Voto: 
8.6 / 10
Autore: 
Marcello Zinno
Genere: 
Etichetta: 
Domino Records
Anno: 
2004
Line-Up: 

- Alex Kapranos - voce, chitarra
- Nick McCarthy - voce, chitarra, tastiera
- Robert Hardy - voce, basso
- Paul Thomson - batteria

Tracklist: 

JaquelineTell Her TonightTake Me OutThe Dark of the MatinéeAuf AscheCheating On YouThis FireDarts Of PleasureMichaelCome On Home40'

Franz Ferdinand

Franz Ferdinand

Non c’è che dire, un esordio con i fiocchi per una band che fino a qualche tempo prima era assolutamente sconosciuta per i media classici. Un approccio molto scozzese, quasi “musically correct”, al contempo centrifugato in un melting pot indie rock con ingredienti a base di catchy e groovy, il tutto melodicamente capace di piacere ad un afono come ad un critico musicale. E questa è una qualità riconosciuta davvero a pochi album. 

Trasversale come il bridge di Take Me Out, che spezza la canzone in due parti come una irruente suoneria che separa la vita onirica dalla veglia e fa partire un riff di chitarra, anche questo trasversale rispetto alla sezione ritmica, che trascina il nostro barcollante capo, causa overdose da birra maltata doverosamente prodotta in terra “Scottish”; e che dire del basso profondo, sapiente, abile negli ingressi e misurato nei suoi monologhi dai tempi sincopati, che rappresenta la ciliegina su una torta al contempo prima ed ultima portata del pasto.Non sfugge un colpo. The Dark of the Matinée risulta davvero arrangiata con cultura e dovizia musicali, non solo grazie a quel suo giro che stringe l’occhio allo ska, ma anche grazie a quella sua potenza interiore che rimane ben definita nei canoni del rock, senza allargarsi a qualcosa di più spregiudicato né scendere ad infimi terreni pop (fuori ambito per delle menti come quelle dei Franz Ferdinand). E ancora, il pianoforte di Auf Asche, che introduce una cavalcata (le terzine non sono inserite casualmente) lenta e romantica ma che affoga nell’impotenza di un amore non ricambiato rafforzato da linee di basso in ottava; il tutto che lascia ben presto spazio ad una Cheating On You che conferma, come i suoi predecessori, la struttura semplice e diretta dei testi proclamati dai nostri scozzesi preferiti (una o due strofe ed un ritornello standard). 

Incastrare delle note in una melodia ed una melodia in delle sezioni e quest’ultime in una canzone di nome This Fire è un’opera di indubbio valore, soprattutto perché la traccia ha un non so che di “easy-listening” che potrebbe essere letta, ascoltata ed interpretata da chiunque. La difficoltà è nella semplicità. Stessa lista della spesa anche per un altro pezzo d’impatto, Michael, che alla luce dell’indole danzerina del suo protagonista non riesce a tenere immobili i fondo schiena degli ascoltatori, e l’obiettivo è ancora meno che raggiunto in sede live. Ancora, non un passaggio falso, non una traccia banale, l’album si chiude con 40' un brano soave, leggiadro ma caparbio, con una sonorità generale che si culla nelle braccia del folk pur non andando troppo fuori tema “Franz Ferdinand”.

Un album che posiziona i Nostri direttamente in alto nella scala delle guest star della musica attuale dal sound Seventies ma che allo stesso tempo spara a miglia verso le nuvole le aspettative riguardo il futuro della band. Disattese o confermate? Staremo a vedere.


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