- Sykelig - chitarra
- Niklas Kvarforth - voce
- Seidemann - basso
- Jormungand - synth
- Uruz - batteria
1. Audhumla (01:56)
2. La Vinteren Vare Evig (08:59)
3. Vandringen (08:10)
4. Satans Synder (07:30)
5. Frykten for det Opprinnelige Øde (03:10)
6. Samma Skrot, Samma Korn (07:53)
7. Drikke ens Skål (07:45)
8. Mesias (08:26)
9. Den Endelige Tankens Ufravikelige Konsekvens (03:20)
10. Jag Är den Fallna (11:13)
All Hail Pessimism
A distanza di quasi vent’anni dai primi passi nei meandri del Black Metal, la Norvegia riesce ancora a stupire per la qualità del song-writing di alcune realtà capaci di conferire nuova linfa ad un genere che alla fine degli anni Novanta sembrava aver ormai trascorso la sua fase aurea.
I Den Saakaldte, formatisi nel 2006 ed esordienti due anni dopo con il full-length Øl, Mørke og Depresjon, ritornano a distanza di neanche un anno con il secondo lavoro discografico, targato dalla nostrana Avantgarde Records, sempre attenta a scoprire le formazioni promettenti del panorama estremo internazionale (basti ricordare i vari Katatonia, Shining e Ad Hominem).
Senso di angoscia e smarrimento sono le parole chiave di All Hail Pessimism, un album che si inscrive nella ormai consolidata tradizione di Black Metal depressivo, che ha visto fra i suoi rappresentanti più significativi gli svedesi Shining, gli australiani Abyssic Hate o gli italiani Forgotten Tomb.
All Hail Pessimism costituisce un solido esempio di come il Black Metal sia riuscito a trasformarsi gradualmente in questo ultimo decennio, diventando un genere in grado di esprimere in alcuni casi un messaggio più profondo di quello avanzato in modo grottesco da parte di altre formazioni.
I Den Saakaldte inoltre possono essere rammentati tra i gruppi più promettenti di questa nuova scena proprio per la presenza alla voce di Niklas Kvarforth, mente e leader del progetto Shining, che è stato capace di conquistarsi con il suo folle approccio un’ottima fetta dell’attuale pubblico Black. Sebbene All Hail Pessimism sia un capitolo discografico debitore del timbro degli stessi Shining, la struttura delle tracce e il contesto macabro conferiscono un alone particolare che trascinerà qualunque appassionato delle sonorità oscure.
L’uso dei sintetizzatori in maniera più massiccia rispetto al classico pianoforte degli Shining rende l’atmosfera più rarefatta e glaciale, con la voce di Kvarforth che esprime costantemente dolore e disperazione esistenziale.
Buio e freddo come pochi album negli ultimi anni, il secondo sigillo dei Den Saakaldte consente una netta evoluzione rispetto al primo mediocre Øl, Mørke og Depresjon, sia perché le canzoni hanno assunto una dimensione più matura, sia perché i contenuti lirici non si iscrivono nei soliti cliché del Black più tradizionalista.
Gli intermezzi agghiaccianti e dissonanti di Audhumla e di Frykten for det Opprinnelige Øde proiettano in una dimensione totalmente estranea al mondo del Black Metal, fatta di una danza macabra e malsana, carica di gusto retrò e di effetti allucinogeni.
Quello dei Den Saakaldte è uno stile giocato sulla tensione fra i violenti fasti del Black oltranzista e nuove delicate sperimentazioni, come dimostra l’inusuale connubio presentato nella terza Vandringen o nella settima Drikke ens Skå; fedele ai canoni dei migliori Dissection, Mesias eliminerà infine qualsiasi incertezza sulla resa di un album tanto vario quanto competitivo a livello di struttura.
Dopo i periodi controversi trascorsi negli ultimi anni, Kvarforth sembra aver ritrovato una certa capacità di adattamento nei confronti dei musicisti e dei collaboratori che l’hanno accompagnato ed assecondato nelle pubblicazioni più recenti. Il progetto Den Saakaldte, nato come una prova solista del chitarrista Sylekig (già attivo con i Gorgoroth) non avrebbe potuto infatti ottenere questo livello qualitativo senza l’apporto fondamentale di un cantante dotato di un tono gelido, disperato e perso; inoltre, la non impeccabile registrazione impreziosisce l’atmosfera decadente che si cela dietro un lavoro come All Hail Pessimism, non riuscendo però a raggiungere quella funerea e spettrale aura di The Eerie Cold, composto dallo stesso Kvarforth per il suo progetto principale Shining, vera guida dell’ancora inesperta ma convincente realtà Den Saakaldte.