- Davey Havoc - Voce
- Markus Stopholese - Chitarra
- Vick - Basso
- Adam Carson - Batteria
1. Miseria Cantare - The Beginning
2. The Leaving Song pt 2
3. Bleed Black
4. Silver And Cold
5. Dancing Through Sunday
6. Girls Not Grey
7. Death Of Seasons
8. The Great Disappoinment
9. Paper Airplanes
10. The Celluloid Dream
11. The Leaving Song
12. ... But Home Is Nowhere
Sing the Sorrow
Sono passati esattamente dodici anni dalla nascita del gruppo a questo loro sesto full-lenght, Sing The Sorrow. Gli A.F.I. sono sempre stati considerati una delle band più innovative dell'ultimo decennio, un gruppo capace di presentare nelle proprie composizioni una musica compatta, incalzante e melodica che ha consacrato questi ragazzi tra i migliori esponenti del punk/hardcore a tinte emotive (e non sentimentali), e Sing The Sorrow ne è l'esempio perfetto e incorruttibile.
L'album, sin dall'inizio, evoca il forte senso di distacco e di isolamento interiore attraverso la cupezza di Miseria Cantare - The Beginning, il rock cadenzato e sofferente di The Leaving Song pt. 2 e le melodie accattivanti di Bleed Black: un trittico iniziale di tutto rispetto che catapulta l'ascoltatore in un fascinoso sogno musicale, colmo di una "goticità" che si abbina alle sfuriate e alle ritmiche punk/hardcore in maniera superba, oltre che decisamente peculiare.
Con Dancing Through Sunday e Girls Not Grey il disco si apre invece a mood più gettonati e veloci, anche se il macigno che riporta Sing The Sorrow al suo originario stato di cupezza è vicino: Death Of Seasons, concentrato di rabbia urbana e di emozioni deturpate, un capolavoro unico sospeso tra nichilismo hardcore e una ricerca stilistica per certi casi estenuante (come i synth dance che irrompono a metà del brano), fino ad arrivare ai commoventi violini che chiudono tristemente la canzone. E come non parlare poi di altre perle quali The Great Disappointment, The Leaving Song e la conclusiva ...But Home Is Nowhere, lampanti esempi di un'originalità creativa incorruttibile, oltre che di un senso melodico da tramandare ai posteri.
Che altro dire, Sing The Sorrow è un album che segna profondamente l'intero panorama punk/hardcore post-duemila, ridisegnandone gli stilemi e arricchendone le potenzialità di base attraverso un approccio emotivo ricercato e mai banale.
Magari fossero tutti così...