- Jari Mäenpää - voce e chitarra
- Markus Toivonen - chitarra
- Oliver Fokin - batteria
- Jukka-Pekka Miettinen - basso
- Meiju Enho - tastiere
1. Ferrum Aeternum (03:28)
2. Iron (03:53)
3. Sword Chant (04:44)
4. Mourning Heart - Interlude (01:23)
5. Tale Of Revenge (04:30)
6. Lost In Despair (05:37)
7. Slayer Of Light (03:10)
8. Into Battle (05:52)
9. LAI LAI HEI (07:15)
10. Tears (03:19)
11. Battery (Bonus Track) (05:13)
Iron
L’Europa settentrionale e soprattutto la Scandinavia contribuiscono da moltissimi anni alla crescita della musica rock e hanno creato anche dei veri e propri generi: il Black Metal e il Viking Metal. Esistono decine e decine di band storiche, già divenute famose ed importanti, ma ci sono anche giovani musicisti in cerca di gloria e successo. A quest’ultima categoria appartengono gli Ensiferum, gruppo finlandese formatosi a cavallo tra il 1995 e il 1996. Siamo nel 2003 ed il complesso vichingo, dopo ben tre demo autoprodotti ed un primo, sudatissimo, album, si appresta a registrare un nuovo lavoro. La scelta dello studio di registrazione cade sullo Sweet Silence di Copenhagen. Questa decisione si spiega in fretta: il proprietario dello studio è infatti un certo Flemming Rasmussen, produttore di lavori quali Master Of Puppets e Ride The Lighning dei leggendari Metallica. Il risultato di questa importante collaborazione si intitola Iron.
L’album esce nel 2004 e, secondo molti critici, è ancora meglio del suo predecessore. Ciò che invece non presenta dubbi è la bellezza della copertina, raffigurante un guerriero ed il suo fedele cavallo mentre osservano, dall’alto di un promontorio, lo svolgersi di una selvaggia battaglia. Ferrum Aeternum non sembra però presagire una cruenta battaglia. E’ una strumentale caratterizzata da una prima parte più dolce ed una seconda più galoppante. Il brano, di circa tre minuti e mezzo, è incredibilmente evocativo e, mentre lo si ascolta, sembra di andare a cavallo tra le oscure foreste nordiche. Evidentemente gli alberi nascondono un terribile segreto perché con Iron si cambia totalmente atmosfera. La song sprigiona una potenza esagerata: riff taglienti, tastiere orchestrate divinamente ed una batteria dal ritmo sfrenato fanno bollire il sangue dell’ascoltatore. Difficile resistere a questo connubio tra Folk, Power, Death e Viking. Un armonico intermezzo e frequenti cambi di ritmo rendono la canzone una vera e propria perla in ambito musicale. La seconda traccia si intitola Sword Chant e non sembra voler tradire le aspettative create dalla precedente. Una chitarra acustica introduce i soliti pesanti riff ed il pezzo accelera poi improvvisamente, guidato dalla tecnica del batterista Oliver. Una parte più lenta, accompagnata da possenti cori, spezza il brano che poi riprende al massimo per finire nel migliore dei modi. Con Mourning Heart si fa ritorno al sound della prima track. Infatti essa funge da intro per la canzone successiva, ovvero Tale Of Revenge. La song era presente anche sul singolo omonimo, uscito poco prima di Iron. Jari utilizza sia la voce pulita che il suo tipico growl per interpretare tale composizione. Questa inizia in modo lento per poi divenire più veloce e grintosa nella parte finale. Le tastiere vengono sfruttate in modo molto saggio e danno, alla musica proposta dagli Ensiferum, quel ricercato tocco di classe in più. Lost In Despair è invece cadenzata e drammatica, come da titolo. Il cantato del singer finnico è triste e rassegnato e mette in mostra la buone capacità vocali dello stesso. Il testo parla di un uomo disperato e tormentato da vecchi ricordi, che ha perso ormai la voglia di vivere questa sua così irreale situazione.
Un attacco tipicamente Thrash apre Slayer Of Light, traccia molto dura e aggressive, contornata da liriche molto esplicite. E’, se si escludono le due intro – strumentali, la canzone più breve dell’intero album e probabilmente anche quella più irruente. La parte iniziale di Into The Battle ricorda in modo stupefacente gli ultimi Helloween ma, quando la song assume la sua forma definitiva, questa sensazione sparisce completamente per lasciare spazio all’ennesima, piacevolissima, sorpresa di questo straordinario lavoro. Si ha a che fare con un vero e proprio inno bellico, che raggiunge l’apice creativo nel trascinante ed indelebile ritornello. Alla pari della titletrack, questa composizione rappresenta sicuramente il massimo splendore raggiunto dagli Ensiferum nel loro Iron. Ma non è finita qui: LAI LAI HEI, in tutti i suoi sette minuti abbondanti, è probabilmente il pezzo più Viking, ma comunque con molte sfumature Folk, del disco. Nella prima frazione è la proprio lingua finlandese quella utilizzata per rendere omaggio a questa magica terra. Nella seconda sezione viene invece preferito l’inglese. Terminata la canzone più lunga di tutto il lavoro se ne pare un’altra, più breve ma altrettanto bella. Tears è interpretata da una voce femminile, quella di Kaisa Saari (cantante dei Battlelore) ed è il capitolo più toccante di questo disco. Delicata come una foglia d’autunno e candida come la neve invernale questa struggente canzone chiude il primo album degli Ensiferum. Esiste una versione in digipack di Iron. Questa, oltre a presentarsi sotto una veste grafica più curata, contiene Battery, cover dello storico cavallo di battaglia dei Metallica. Inutile ribadire come, anche in questo caso, si tratti di qualcosa di assolutamente imperdibile.
E' veramente giunta l’ora di tirare le somme. Un cambio di sonorità c’è stato rispetto al primo disco e si sente. Ad alcuni potrebbe non piacere questo avvicinamento a musicalità più melodiche ma la band finnica si comporta egregiamente in questo campo. Iron si rivela uno dei migliori album Viking degli ultimi anni e non solo. Purtroppo il cantante Jari Mäenpää lascerà il complesso, subito dopo l’uscita del disco, per dedicarsi al proprio progetto (Wintersun), lasciando un pesante fardello al gruppo. Bisognerà aspettare quindi una prossima uscita discografica per poter sapere che via sceglierà di seguire questa promettente band vichinga.