- Micky Satiar - voce
- Smeth - chitarra
- Milton Gunns - chitarra
- Amadeus - basso
- The Minge - batteria
1. Brink Of Destruction
2. Brothers In Blood
3. Live, Love, Lie
4. Signposts To Bedposts
5. Anytime Anyplace
6. Raised Voices And Confrontations
7. Rock Bottom
8. Hollywood Whores
9. Diseased And Distraught
10. Can't Write A Love Song
Heartless
Seconda uscita discografica per i giovani inglesi Dear Superstar, dopo il poco celebrato Confessions Of A Twisted Mind del 2006, band che propone una sua, benché poco originale ed ancor meno riuscita, versione hard rock di stampo sleaze/glam, tanto che tra le prime e maggiori influenze della band vengono citate Hanoi Rocks e Motley Crue.
La loro improbabile mistura hard/emo rock si imbatte nelle più abusate tendenze della nostra epoca contemporanea, difatti il loro sound presenta precise e per niente velate connotazioni emo e metalcore, che il più delle volte stridono con quella natura rock n' roll più sfrontata e selvaggia del tipico sleaze/glam losangelino, creando così un qualcosa di fin troppo evidentemente costruito e forzato, amalgamato male e tendente ad esiti disastrosi quando si innestano un po' a casaccio nelle composizioni urla in streaming ed aperture melodiche degne del più commerciale e scialbo emo da classifiche, come dimostrano le pessime Live, Love, Lie e Raised Voices And Confrontations.
L'ingenuità compositiva di brani come l'orecchiabile Anytime Anyplace, prevedibile e scontato nonostante gli intenti modernisti ed innovativi apportati dagli innesti emo-metalcore, il pop-punk di una banalità disarmante di Rock Bottom, sono tutti elementi che poco hanno a che fare con l'hard rock e soprattutto che poco depongono a favore della loro musica.
Modesti, prevedibili ed anonimi anche quando cercano di mantenersi più fedeli agli stilemi cari al sound di "Sunset Boulevard", come nelle varie Brink Of Destruction, Signposts To Bedposts o Hollywood Whores, non riescono mai a rendere autentica e credibile quell'energia che invece vorrebbero trasmettere, mentre fa buona mostra di sé la sola closer Can't Write A Love Song, che sembra abbandonare del tutto la componente hard rock per abbracciare invece tout court un'essenza prettamente alternative con esiti davvero positivi.
Nonostante la buona produzione quindi, Heartless si rivela un album che farà impallidire qualsiasi amante dell'hard rock e che difficilmente comunque sarà in grado di entusiasmare o solo soddisfare gli stessi seguaci delle più moderne sonorità emo o metalcore.