- Javier Guitierrez - chitarra elettica, classica
- Arkaitz Karrasco - basso
- Imanol Aizpuru - batteria
1. The Intruder (05:16)
2. The Unknown Man (05:48)
3. Fusion For Suckers (05:28)
4. The Blessing Of The Damned Ones (05:11)
5. Lost In The Black Matter (03:36)
6. The Chaos Theory... (07:40)
7. ... & The Harmony Therapy (02:48)
8. Tap That Angel (02:33)
Continuo Renacer
I Continuo Renacer sono una band spagnola, nativa di Beasain, partorita dalle geniali menti di Javier Guitierrez, Arkaitz Karrasco e Imanol Aizpuru, rispettivamente chitarrista, bassista e batterista. Il gruppo in questione, formatosi nel 1994, pratica un Death Metal tecnico con fortissime influenze Jazz e Progressive. Il loro debutto omonimo, uscito solo dopo oltre dieci anni di attività della band, cioè nel 2005, si presenta composto da otto canzoni, tutte strumentali.
L’opener, The Intruder, ci catapulta direttamente nell’universo Continuo Renacer, ricco di tecnicismo e gusto nelle soluzioni adottate. Il lavoro di Karrasco al basso attira subito l’attenzione dell’ascoltatore, grazie a dei passaggi notevolissimi, slappati e che raramente seguono strade parallele rispetto al fraseggio chitarristico. La canzone, strutturata alla perfezione, abbraccia a se più stili musicali, dal Fusion al Death Metal (grazie ad alcuni growl sporadici, d’effetto e che poco sembrano dei riempitivi). La sezione ritmica, precisa e chirurgica preparata il tappeto ad una grande prestazione chitarristica, da ricordare.
A seguire The Unknow Man, canzone dall’inizio inebriante, che riporta alla mente i primi Cynic nelle aperture melodiche, ma che con diversi climax azzeccatissimi non manca di offrire parti più tirate, mantendendo inalterato il motivo iniziale. Guitierrez fa i numeri con la sua 6 corde, mostrando una tecnica non indifferente. Tecnica che poi viene esaltata a metà canzone, nella parte veloce, dove i componenti del gruppo sembrano rincorrersi continuamente, in un vortice di elettricità e armonia. Fusion For Suckers, da come si può capire dal nome, è il pezzo più fusion di tutto il platter. Nella parte iniziale, molto ispirata a Textures dei Cynic, possiamo trovare tutti i componenti fondamentali del jazz-fusion fino ad arrivare ad una esplosione di distorsioni, che porta la canzone verso ben altri lidi. Notevole risulta essere la sezione ritmica, arricchita da alcuni fraseggi di basso molto interessanti. Trova spazio anche un assolo di tastiera, molto dreamtheriano in effetti, ma che si incastona perfettamente nel contesto. E’ proprio in pezzi del genere che risulta appieno l’influenza dei Cynic o degli Atheist nel sound della band.
The Blessing Of The Damned Ones è il pezzo più particolare dell’album. Nella canzone regna sovrana la chitarra di Guitierrez, che con delle svisate interessantissime rende piacevolissimo l’alternarsi tra riff in pieno stile Death Metal e delle parti più soft/fusion (arricchite da un organo Hammond di sottofondo), creando un connubio perfetto tra i due effetti. Solita prova devastante di Karrasco e Aizpuru, che giocano a rincorrersi, creando delle ritmiche intricatissime e mai banali. A seguire Lost In The Black Matter, pezzo di una complessità notevole, strutturato benissimo in modo da alternare parti che al primo ascolto possono non avere nulla in comune, ma che in realtà riportano tutte ad un denominatore comune. L’effettistica regna sovrana in questo pezzo, e in sottofondo qualsiasi orecchio attento scorgerà una tastiera che costruisce il famosissimo “tappeto”. Forse il pezzo più sottotono dell’album, ma comunque su livelli abbastanza alti.
The Chaos Theory… e …The Armony Therapy sono due pezzi evidentemente legati tra di loro. Il primo parte in maniera frenetica, creando un vortice di virtuosismi dove basso e chitarra duellano in maniera furiosa, mentre le pelli di Aizpuru tessono delle ritmiche da capogiro. Continui cambi di tempo e variazioni arricchiscono questa canzone, rendendola tra le più frenetiche di tutto il platter, mostrandoci sia le forti individualità di tutti i componenti che l’amalgamarsi perfetto dei suoni dei rispettivi strumenti. Il secondo pezzo predilige le soluzioni armoniche e melodiche rispetto alla frenesia del precedente. Meno veloce, ma non meno efficace, il pezzo in questione si presenta come uno tra i migliori dell’album, non disprezzando comunque delle parti e delle variazioni più metalliche e distorte.
L’ultimo pezzo, Tap That Angel è un pezzo Fusion in tutti i sensi, arricchito dalle melodie di una chitarra classica ispiratissima e dalla perfetta omogeneità degli strumenti, che creano un unico grande blocco sonoro, ispirato e d’effetto. Una degna conclusione a questo mosaico di stili diversissimi tra loro.
Una prova nel complesso molto promettente da parte della band, che si dimostra una tra le nuove leve migliori per quanto riguarda questo tipo di musica.
Continuo Renacer si scaglia prepotentemente all’interno di quel genere unico in tutto il panorama Metal, creato dai maestri Cynic e Atheist, andando a portare una ventata di sound fresco e genuino nelle orecchie dell’ascoltatore. Proprio i due gruppo sopra citati sono evidenti influenze della band, insieme ai Pestilence più recenti. Una grande scoperta, un ottimo album. L’unica cosa da augurarsi è un’ulteriore conferma.