Aaron Lewis - voce, chitarra
Mike Mushok - chitarra
Jon Wysocki - batteria
Johnny April - basso
1. Price to Play – 3:35
2. How About You – 3:57
3. So Far Away – 4:04
4. Yesterday – 3:46
5. Fray – 5:03
6. Zoe Jane – 4:36
7. Fill Me Up – 4:24
8. Layne – 4:25
9. Falling Down – 3:55
10. Reality – 4:37
11. Tonight – 4:24
12. Could It Be – 4:43
13. Blow Away – 6:14
14. Intro – 4:28
14 Shades of Grey
Reduce dal successo planetario dell'album Break the Cycle, la band di Aaron Lewis torna sulle scene con il suo nuovo lavoro. Anche se "nuovo" non può certo definirsi il contenuto del suddetto, dato che anche stavolta, come nel precedente disco, la band si prodiga nel mettere assieme un collage di soluzioni grunge vecchie di un decennio; e, come nel precedente disco, il più grosso aggiornamento che vi innesta è quella frustrazione egocentrica adolescenziale tipica di un certo nu-metal.
Inutile quindi aggiungere che il target di pubblico sia stato ben deciso già in fase pre-compositiva, e la band si sia comportata di conseguenza.
In 14 Shades of Grey è comunque presente un sostanziale cambiamento: la componente heavy, che sosteneva Dysfunction e che pur affiorava sporadicamente anche lungo Break the Cycle, è quasi totalmente scomparsa, eclissata in favore di un rimaneggiamento pop-rock del sound complessivo del gruppo.
14 Shades of Grey si potrebbe dunque etichettare ironicamente anche come un disco "heavy pop".
Se l'opener Price to Play convince e trascina, pur ripetendo una formula già sentita, ci si rende presto conto che essa è anche l'unica traccia dal sound fresco e coinvolgente in tutto il disco; How About You attinge nel chorus persino dall'emo (altro segno di svendita del sound da parte della band), mentre So Far Away, modello musicale poi ripreso e fotocopiato in molti episodi successivi, è una ballata discreta ma fin troppo radiofonica e innocua; Yesterday fa emergere ancora qualche debole ispirazione hard-rock, mentre l'insipida Fray non aggiunge nulla, e Zoe Jane arriva addirittura a toccare i confini di mielosità della tipica love-song popolare.
Il resto dell'album suona interamente come un'imitazione trita della precedente So Far Away; qualche ventata di freschezza, forse, si può ancora trovare nella discreta Tonight e nella finale (!) Intro, immersa nei delay, ma non basta per risollevare le sorti di un disco decisamente innocuo, stanco e poco ispirato.
Certo, è comprensibile che Lewis si trovi in una fase positiva della propria vita (la nascita di sua figlia, alla quale è tra l'altro dedicata Zoe Jane) e quindi abbia abbandonato le abrasioni pessimistiche, ma gli Staind di 14 Shades of Grey suonano anche logori, stantii, e molto più ripetitivi che influenzati.