- Luigi - voce, chitarra
- Alf – basso, voce
- Matt – batteria, voce
- Josh – chitarra, tastiera
1. Breathing Again
2. If You’ve Gone
3. Perfect Lover (69)
4. Little Black Kitten
The Modern EPness
Nascono come tributo ai Franz Ferdinand ma decidono presto di tagliare il cordone ombelicale e dedicarsi a composizioni proprie, comunque rimanendo ancorati ad un inglesissimo pop rock dagli ingredienti vintage, genere che influenza al 100% le canzoni di questa band di Pescara.
Tutto in The Modern EPness, primo lavoro firmato Matinèe, suona piacevole ed orecchiabile senza scadere nel banale scimmiottamento di chi, prima di loro, portò alla ribalta questa interpretazione del rock’n’roll: melodie originali e catchy emergono con forza tra chitarre vivacemente ritmiche e linee di basso pulsanti e sinuose, riuscendo a mantenere viva l’attenzione senza ricorrere ad esercizi tecnici di ogni sorta.
La cantabilità e la ballabilità della materia musicale qui trattata sono scontate data la fama del gruppo preso come principale modello da questa band, molte delle caratteristiche migliori di Kapranos e soci sono state infatti studiate e riproposte cercando di sviluppare un proprio stile, un proprio modo di interpretare i caratteri peculiari di successi come Take Me Out o This Fire.
Sicuramente ciò avviene in più di un episodio, a partire dall’oscura Perfect Lover 69 che si arrampica su di un arpeggio dal suono vagamente minaccioso prima di raggiungere la tradizionale apertura dance nei ritornelli, o Breathing Again, un mid-tempo sostenuto da una densa linea di basso e scandito da chitarre in levare e voci in pieno stile Brit rock.
Purtroppo però coesistono elementi anche troppo derivativi, come l’attacco di Little Black Kitten, sicuramente accattivante ma caratterizzato da un riff che suggerisce fin troppo.
Fortunatamente i ritornelli riescono ad allontanare i sospetti con uno sferragliante indie sempre straripante di melodia, ma l’impressione generale è che sappia troppo di “già sentito”, e le qualità trascinanti del pezzo vengono in parte smorzate da questo.
Come detto all’inizio, i Matinèe riescono nell’intento di non risultare meri imitatori dei Franz Ferdinand grazie ad una genuina capacità di scrivere belle canzoni e trovare belle melodie.
Ciò non toglie che, ascoltato oggi, questo EP sappia di vecchio lontano un chilometro, dal momento che si limita a reinterpretare una formula già utilizzata fino al limite delle sue oggettive possibilità, senza tentare di aggiungere nulla di fresco o innovativo.
Quindi, ora come ora, i Matinèe hanno solo dimostrato di avere le qualità per scrivere potenziali hit radiofoniche, ma occorre aspettare una maturazione della loro personalità musicale per sperare di ascoltare qualcosa di oggettivamente nuovo e meno “condizionato”.