume di cui parla l’undicesimo pezzo, I’m The River.
I’m The River, con le sue chitarre tipicamente settantiane e con la voce espressiva di Jesper Binzer, rappresenta un pezzo perfetto per portare verso l’epilogo questo album soffice. La calma di I’m The River per fortuna scompare nel brano successivo Chainsaw, che riesce a dare una nota nuova eviatando quindi, se il sound di I’m The River fosse continuato (per quanto comunque fosse piacevole), di spegnere l’attenzione del pubblico. Chainsaw è uno dei brani migliori dell’intero lavoro, per la sua semplicità e la sua capacità di attirare l’ascoltatore. Con Money Always Takes The Place Of Life e il successivo Nightstalker, si vive appieno l’atmosfera country regalata dalle chitarre. Gli ultimi due brani If I Succeed e House Of Fun non introducono nulla di nuovo all’intero album, rappresentano semplicemente la fine piacevole di un lavoro che è riuscito a non stancare nonostante un sound non così innovativo.
Monster Philosophy: il tredicesimo lavoro di una band che tiene stretta con le unghie la tradizione musicale del rock classico. Perchè a volte dopo anni ed anni di carriera non mettersi in gioco? Perchè non osare?